Specialista del cemento armato in tutti i suoi aspetti, Frem Group offre un servizio completo nei cantieri producendo da 40 anni acciaio presagomato e traliccio elettrosaldato.
L’azienda inoltre commercializza una gamma di materiali e attrezzature per la realizzazione delle tamponature orizzontali e verticali, per la loro coibentazione termica e acustica, per la realizzazione di massetti e sottofondi tecnici e la sistemazione di pozzetti e tubature. Fra gli ultimi prodotti inseriti ci sono lastre, strutture, accessori e malte di finitura per cartongesso e sottofondi.
Con due sedi a Cagliari e a Melegnano (Milano), l’azienda dispone anche di un servizio di nolo a freddo di attrezzature per la demolizione, il taglio e la perforazione del cemento armato, la produzione del calcestruzzo, il giardinaggio, le pulizie e il tempo libero.
Alessandro Falqui Cao, responsabile commerciale di Frem Group, racconta a YouTrade l’evoluzione dell’azienda e i progetti per il futuro.
Quando è nata la Frem?
L’azienda inizia l’attività nel 1983 come costola dell’impresa di famiglia, la Fadda, che esiste tuttora e commercializza prodotti siderurgici. Frem Meccanica è nata su impulso dell’attività ultracentenaria della famiglia Fadda.
Emilio Fadda con i fratelli, Marco Raymond Florence e il socio, l’ingegnere Angelo Pisano, hanno intravisto la possibilità di industrializzare la produzione di acciaio presagomato per cemento armato e travi in precompresso, fino a quel momento realizzata in maniera piuttosto artigianale.
All’interno di uno dei capannoni di proprietà dell’azienda, situati nel centro di Cagliari, dove già si produceva acciaio presagomato per cemento armato, è partita così questa avventura imprenditoriale. La produzione dell’acciaio presagomato è seguita dal responsabile, l’ingegnere Michele Pusceddu.
Dopo pochi anni alla produzione si è affiancata anche l’attività di posa in cantiere con squadre di montaggio, che è durata per circa 20 anni. Nel frattempo la sede della società si è spostata dal centro di Cagliari a Elmas.
Quando c’è stato il passaggio da produttori a rivenditori di materiali edili?
Andando in cantiere a montare l’acciaio per cemento armato, gli operai avevano bisogno di tutta una serie di prodotti, dal legname all’abbigliamento da lavoro.
Così si è pensato di vendere direttamente questi articoli: la gamma, inizialmente ridotta all’attrezzatura da cantiere, si è ampliata sempre di più.
Questo ampliamento lo ha seguito direttamente?
Sì. All’inizio mi occupavo del noleggio di macchine e attrezzature, attività nata nel 1999 e che portiamo avanti tuttora. In principio gli uffici erano dislocati nei capannoni nel centro di Cagliari, poi ci siamo stati trasferiti a Elmas nel 2006.
Per un anno ho continuato a seguire l’attività di noleggio, poi la proprietà mi ha incaricato di seguire direttamente la vendita del materiale edile. Ho iniziato ad ampliare la gamma agli elettroutensili, alle attrezzature e ai prodotti edili.
Dopo la crisi del 2008, abbiamo affrontato sette anni estremamente difficili, a seguito dei quali l’azienda ha cominciato nuovamente a crescere e assumere.
Nel 2016 l’ingegner Pisano è andato in pensione: ciò ha portato a una nuova organizzazione interna e fortunatamente è arrivato il Geometra Daniele Cabras che, grazie alla sua pregressa esperienza nel settore edile, ha dato un impulso significativo all’attività di commercio dei materiali.
In che modo?
Ha subito capito che l’azienda vendeva tanto materiale, ma a basso valore aggiunto. A piccoli passi abbiamo iniziato a vendere tutta una serie di prodotti tecnici che servono in cantiere e siamo anche diventati il più grosso rivenditore Sika in Sardegna.
Insomma, con l’ingresso del geometra Cabras, il commercio non è stato più accessorio alla vendita dell’acciaio, come all’inizio, ma un business fondamentale. Frem è infatti diventata una delle più grosse rivendite edili.
Nel frattempo stiamo ampliando la gamma dei prodotti e crescendo costantemente grazie all’attenzione continua verso il mondo delle costruzioni, che è in perenne evoluzione.
Come si sta trasformando il mondo dell’edilizia?
Il pay off aziendale è cambiato come si è trasformata l’azienda, ieri era «Il futuro della tradizione» e riassumeva la logica che c’è dietro l’edilizia, un mondo molto territoriale in cui le maestranze lavorano secondo abitudini consolidate, che però nel tempo si trovano a fare i conti con prodotti, materiali e tecniche nuove.
Oggi è diventato «Dall’armatura alla struttura» proprio a rappresentare la trasformazione che sta subendo, anche in Sardegna, il mondo dell’edilizia.
Mentre a Milano i sistemi a secco sono già arrivati 20 anni fa, qui in Sardegna l’evoluzione è più lenta e solo ora si stanno diffondendo sul mercato.
Torniamo all’evoluzione della Frem: quali sono stati i passaggi successivi?
Quindici anni fa circa abbiamo acquisito una piccola società di acciaio presagomato per cemento armato, con sede a Melegnano, in provincia di Milano, che stava spostando la produzione in Svizzera.
L’ingegner Emilio Fadda, d’accordo con i fratelli Marco, Raymond e Florence, hanno deciso di cogliere questa opportunità ed è nata Frem Milano.
Inizialmente abbiamo avuto qualche difficoltà perché si pensava di gestire l’azienda con le stesse logiche di Cagliari, ma il mercato di Milano è completamente diverso.
Cioè?
Alle imprese si vende lo stesso materiale ma, mentre a Cagliari c’è un rapporto personale con i costruttori, a Milano non esiste: qui buona parte degli impresari fa il general contractor e chiede il «chiavi in mano» a dei subappaltatori, che a loro volta affidano il lavoro ad altre imprese.
In questo modo per il cliente non esiste più un problema di prezzo, ma di tempistiche. Quindi la grande differenza sta nell’avere il materiale. Con il materiale a terra in magazzino e una logistica efficiente il prezzo passa in secondo piano.
Quindi adesso com’è organizzata Frem Milano?
Alla produzione di acciaio presagomato dopo diversi anni si è aggiunta la vendita del materiale edile. Il passaggio più importante è stato il trasferimento in un nuovo stabilimento tre volte più grande del precedente. In questo momento abbiamo un venditore interno e una rete di segnalatori.
Qual è attualmente il fatturato delle due sedi?
A Milano fatturiamo 12 milioni di euro, mentre a Cagliari 20 milioni.
Circa tre anni fa avete inserito il magazzino verticale: come mai avete deciso di implementarlo?
Quando la gamma di prodotti cresce notevolmente in tempi stretti, a un certo punto diventa complicato sapere che cosa c’è in magazzino e recuperarlo velocemente per i clienti, che non hanno tempo di aspettare.
La gestione del magazzino tradizionale stava iniziando a diventare un costo, sia in termini di tempo sia di risorse. Ogni anno ci trovavamo a chiudere per una settimana per inventariare le 27 mila referenze stoccate in magazzino, impiegando ogni volta sei-sette operai.
Tre anni fa abbiamo così deciso di inserire il magazzino verticale per tutte le referenze, a esclusione del materiale pesante.
Quanti prodotti ci sono attualmente nel magazzino verticale?
Saranno 25 famiglie di prodotti, per circa 10 mila pezzi. Attualmente abbiamo sei macchine e ne sta arrivando una settima.
Quali risultati vi sta dando questa innovazione?
Sicuramente è un sistema che aiuta molto gli operai nella gestione del magazzino. Tuttavia, dato che l’anima del commercio è il visual merchandising, stoccando tutto in magazzino, rischiamo di autosabotarci.
Il nostro obiettivo oggi è quello di mostrare quanta più merce possibile ai clienti, senza esporla. Per questo siamo al lavoro per inserire dei ledwall che a rotazione fanno vedere immagini e categorie dei prodotti che vendiamo.
È stato difficile formare le persone che utilizzano il magazzino verticale?
No. Certo, bisogna essere precisi, ma il software semplifica molto le operazioni. La parte più difficile è costruire i cassetti e comunicare alla macchina i pezzi.
Per fare questo ci vuole un magazziniere esperto. In azienda abbiamo due magazzinieri che hanno un’ottima preparazione e sono molto precisi.
Avete altri progetti nel cassetto?
Tra i vari progetti, oltre al magazzino verticale, stiamo discutendo l’acquisto di magazzini automatici per il pesante, in particolare per le pedane di cemento.
Stiamo valutando diverse proposte con sistemi tipo traslo-rotatori che consentono un risparmio di tempo, un maggiore ordine e maggiore velocità di consegna.
Chi sono oggi i vostri clienti?
Non siamo una rivendita tradizionale. Siamo specializzati in prodotti tecnici, soprattutto sistemi a secco, acciaio, scarichi e raccolta acque, mattoni, solai, prodotti per la ristrutturazione.
Serviamo imprese impegnate in grandi opere e lavori pubblici, ma i clienti a Milano e in Sardegna sono diversi.
La differenza principale è che l’impresario milanese è interessato ai materiali e ai tempi di consegna. Per questo è necessario avere ottime capacità commerciali, una grande preparazione tecnica e grande attenzione alla logistica.
Quali sono i prodotti che generano maggiore business?
Acciaio e rivendita vanno insieme, abbiamo costruito un sistema sinergico. Senza l’acciaio che è un pilastro dell’azienda, anche la rivendita faticherebbe.
Parliamo di sostenibilità: che cosa state facendo all’interno dell’azienda e come state approcciando la tematica a livello commerciale?
I vari bonus e il Pnrr, con i Cam, hanno diffuso il tema della sostenibilità in tutto il mondo delle costruzioni. Già da tempo Frem ha costruito la propria proposta commerciale sulla sostenibilità, oltre che sull’aspetto tecnico.
Cinque anni fa eravamo gli unici che parlavano di Cam, oggi sono richiesti in ogni appalto. Nelle nostre fatture di vendita è indicato se un prodotto rispetta i criteri ambientali minimi.
Inoltre stiamo implementando il nostro software affinché per ogni fattura venga emesso un documento che indichi all’impresa dove smaltire i prodotti acquistati.
Dopo il superbonus, come sarà il mercato nel prossimo futuro?
Negli ultimi tre anni abbiamo vissuto situazioni incredibili. L’ubriacatura del superbonus ha trascinato tutto il comparto, con un conseguente rimbalzo negativo e dinamiche dei prezzi assurde.
Adesso con il Pnrr c’è un nuovo sconvolgimento: il Piano di ripresa e resilienza sta portando molto lavoro, ma il 30% dei progetti sono sbagliati e i termini stanno per scadere.
Bisogna stare molto attenti: se il problema diventerà finanziario, potrebbe trasformarsi in un boomerang.
Com’è andato il 2023 e come si chiuderà il 2024?
Il 2023 è stato stazionario. Quest’anno replicheremo i risultati del 2023. Potrebbe andare meglio se il clima si manterrà stabile così da agevolare il proseguimento dei lavori.
Quel tondino è un’opera d’arte
Può il tondino d’acciaio diventare un’opera d’arte e di design? Sì, se la risposta è Frem. L’azienda di Elmas (Cagliari) ha dato vita a un progetto che mira a coniugare industria, architettura e installazione artistica.
Come racconta a YouTrade Francesca Cavalli, responsabile progettazione e immagine coordinata della società.
In che cosa consiste il progetto Frem Arte?
Con Frem Arte abbiamo fatto diventare l’acciaio presagomato per armatura arte e design.
A questo proposito, stiamo implementando diverse installazioni non solo in Sardegna, e in futuro abbiamo in programma nuove inaugurazioni.
Qual è l’installazione che ha riscosso più successo?
Difficile dirlo. La scala realizzata nella sede aziendale da Andrea Forges Davanzati è già iconica.
Anche l’installazione Wire Flamingos realizzata da Alessandro Serri per la manifestazione Ami_Ca al Porto di Cagliari ha destato parecchia attenzione.
Abbiamo ricevuto molti complimenti anche per l’installazione dell’architetto Paulina Herrera Letelier che abbiamo realizzato in occasione del centenario degli architetti di Cagliari presso il Giardino sotto le Mura.
È difficile far capire il passaggio da materiale strutturale a materiale di design?
Dipende dagli interlocutori. Molti architetti stanno apprezzando questo concetto. Per esempio, per l’installazione della Herrera abbiamo ricevuto richieste da parte di un architetto che vorrebbe collaborare con noi per un nuovo progetto, in occasione dell’inaugurazione di una mostra che si terrà a Cagliari.
Lo studio ha in mente una installazione e vorrebbero capire la fattibilità del progetto. Anche a Milano sono state realizzate diverse installazioni con il tondino d’acciaio e la rete elettrosaldata.
È solo una passione o è anche business?
Sicuramente il progetto deriva dalla passione dell’ingegnere Emilio Fadda, presidente del Gruppo, per l’arte e l’architettura.
È stato lui a promuovere questo passaggio dall’industrializzazione di un materiale povero come il tondino d’acciaio alla creazione di un’opera d’arte o di un prodotto di design. Frem Arte è un progetto in continua evoluzione.
Tra gli altri progetti su cui state lavorando c’è Casa Frem: ci può raccontare di che cosa si tratta?
Casa Frem vede la collaborazione di tante aziende che lavorano all’interno del mondo dell’architettura. Oltre alla struttura e armatura si può arrivare a una finitura edile scegliendo materiali sardi.
In Sardegna abbiamo diverse aziende che lavorano nel mondo delle finiture edilizie e noi vogliamo sponsorizzarle, raggruppandole in questo progetto.
Quando è iniziato il suo rapporto di lavoro con la Frem?
A maggio 2022.
Quali risultati pensa di aver conseguito in questi due anni?
Penso di aver valorizzato l’azienda e di aver realizzato alcuni sogni nel cassetto dell’ingegner Fadda, dando una impronta ai progetti Casa Frem e Frem Arte.
Qual è invece il suo sogno nel cassetto?
Valorizzare al massimo Frem Group e Frem Milano con questi due progetti che possono dare molta visibilità all’azienda.
di Veronica Monaco