Le gru della Fassi sono note nel mondo come le Ferrari delle macchine di elevazione. Anche perché, come le macchine di Maranello, sono rosse. Ma con una differenza, velocità a parte: il palcoscenico internazionale l’hanno conquistato senza partecipare ai Gran Premi di Formula 1, e in soli 50 anni: nel 1965 è stata prodotta la prima gru (ma l’azienda esisteva già) ed è allora che la Fassi ha individuato il suo cammino industriale. Un compleanno che è stato l’occasione, per Fassi Gru, di ripercorrere la strada che l’ha portata a conquistare un posto di primo piano, ma anche di annunciare che il traguardo è stato spostato più avanti: c’è ancora molta strada da fare. O, meglio, molti pesi da sollevare.
Ripercorrendo la sua storia in un incontro con la stampa, presso la sede di Albino (Bergamo), l’azienda ha sottolineato prima di tutto la bontà della sua ricetta industriale. Partendo da un concetto poco di moda, ma concreto: la costanza, parola che fa rima con coerenza. «I principi con cui mio padre ha dato vita nel 1965 alla sua avventura imprenditoriale nel mondo delle gru, sono ancora gli stessi con cui si regge l’impresa globale di oggi», ha spiegato Giovani Fassi. «Un’impresa che opera nel nuovo millennio con gli stessi valori delle nostre origini: la qualità, l’innovazione, la coerenza, la sicurezza, l’internazionalità. C’è tutta l’eccellenza di un marchio che ha trovato uno spazio preciso nel cuore di decine di migliaia di operatori in ogni parte del mondo».
Ma è necessario spiegare qual è stata la chiave del successo di Fassi Gru, colore rosso a parte: sono gli investimenti in ricerca e sviluppo che, come piace ricordare all’impresa di Albino, «sono base della filosofia costruttiva che guida l’azienda verso sfide sempre più impegnative, sviluppando soluzioni che sappiano anticipare le esigenze del mercato». Un esempio sono gli strumenti messi a disposizione della progettazione: i programmi di calcolo sviluppati in collaborazione con il Politecnico di Milano, i sistemi Cad di progettazione e simulazione molto evoluti come Catia, utilizzato anche dai principali marchi del settore automotive e del settore aerospaziale, oltre che da Fassi Gru, unica nel settore delle gru articolate. Dalla ricerca deriva la qualità del prodotto: l’elettronica e l’utilizzo di acciai cosiddetti alto e ultra-alto resistenziali che riescono a garantire performance molto elevate. Perché al cliente va fornito un mix di sicurezza e prestazioni.
Un’altra carta vincente è l’interfaccia uomo-macchina. Fassi Gru è stata tra i primi a sviluppare sistemi di controllo in remoto attraverso un radiocomando (ora anche da un semplice smartphone Android). Questo ha permesso all’operatore di lavorare in posizioni più sicure, con una migliore visibilità e limitando, in alcuni casi, il numero di persone impiegate. Infine, a vantaggio dei clienti c’è la capillare e professionale rete post-vendita, operativa in 60 Paesi nel mondo, pronta a intervenire se è necessario un supporto tecnico.
Il successo, però, non è la tappa conclusiva della corsa di Fassi. L’impresa vuole allargare l’ambito di attività, senza però perdere il focus industriale. Vanno letti in questo senso, quindi, gli accordi siglati di recente. L’ultimo è quello con la svedese Cranab insieme a Z-forest, uno dei maggiori fondi di investimento controllati dal governo svedese finalizzati alla crescita dell’industria nazionale. Fassi ha acquistato il 49% dell’azienda che ha sede a Vindeln, non lontano da Umeå, 700 chilometri a nord di Stoccolma. I tre impianti produttivi di Cranab, tutti nella stessa zona, sono dedicati alla progettazione e alla produzione di gru forestali. In Francia, invece, Fassi ha in precedenza acquistato una quota rilevante (circa il 20%) della francese Marrel, storica azienda di Andrézieux-Bouthéon (Lione), con 120 dipendenti, che produce allestimenti scarrabili e multibenne, pantografi per ribaltabili e cilindri idraulici. Per Fassi significa rimanere nel settore dell’allestimento dei veicoli industriali ampliando il proprio business. Per prepararsi a festeggiare i prossimi 50 anni.