Coried dà vita a una rete di imprese, nuova organizzazione societaria che andrà a sostituire definitivamente il consorzio, nell’ottica di una migliore gestione delle economie di scala e della realizzazione di progetti ad alto valore aggiunto. Intanto il network continua a investire in nuovi servizi e settori merceologici.
Intervista a Micaela Bosi Picchiotti, presidente Coried
Come è andato il vostro gruppo nel 2020 in termini di fatturato?
Vi è stata una leggera flessione del fatturato ma siamo riusciti a far fronte al lockdown anche acquisendo i codici Ateco necessari per la vendita online, in televisione e radio. Organizzando le consegne a domicilio, il fatturato si è spostato sulla clientela privata, salvo poi riprendere il commercio con le ditte artigiane ed edili in genere, che si sono immediatamente attivate per ottenere i cantieri interessati dal superbonus 110%. Ciò ha permesso, a tutte le rivendite del Gruppo di non ricorrere alla cassa integrazione o a chiusure forzate. I livelli occupazionali sono stati garantiti nonostante l’anno particolarmente difficile.
Nel corso del 2020 ci sono state iniziative particolari che hanno interessato il vostro gruppo?
In effetti, il 2020 ha comportato diverse novità, in particolare la creazione della Rete di imprese Coried, che andrà a sostituire definitivamente il Consorzio Coried. Uno dei principali vantaggi per le imprese «retiste» è poter creare massa critica per beneficiare di economie di scala e realizzare grandi progetti ad alto valore aggiunto, soprattutto dopo il difficile anno pandemico. Inoltre, le reti di impresa possono aumentare la produttività in termini di valore aggiunto tale da conquistare nuovi mercati e competere meglio su quelli già esistenti. Tutto ciò grazie alla collaborazione e allo scambio di informazioni, conoscenze e competenze. L’obiettivo primario diventa, quindi, quello di ricercare soluzioni per la differenziazione o il rafforzamento del proprio modello di business, grazie alla diversità e complementarietà delle imprese retiste con le loro peculiari competenze. Questa scelta ha attratto nuove rivendite, tant’è che in un anno particolare come il 2020 abbiamo beneficiato di ben due nuovi ingressi. Segnaliamo anche l’uscita del socio Renzi Manufatti di Aulla.
Nel corso del 2020 avete aggiunto nuovi prodotti e/o servizi?
Sicuramente è stato implementato il servizio a domicilio e gli investimenti, quanto meno nel primo semestre dell’anno, focalizzandoci su prodotti fai-da-te, giardinaggio, living, arredo giardino. Inoltre, è stata aperta la linea dei sanificanti e prodotti igienizzanti, mascherine e correlati.
La pandemia ha impattato sulla vostra organizzazione?
Le nostre sono tutte rivendite prevalentemente a gestione familiare. Se da un lato questo pone dei limiti ben chiari, dall’altro garantisce la solidità aziendale e una certa velocità nella trasformazione delle rivendite in base alla domanda. Per venire alla risposta, quindi, possiamo senz’altro affermare che la pandemia non ha impattato più di tanto sui negozi del Gruppo.
Come sta andando il 2021 e quali sono le vostre aspettative a fine anno?
Il 2021 si è aperto con grandi aspettative: dopo i primi due mesi di incertezza, il cambio del Governo, i provvedimenti sul Recovery Fund, lo slittamento del termine ultimo per beneficiare del bonus 110%, ha dato luogo a una cauta fiducia nell’anno in corso, anche in termini di fatturato. Quel che va senz’altro segnalato è la schizofrenia del mercato in termini di approvvigionamento delle materie prime e del costante e repentino aumento dei prezzi di acquisto del materiale o del trasporto. Questo stato di cose, attualmente, rende estremamente difficile il lavoro delle rivendite che operano per lo più su preventivi, i quali a oggi non consentono di mantenere fermi i prezzi di vendita per più di una settimana.
Qual è l’obiettivo più importante che vi siete dati per quest’anno?
Sicuramente l’obiettivo principale è quello di garantire il livello occupazionale. I nostri dipendenti sono da sempre considerati collaboratori essenziali e lo specchio di una economia. Se la gente lavora spende, e se spende le rivendite possono fare fatturato.
Avete in programma nuovi progetti e/o investimenti a breve medio termine?
Al momento no. Dopo l’anno pandemico vi è necessità di nuove certezze che al momento non sono ancora arrivate. Sicuramente il piano vaccinale in corso e la prospettiva di tornare presto alla normalità, è fonte di speranza per nuovi obiettivi o investimenti.
Un tema di forte attualità è la carenza delle materie prime e il rincaro dei prezzi: come state affrontando questa situazione a livello di gruppo?
Questo è il grande tema di quest’anno. Come Gruppo siamo in costante comunicazione con le ditte fornitrici per una migliore razionalizzazione degli acquisti. Inoltre, è attivo un monitoraggio costante per capire se il rincaro e in quale misura è applicato in modo trasversale sia alle rivendite che alla grande distribuzione. In questo senso, purtroppo, è stato riscontrato che proprio la grande distribuzione risulta avvantaggiata rispetto alle piccole rivendite come le nostre.
Un altro tema caldo sono i bonus fiscali e il superbonus 110%: come il vostro network si è attrezzato nei confronti degli associati?
Non tutte le rivendite si sono mostrate pronte alle richieste. In termini generali è possibile, però, affermare che alcune hanno creato un vero e proprio gruppo di lavoro costituito da ditte esecutrici, professionisti e tecnici e istituti di credito locali e finanziarie di riferimento. Con ciò garantendo una centralità alla rivendita che di fatto rappresenta il mediatore fra l’utente finale e tutte le parti coinvolte. Questo, se da un lato ha comportato un aggravio di lavoro, dall’altro garantisce la fornitura dei materiali necessari e una fidelizzazione con il cliente, il quale si trova ad avere in sostanza un unico referente: la rivendita.
La pandemia ha dato ancora maggiore impulso all’ecommerce: siete organizzati in questo senso?
Ne stiamo parlando ed è stato inserito come programma di rete.
Perché una rivendita dovrebbe scegliere di entrare nella vostra rete?
Entrare nella rete Coried significa far parte di qualcosa, di una squadra che vuole vincere. Ecco perché non abbiamo interesse all’ingresso di chiunque. Da sempre prediligiamo la territorialità e la vicinanza delle rivendite cosicché sia un intero territorio a essere analizzato, gestito e affrontato dal gruppo. Questo è il vero significato del fare rete.
Dal punto di vista dei servizi agli associati, qual i sono i vostri principali punti di forza?
Sicuramente la comunicazione e lo scambio di informazioni. Questo ha permesso di far fronte anche alle necessarie operazioni di messa in sicurezza degli ambienti di lavoro e il rispetto delle normative anticovid. Inoltre, nel periodo di particolare criticità, cioè l’estate 2020, abbiamo assistito a un vero e proprio atteggiamento di protezione di una rivendita verso l’altra. C’è stato anche chi ha acquistato per altre rivendite del gruppo magari in temporaneo deficit finanziario.
Quali iniziative di marketing e/o comunicazione avete messo in atto per il 2021?
Anche quest’anno abbiamo aderito a una iniziativa di promozione di alcuni prodotti attraverso un volantino. Non si esclude che si possa ricorrere ad altre iniziative in tal senso magari con l’utilizzo dei social, oggi veicolo di informazioni sicuramente più al passo con i tempi.
A livello di formazione, avete sfruttato gli strumenti digitali per attività di aggiornamento agli associati?
Abbiamo approfittato del lockdown per dedicare delle ore di aggiornamento alle tecniche di vendita. Un corso ben riuscito e decisamente gradito da parte dei retisti.
Quante ore di formazione dedicate all’anno agli associati?
Circa 50.
Quali sono i corsi che riscuotono più interesse?
Oltre ai già citati corsi di marketing, quelli tecnici in collaborazione coi fornitori.