Consiglio e Fondazione Nazionale dei Dottori Commercialisti ha analizzato il trend 2016-2018 delle srl. Si tratta di un lavoro arduo, dato che si basa su866.247 società per le quali risulta disponibile almeno un bilancio nel triennio 2016-2018. L’analisi del trend riguarda però 367.350 società a responsabilità limitata per le quali sono disponibili i bilanci di tutti e tre gli anni considerati.
Secondo l’analisi, i dati evidenziano un 2018, in linea con il triennio precedente, con un andamento positivo dei principali indicatori economici, anche se il ritmo di crescita presenta un moderato rallentamento rispetto all’anno precedente. In particolare, sia i ricavi (6,3%) che il valore della produzione (+6%) e il valore aggiunto (+5,7%) hanno registrato tassi di crescita elevati e di poco inferiori ai livelli record del 2017. Gli addetti sono in aumento del 3,8% ed anche in questo caso il trend risulta in leggero rallentamento rispetto al 2017 (+4,3%).
È migliorato l’indicatore che rileva la quota di srl che, al 31.12.2018, hanno chiuso il bilancio in utile (dal 70,3% del 2017 al 71,6% del 2018, +1,3%). In miglioramento rispetto all’anno precedente anche il Roe (Return on Equity), ovvero l’indice di redditività del capitale proprio, che si colloca al 12,4% nel 2018 (+0,8 punti percentuali sul 2017), mentre il Roi (Return on Investment), ovvero l’indice di redditività del capitale investito, si posiziona al 17,5% nel 2018 (+3,3 punti percentuali sul 2017).
La tenuta del trend di crescita coinvolge tutti i settori economici esaminati sebbene con andamenti differenziati. Infatti, mentre l’industria, il commercio e il settore ristoranti e alberghi mostrano segni di rallentamento, particolarmente visibili nell’andamento del fatturato, le costruzioni, i trasporti e i servizi professionali presentano, invece, dei miglioramenti, soprattutto in termini di ricavi, valore della produzione e valore aggiunto.
Sono ancora le medie e grandi imprese a trainare la crescita (+4,3% e +9,6%), mentre le micro continuano ad offrire un contributo negativo (-1,5%) insieme alle piccole che invece erano in territorio positivo nel 2017.
L’aumento, pur interessando tutti i settori produttivi, non è comunque generalizzato per tutte le classi dimensionali. In particolare, le microimprese registrano un calo degli addetti (-7,3%), del fatturato (-0,6%), del valore della produzione (-5,2%) e del valore aggiunto (-9,1%), mentre le piccole imprese restano stabili nel numero di addetti, mostrando una leggera flessione del fatturato (-0,1%) e una ripresa del valore aggiunto dello 0,8%. A destare particolare interesse sono i risultati delle medie imprese che fanno registrare una crescita di tutti gli indicatori, con in particolare un aumento degli addetti del 5,5% e un incremento del valore aggiunto del 6,3%. Le performance migliori in termini percentuali, tuttavia, sono offerte dalle grandi imprese, che vedono in aumento gli addetti dell’8,3%, il fatturato del 9,6% e il valore aggiunto del 8,9%.
In relazione al valore aggiunto, il primato in termini di incremento spetta al comparto dei trasporti (+8,3%), seguito dai servizi (+7,7%), costruzioni (+7%), ristoranti e alberghi (+6,8%), commercio (+4,8%) e industria (+4,4%).