I primi effetti del valzer dei dazi

Il viaggio negli Usa della premier Giorgia Meloni non ha portato novità nell’uovo di Pasqua, perlomeno sul fronte dei dazi. Ma non era nemmeno ipotizzabile, visto che la trattativa passa dal confronto tra Europa e amministrazione americana. In compenso l’altalena delle tariffe annunciate, applicate, revocate, reintrodotte e poi sospese da Donald Trump hanno già fatto venire il mal di mare all’economia. Così, perlomeno, la pensa il Centro studi di Confindustria, che nell’uovo pasquale come sorpresa ha messo notizie non proprio brillanti. Intendiamoci, probabilmente non è tutto frutto dell’incertezza provocata dagli editti e dalle dichiarazioni dell’imberbe vegliardo ospite della Casa Bianca. Ma fatto sta che l’associazione delle imprese scrive nero su bianco che con i dazi c’è il rischio di una crisi strutturale del sistema italiano.

Euro

Il Centro Studi Confindustria, di solito piuttosto preciso nelle analisi, traccia un quadro che assomiglia molto al tempo metereologico vissuto in questa settimana pasquale. Riassumendo: gli economisti del Centro Studi notano che a causa delle tensioni internazionali a marzo si è deteriorato il clima di fiducia, sceso sotto la media del 2024. A frenare gli investimenti è, comprensibilmente, l’aumento dell’incertezza politica e economica. È ovvio: se temi che la congiuntura volga al peggio tiri i remi in barca. I giudizi sulle condizioni per investire nel primo trimestre 2025, sostiene ancora il Centro Studi di Confindustria, peggiorano rispetto a fine 2024 sia nei servizi sia nelle costruzioni, mentre restano quasi invariati nell’industria. I dazi, nello specifico, saranno negativi come previsto in particolare per chi esporta, cioè sul comparto manifatturiero.

L’industria, per fortuna, segna una pausa dopo quasi due anni di calo: nel primo trimestre l’indicatore registra un aumento dello 0,4%. C’è, però, la dinamica del volume di attività basato sul fatturato delle imprese, che Confindustria sintetizza nell’indice Rtt. Questo indica un profondo calo del fatturato: con la fiducia che peggiora e anche l’indice Pmi in flessione. Infine, tra i dati poco brillanti va notata la frenata dei consumi: nel quarto trimestre 2024, spiega la nota di Confindustria, si è avuta una correzione al ribasso del reddito reale delle famiglie (-0,6%), limitando l’espansione annua a +1,2%. Insomma, il tragico valzer dei dazi non ha fatto certamente bene alla nostra economia.

Morale: come diceva Carlo Levi, le parole sono pietre. Specialmente se a pronunciarle è chi governa un paese (o comanda buona parte del mondo).

Abramo Lincoln su una banconota Usa
Abramo Lincoln su una banconota Usa

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome qui