Anche tagliare l’Imu e la Tasi è troppo poco. Dopo averlo chiesto a gran voce per anni, ora che (sembra) sia all’orizzonte, l’abolizione dell’odiata tassa sugli immobili non accontenta una parte degli operatori del settore. «Il taglio dell’Imu e della Tasi per la prima abitazione darà certamente una spinta ai consumi delle famiglie, ma non rappresenta la svolta sul fisco attesa dalla filiera immobiliare e da quella delle costruzioni», lo sostengono le principali associazioni in rappresentanza del settore immobiliare e di quello delle costruzioni riunite in un convegno promosso da Fiaip a Casa su Misura, la più grande fiera dedicata all’arredamento e all’edilizia del Nord Est, che si è svolta a Padova. «Gli ultimi dati segnalano un aumento della domanda solo per la prima casa. Finché gli oneri fiscali saranno così alti, non ci sarà spazio per una ripresa del settore, né tantomeno di quelle politiche di riqualificazione urbana attese da molti», ha dichiarato Paolo Righi, presidente nazionale di Fiaip, Federazione Italiana Agenti Immobiliari professionali. «Le norme attuali non favoriscono né il rinnovamento del patrimonio esistente né politiche di efficienza energetica per gli edifici storici. Il fisco ha un ruolo centrale, così come il credito. Se vogliamo favorire la riqualificazione, perché le banche non propongono mutui a tasso differito se rivolti al recupero di immobili?», ha rincarato Giovanni Salmistrari, presidente di Ance Veneto.
Per Confedilizia, il rischio è che l’eliminazione delle tasse sulla prima casa possa comportare un aumento degli oneri sulle seconde case. «Per gli immobili diversi dalla prima casa c’è il rischio di un aumento delle imposte. L’unificazione Imu-Tasi non deve superare l’aliquota massima del 10,6 per mille, altrimenti sarebbe una beffa per tutti», ha spiegato Giorgio Spaziani Testa.
«Tutti parlano di rigenerazione urbana, ma all’atto pratico si fa poco», ha sottolineato Giuseppe Cappochin, presidente dell’ordine degli architetti di Padova. «La politica è ferma. In Veneto, però, è nata un’iniziativa unica nel suo genere. Diciannove tra categorie economiche, associazioni ambientaliste, sindacati e università hanno dato vita a un coordinamento, Urbanmeta, che consegnerà alla giunta regionale alcuni emendamenti alla proposta di legge regionale sul consumo di suolo zero». Insomma, tutti scontenti, ma con ricette diverse.