Come è andato il business di Gheri nel 2023?
Lo scenario economico per il settore dell’edilizia abitativa ticinese, svizzero, e forse anche internazionale, nel 2023 è stato quello di un settore in sofferenza. L’esplosione dei tassi ipotecari ha determinato una brusca frenata e scoraggia investitori e potenziali clienti.
Piuttosto sintomatico di quanto accade è il dato statistico reso noto delle dogane per le importazioni di materiale ceramico e vetroso di settembre 2023, che attesta un minor volume del 22% e in metri quadrati un minor valore del 15,18%.
Dato che certifica l’aumento di costi della ceramica intervenuti dopo il periodo della pandemia. Un altro dato di importante lettura è quello che conferma la frenata in corso del settore della costruzione a livello svizzero dove gli ordinativi su base annua sono diminuiti del 9%.
Ciò che rimarchiamo dal nostro osservatorio è che il settore del lusso continua a non conoscere crisi e che per noi quest’anno sono nuovamente aumentati i lavori, soprattutto fuori Cantone, in Svizzera tedesca e francese, di un certo tipo e livello. Tutto sommato possiamo dunque ritenerci soddisfatti nell’essere riusciti a chiudere bene un anno potenzialmente molto complesso.
Che cosa prevedete per il 2024?
Le sfide che abbiamo cominciato ad affrontare nel 2023 non sono sicuramente da considerare alle spalle. Per natura non siamo pessimisti e non vogliamo esserlo, anni di freno come quello appena trascorso ci sono già stati, è periodico.
Bisogna saper lavorare con un sistema anticiclico e positivo come abbiamo sempre fatto, non fermare l’innovazione e lavorare per migliorarsi sempre più internamente e rendersi più attrattivi, anche quando il mercato è in forte variazione come ultimamente, rendendolo quasi imprevedibile.
Il nostro obiettivo è quello di continuare ad essere un’azienda punto di riferimento del settore, sufficientemente solida da poter dare a clienti e imprese la sensazione di sicurezza, trasparenza e professionalità che ancor più è ricercata in periodi di incertezza.
Ritiene che le tensioni geopolitiche in diverse aree del mondo nei prossimi mesi possano avere un riflesso negativo sulla vostra attività?
All’inizio del conflitto in Ucraina abbiamo subìto un’influenza diretta dalle tensioni geopolitiche, in quanto la maggior parte delle materie prime utilizzate per la produzione di piastrelle e lastre in gres porcellanato proveniva proprio da lì.
I produttori si sono trovati in serie difficoltà con l’approvvigionamento dei materiali causando carenze nelle linee produttive, spegnimento di forni di cottura per mancanza di materie prime e ritardi nelle produzioni stesse.
I produttori più piccoli purtroppo non hanno retto il colpo e alcuni di loro hanno dovuto chiudere la loro attività. Fortunatamente i produttori con cui collaboriamo noi sono, si può dire, dei colossi nel settore e sono riusciti in breve tempo a trovare approvvigionamenti alternativi, limitando i danni per i loro clienti (noi) e garantendo forniture in tempi relativamente brevi.
L’effetto inflazione pesa ancora sui prezzi dei materiali?
Il prezzo dei materiali per quel che ci riguarda ha subìto un importante aumento durante il periodo Covid. Da quel momento in poi, alcuni produttori hanno riportato i prezzi più vicini a quelli a cui fornivano in precedenza, ma la maggior parte di loro ha mantenuto gli aumenti sotto forma di ricarico energetico o semplicemente rialzando i prezzi di listino.
Non è tanto, dunque, l’inflazione a determinare il sovrapprezzo degli ultimi anni a nostro modo di vedere, ma il risultato di politiche di prezzo fatte ben prima.
Per i prodotti meno voluminosi c’è concorrenza tra i distributori del Canton Ticino e le più vicine rivendite che si trovano in Italia?
C’è concorrenza sia per i prodotti meno voluminosi che per quelli più voluminosi in realtà. Fortunatamente noi collaboriamo con aziende produttrici-fornitrici con le quali abbiamo legami storici, contatti di lunga data e contratti che determinano l’esclusiva territoriale o comunque che ci definiscono come rivenditore preferenziale per i loro marchi.
Ciò significa che godiamo di una certa protezione da parte loro, nel caso in cui dovessero ricevere richieste di materiale provenienti da terzi, siano essi privati o aziende, nell’area del Canton Ticino, il loro compito è quello di reindirizzare il richiedente alla nostra azienda come fornitore più vicino a loro.
Ovviamente bisogna anche dire che siamo in una situazione di libero mercato e l’acquisto di merce dall’Italia spesso sfugge anche a questo tipo di controllo, o a ogni modo non è vietato.
La concorrenza c’è, dall’acquisto di materiali più piccoli, fino all’acquisto di merce più grande come lastre per eseguire piani cucina, ad esempio, le cui realizzazioni sono presumibilmente meno costose se eseguite in un laboratorio estero, rispetto a un laboratorio locale ticinese.
La problematica è nota, ma fortunatamente non ne subiamo conseguenze pesanti. Abbiamo uno zoccolo duro di clienti in Ticino che continua a voler sostenere l’economia locale e che capisce l’importanza di favorire le aziende ticinesi e il mercato ticinese.
Prevedete di investire in formazione professionale?
Sempre. Investire nella formazione professionale rappresenta uno dei fondamenti della nostra filosofia aziendale. Per migliorare e migliorarsi l’unico modo è continuare a studiare, ampliare le proprie conoscenze e fornire ai propri collaboratori gli strumenti necessari
per fare sempre meglio.
Riteniamo che consentire ai collaboratori di seguire formazioni continue sia non solo utile, ma necessario. È un mezzo attraverso il quale si valorizza la persona, investire su qualcuno significa valorizzarne le capacità, fidelizzare e spronare.
Il tema della sostenibilità continuerà a essere un trend nell’edilizia?
Crediamo che edilizia e sostenibilità non potranno mai più essere due cose disgiunte. Per operare in questo settore è necessario rendersi un’azienda sostenibile. Nei prossimi anni senza un rapporto di sostenibilità aziendale non sarà possibile aggiudicarsi punteggi alti nelle procedure di decisione e nell’attribuzione di appalti pubblici.
Dal canto nostro sono già diversi anni che lavoriamo al nostro report, aggiornandolo e aggiornandoci in quanto la sua utilità è anche quella di aiutare a rendersi effettivamente conto di quel che già si fa e di quello che invece potrebbe essere fatto meglio o implementandolo.
Non si tratta solamente di sostenibilità ambientale, ma anche di buone pratiche nei confronti degli stakeholder interni ed esterni, del territorio, dello sport e della cultura. Essere presenti nell’ambiente socio-economico locale è per noi di fondamentale importanza.
Qual è la situazione del mercato immobiliare del Canton Ticino?
Il rialzo dei tassi d’interesse, la riduzione del potere d’acquisto e l’incertezza legata ai costi energetici, rispettivamente l’importante aumento dei costi di costruzione sono all’origine di un certo raffreddamento del settore immobiliare e della costruzione nel nostro Cantone.
Inoltre, in Ticino vi è tuttora un esubero importante di spazi locativi non affittati e fintanto che il mercato non riassorbirà queste eccedenze, viene a meno anche l’interesse di potenziali investitori del settore che, attendono tempi più favorevoli.
Questa analisi non concerne il segmento del lusso e degli oggetti esclusivi che, indipendentemente dai fattori d’incertezza, continuano a suscitare notevole interesse da parte di investitori con importanti capacità finanziarie.
Anche in Svizzera gli investimenti sono più sulla ristrutturazione dell’esistente piuttosto che costruzione di nuovi edifici?
Le ristrutturazioni occupano uno spazio sempre più importante relativo agli investimenti. Ciò è sicuramente dato dal fatto che molti immobili risalgono alla grande crescita che c’è stata tra gli anni Settanta e Novanta, si tratta di edifici che necessitano di ammodernamenti e ristrutturazioni per mantenersi appetibili sul mercato.
Inoltre, l’implementazione delle nuove tecnologie nelle costruzioni di recente edificazione, rispettivamente l’esigenza di risanare dal punto di vista energetico e della sostenibilità gli edifici datati, costituirà un’importante fonte di lavoro e d’investimento per il futuro.
Gli edifici di recente costruzione rappresentano una spinta e una concorrenza al cospetto delle realizzazioni degli anni Settanta-Novanta che, se non adeguati agli attuali standard, rischiano di perdere di attrattività e quindi di rimanere sfitti.
Ci sono state delle novità nella vostra azienda nell’ultimo anno?
Nell’ultimo anno abbiamo ristrutturato completamente il nostro showroom principale dedicato al gres porcellanato. Pensando al restyling della nostra sala mostra principale, il nostro desiderio era quello di riuscire a trasmettere al cliente l’idea di entrare in una boutique dei rivestimenti e non nel classico negozio di piastrelle.
L’obiettivo è quello di creare un’esperienza unica e immersiva per chi viene a trovarci. Gli ambienti sono stati pensati in modo che possano accogliere il visitatore simulando piccole aree domestiche, così come il metodo espositivo dei prodotti imita quello di boutique di lusso.
Pochi elementi ben pensati, come vassoi di velluto su cui posare i campioni e proporre abbinamenti e un accento su nuove tecnologie come Hypertouch, brevetto a scomparsa applicabile sulle lastre ceramiche per gestire, per esempio, l’accensione o lo spegnimento di luci.
Dal 2023 siamo felici di aver ampliato la nostra offerta con Edimax Ceramiche Astor, di cui abbiamo l’esclusiva per il Ticino. Abbiamo deciso di iniziare questa collaborazione in quanto da subito abbiamo colto l’innovazione nel design delle loro piastrelle.
Grazie alla tecnologia 3D Shaped le superfici appaiono tridimensionali, ogni dettaglio, ogni venatura prende colore, forma e struttura. I rivestimenti ceramici sempre più riescono a riprodurre fedelmente la realtà facendo coincidere struttura e grafica.
Quali sono i prodotti più richiesti e quali sono invece in calo?
È il momento dei colori desaturati, delle tinte unite polverose, delicate e avvolgenti, il più naturali possibile. Tra queste spiccano la serie Boost Color di Atlas Concorde e la serie Balance di Graniti Fiandre.
Tra i punti di forza di queste colorazioni vi sono l’abbinabilità con colori tenui e sobri, la versatilità, la progettazione modulata del colore, l’armonia delle cromie crea un’eleganza contemporanea e affascinante.
Per chi ama contrasti più accesi possiamo trovare i colori speziati o le bellissime e calde tinte della terra che richiamano ed evocano uno stile oriental-mediterraneo. Alcune proposte in tal senso sono le collezioni Aromas e Terra di Gigacer, o la serie Nostalgia di Coem.
Nel corso degli anni abbiamo notato un calo nelle richieste di mosaico vetroso e lavorazioni particolari ma, come per la moda, si tratta di fasi e cicli, c’è stato un ritorno allo stile anni Settanta e periodicamente si ripropongono materiali, colori e texture che magari rimangono silenziosi per un determinato periodo. Sempre molto in auge rimane la pietra naturale, la cui bellezza e versatilità attira chiunque abbia il desiderio di creare un ambiente su misura, personalizzato e unico.
La scheda
Ragione sociale completa: Gehri rivestimenti Sa
Anno di fondazione: 1970
Sede legale: Lugano – Svizzera
Sito internet: www.gehri.swiss
Email: info@gehri.swiss
Numero punti vendita: 1
Indirizzi punti vendita: Via Chiosso 12 – 6948 Porza (Lugano)
Numero showroom: 1
Magazzino: 1600 mq coperti; 1500 mq scoperti
Titolare: Andrea Gehri
Responsabile ufficio acquisti: Deborah Gehri
Fatturato 2023: ca. 16 milioni CHF
Principali marchi trattati: Graniti Fiandre, Sapienstone, Active Surfaces, Porcelaingres, Atlas Concorde, AtlasPlan, Gigacer, Ceramiche Coem, Quarella, Bisazza, Sicis, Cosentino, Ceramiche Fioranese, Edimax, Vogue e Tonalite
Servizi: consulenza showroom (pietre naturali, pietre artificiali, gres porcellanato, mosaici), consulenza tecnica, taglio e trasformazione materiali, servizio di posa con personale proprio, servizio post vendita, magazzino/punto vendita diretto