Il 45% degli immobili sono da riqualificare

C’è tanta strada da fare per riqualificare il patrimonio immobiliare italiano. Casavo, piattaforma immobiliare di compravendita, grazie a un algoritmo proprietario che permette di valutare il proprio immobile, ha analizzato le valutazioni effettuate attraverso il suo sito nel 2024. Risultato: a livello nazionale il 29% degli immobili valutati appartiene alla classe G, mentre il 15% rientra nella classe F: edifici che, salvo alcune eccezioni, dovranno essere riqualificati per rispettare le nuove normative europee. Le abitazioni in classe E rappresentano il 12%, mentre quelle in classe D si attestano all’11%. Complessivamente, le abitazioni con una classe energetica più alta (A, A+, B e C) costituiscono quindi solo un terzo delle valutazioni totali.

Vale la pena di ricordare che secondo la direttiva europea Case Green, entro il 2030 tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E, mentre entro il 2033 sarà obbligatorio l’adeguamento alla classe energetica D.

Milano skyline
Milano skyline

A Milano, in particolare, secondo il calcolo di Casavo il 60% degli immobili necessita di riqualificazione. Il 25% degli immobili valutati nel capoluogo lombardo appartiene alla classe G, mentre il 19% rientra nella classe F, categorie che richiederanno interventi entro il prossimo quinquennio per conformarsi agli standard europei, come il miglioramento dell’isolamento termico e degli impianti di riscaldamento o la gestione intelligente dei consumi e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile. Le abitazioni in classe E, che potranno mantenere la loro classificazione fino al 2033, rappresentano il 16% delle valutazioni, mentre quelle in classe D salgono al 14%, superando la media nazionale. Questo probabilmente perché Milano è il principale hub di investimenti, anche esteri, in Italia e già luogo di svariati progetti di riqualificazione urbana, oltre a ospitare un più alto numero di nuove costruzioni rispetto ad altre città italiane. Complessivamente, il 60% del patrimonio immobiliare milanese avrà bisogno di riqualificazioni energetiche per raggiungere gli obiettivi fissati dalla normativa europea (6 punti percentuali in più verso la media nazionale).

Una via di Roma
Una via di Roma

A Roma, invece, il 64% delle case non è ancora a norma energetica. È una realtà più critica rispetto a Milano, risultato di una combinazione tra un patrimonio edilizio più vecchio, una minore incidenza di nuove costruzioni e un mercato immobiliare meno dinamico rispetto al capoluogo lombardo. Nella capitale il 42% degli immobili analizzati rientra nella classe G, una quota nettamente superiore a quella milanese (+17 punti percentuali). Di contro, il 14% delle abitazioni appartiene alla classe F, un dato leggermente migliore rispetto a Milano. Tuttavia, le classi E e D sono sensibilmente meno rappresentate, attestandosi a valori dimezzati rispetto al capoluogo lombardo. In totale, ben il 64% del patrimonio immobiliare romano necessita di interventi di riqualificazione per rispettare le scadenze imposte dalla normativa attualmente in vigore.

Veduta di Torino
Veduta di Torino

Situazione critica anche a Torino: la metà degli immobili deve essere riqualificata. Secondo l’analisi, comunque, la situazione è più favorevole rispetto a Milano e Roma, ma con un numero ancora significativo di immobili che necessitano interventi di riqualificazione. Nella città, il 13% degli immobili valutati appartiene alla classe G, mentre il 16% rientra nella classe F. Le abitazioni in classe E rappresentano il 21%, mentre quelle in classe D salgono al 20%, evidenziando una maggiore presenza di immobili in una fase intermedia della transizione energetica rispetto ad altre grandi città italiane. Complessivamente, il 50% del patrimonio immobiliare torinese avrà bisogno di interventi di efficientamento per rispettare le scadenze imposte dalla normativa europea. La città mostra un patrimonio immobiliare meno vecchio rispetto a Roma, con una presenza più contenuta di edifici nelle classi più basse, ma al tempo stesso manca della spinta agli investimenti e alla riqualificazione che ha caratterizzato Milano.

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