Audizione, il 14 aprile scorso, di Finco alla Commissione Ambiente della Camera sulla questione degli appalti. La Federazione delle Industrie dei Prodotti, degli Impianti, dei Servizi e delle Opere Specialistiche per le Costruzioni e le Manutenzioni Edili e Stradali ha giudicato positivamente alcune novità, come la divisione in lotti degli appalti, i Cam differenziati per tipologia e importo, e un congruo tempo di transizione per la loro applicazione. Promossi anche l’adeguata attrezzatura tecnica e dell’organico per la qualificazione delle imprese, nonché concessioni e affidamenti a terzi con procedura a evidenza pubblica. Ma, secondo Finco, «permane la gravità di una direzione di marcia sbagliata». La federazione lamenta innanzitutto la tematica del limite qualitativo e quantitativo al subappalto «occorrendo una nuova disciplina anche differenziata per lavorazioni Sios e sottosoglia». Bocciata anche la scelta di fatto di un unico contratto per i lavori, senza valorizzare anche contratti settoriali specifici e l’eliminazione del ribasso del 20% tra appalto e subappalto, senza che sia stato sostituito da una adeguata remunerazione. No di Finco anche all’assenza per le lavorazioni specialistiche e superspecialistiche di una qualificazione specifica, l’ancora non chiarissimo meccanismo che presiede al pagamento diretto in particolare per subappaltatori, cottimisti, prestatori di servizi, fornitori di beni e lavori, fornitori con posa in opera, noleggianti a caldo, mandanti di raggruppamenti temporanei, subappaltatori dei soci di consorzi. Infine, a Finco non piace la mancanza di obbligo di scorporo per Sios sopra il 10%, la permanenza del settore dei Beni Cultuali, che dovrebbero avere una regolamentazione ad hoc, nell’ambito del Codice.
Per la Federazione diviene quindi ancor più urgente la previsione di un contratto di subappalto tipo che regoli il rapporto tra appaltatore e subappaltatore, evitando che il primo riversi sul secondo oneri maggiori rispetto a quelli che lui stesso ha verso la stazione appaltante.