Un drastico calo delle ristrutturazioni e decollo delle opere pubbliche: le previsioni del centro di ricerca non sono esaltanti. E federcomated presenta l’iniziativa Edilizia nei territori.
Il mondo sta cambiando, e inevitabilmente si evolve anche il mercato e l’edilizia, che si afferma come «fattore imprevedibile».
Tempi difficili quelli che stiamo vivendo e tempi altrettanto difficili quelli che verranno, secondo il direttore del Cresme Lorenzo Bellicini, che assieme al presidente di Federcomated, Giuseppe Freri, ha partecipato a un convegno nell’ambito di Klimahouse, dedicato a congiuntura e previsioni (poco incoraggianti) per il mondo e il settore delle costruzioni.
Difficile vedere un futuro
Dopo gli incentivi statali e una curva in crescendo, è stata l’analisi, è difficile vedere un futuro ancora in crescita, inevitabile una contrazione.
«Siamo in una fase storica molto delicata dove i grossi cambiamenti sono papabili. Altri devono ancora avvenire e questo fa riflettere. Si teme la recessione, i tassi di crescita sono bassi, le tensioni globali si ripercuotono ovunque, gli scambi internazionali stanno subendo una brusca frenata. Cresce la preoccupazione», ha sostenuto Bellicini. «Dal 2019 a oggi non solo è cambiato il modo di pensare, ma anche il mondo, specialmente dopo la pandemia, che ha ribaltato le sorti».
Insomma, nel mondo delle costruzioni, poi, è cambiato proprio tutto. «Durante il lockdown il concetto di casa si è diversificato nell’immaginario di ognuno e si è sentita la necessità di rivedere il proprio spazio. Restaurarlo, ristrutturarlo, isolarlo e renderlo salubre. Anche per questo sono stati stanziati fondi: statali, europei, bonus. Miliardi che hanno drogato il mercato, denotando una forte crescita. Ma adesso che l’onda sta scendendo bisogna fare i conti con quanto è rimasto», ha ammonito dil direttore del Cresme.
Dopo il 2024
Eppure, l’indice di fiducia delle imprese rimane positivo. «Secondo le previsioni, il primo semestre del 2024 non andrà male, ma poi ci sarà– 8,5% da maggio: una frenata nella riqualificazione. Tuttavia, rimangono ancora diversi miliardi da spendere ed è per questo che il mondo delle opere entrerà in una nuova fase. Fino al 2026 la stagione sarà ricca di costruzioni di opere pubbliche. Poi, dall’edilizia residenziale degli ultimi anni, si passerà in maniera massiccia alle opere pubbliche, anche perché in questo biennio ci si aspetta una contrazione significativa. La stagione finirà nel 2026/2027: il quadro però non è ancora stato disegnato».
La partita cruciale, secondo Bellicini, si gioca nei territori. «Le città si devono rendere attrattive: posti di lavoro, qualità della vita. Milano, Bergamo e Bolzano primeggiano. In questo senso si può progettare un futuro e dimostrare, aumentando la reputazione, che si può scendere in campo nel grande mercato europeo con competitività».
Formazione
Durante l’evento il presidente di Federcomated Giuseppe Freri ha introdotto un’importante novità: «Il 2024 sarà sicuramente un anno difficile e nel 2025 entreremo nella normalità. Non possiamo guardare solamente al domani, ma è necessario avere una visione a lungo raggio. Per questo come Confcommercio abbiamo presentato l’iniziativa Edilizia nei territori. Stiamo lavorando in tutta Italia per creare una forza nella filiera dell’edilizia all’interno del commercio, offrendo un tavolo di formazione e confronto su industria e distribuzione. Un progetto sistemico, che permette ai distributori di avere anche dei collaboratori e degli operatori preparati».
di Alice Fugazza