Il gruppo della distribuzione Deus punta sulla capacità di valorizzare le proprie particolarità territoriali. E si prepara a festeggiare il traguardo allargando il campo di azione a tutto il territorio. Come anticipato nel corso dell’evento che ha riunito 12 soci e affiliati, per 139 punti vendita.
«Con le idee costruiamo la storia»: questo il titolo dell’evento che ha riunito 12 tra soci e affiliati di Deus, il gruppo dei gruppi della distribuzione edile, che attraverso Area De, Consorzio Cisme.com, Edilya consortile, Edilgroup, Gde, Gef., TopHaus, Uni.Edil, Progress, Stea, Coried rete di imprese, Ebli rappresenta un totale di 139 punti vendita del Centro Nord Italia.
Nella suggestiva cornice del museo-impresa Nicolis di Villafranca di Verona, che raccoglie auto d’epoca, biciclette, moto, macchine fotografiche, strumenti musicali, macchine per scrivere, Deus ha colto l’occasione per riaffermare alcuni dei suoi valori fondanti: condivisione delle idee e lavoro di squadra per crescere e affrontare le sfide future, valorizzazione e tutela delle differenze e peculiarità territoriali come valore aggiunto e motore per lo sviluppo, trasparenza nelle attività operative e strategiche, ricerca costante di azioni comuni ed efficaci e convergenza verso obiettivi comuni di massimizzazione del valore, oltre a fiducia e promozione dei rapporti umani e creazione di valore per tutta la filiera.
«Deus è consapevole che la partecipazione nei punti vendita è vitale non solo per la sopravvivenza del gruppo, ma anche per il suo sviluppo. Ed è per queste ragioni che, a partire dal 2022, il CdA ha avviato un progetto per agevolare e favorire la comunicazione tra le rivendite del consorzio. La visione del gruppo supera infatti sempre quella del singolo, ma è possibile proprio grazie al contributo e all’esperienza di ciascuna delle realtà che fanno parte del consorzio: è solo insieme che si vincono le sfide del futuro», spiegano dal Gruppo.
Nuova storia
«Evolvere e adeguarsi ai cambiamenti è ciò che permette di rimanere sul mercato. Il prossimo anno il Deus compie 20 anni. È ora di progettare la crescita e mettere in campo tutte le attività necessarie per costruire una nuova storia», ha esordito il presidente del Deus, Thomas Kerschbaumer, durante il meeting.
Una serata dall’atmosfera conviviale, che ha visto la partecipazione dei rappresentanti del consiglio di amministrazione (Carmela De Masi-Area De, Sandro D’Agostini-Consorzio Cisme, Daniele Marusi-Edilgroup, Remo Pieretti Edilya, Andrea Sorelli membro CdA gruppo Gef, Alberto Barletta-Uniedil, Valerio Lermini-Gde), della commissione tecnica del Gruppo che si occupa delle attività di gestione degli acquisti e della logistica, dei rivenditori associati, di rappresentanti del mondo della produzione e dei media.
«Ci sono due modi per sviluppare un’idea: con le proprie forze o in gruppo. Deus si colloca in quest’ultimo ambito. Come consorzi abbiamo l’abitudine di confrontarci già sul territorio. Da un po’ di tempo abbiamo deciso di allargare questo confronto anche in ambito nazionale», ha sottolineato Carmela De Masi (Area De).
«Deus si sta rinnovando facendo passi avanti per creare ulteriori momenti di aggregazione e condivisione. Mi auguro che questo rappresenti una partenza verso un cammino futuro. È il momento di progettare i prossimi 20 anni e creare le condizioni affinché ci sia una vicinanza maggiore tra i soci. Vorrei che la stessa vicinanza ci fosse anche con il mondo della produzione. Dobbiamo andare oltre gli ostacoli e arrivare insieme al cliente finale. L’invito è quello di essere parte attiva di questo gruppo: la diversità è un valore aggiunto, valorizziamo dunque le nostre peculiarità per crescere insieme», ha commentato Lermini (Gde).
I percorsi
«Fondato nel 2004, Deus è l’acronimo di Distributori Edili Uniti per lo Sviluppo. Secondo me il segreto del successo è proprio questo», ha sottolineato Micaela Bosi Picchiotti, presidente della rete di imprese Coried, affiliata a Deus.
«Quando abbiamo avuto modo di conoscere Deus, ce ne siamo innamorati subito. Coried nel suo piccolo rappresenta tre provincie (Lucca, Pisa e Massa Carrara) con esigenze di mercato estremamente diverse. Trovare il giusto equilibrio nelle diversità diventa una delle sfide maggiori di cui Deus rappresenta perfettamente la sintesi».
Sempre sulla diversità come valore aggiunto si è espresso anche Luca Dal Lago, presidente del Gruppo Stea, affiliato a Deus: «Diversi, ma uniti. Deus ha elevato questa idea. Abbiamo trovato una famiglia che ci ha accolti: le problematiche quotidiane da affrontare erano le stesse. Adesso auguro al consorzio di servirsi di forze fresche per accrescere l’appeal verso altri soggetti che possano entrare a far parte di questa famiglia».
A seguire, sul palco allestito presso il Museo Nicolis, si sono avvicendati alcuni tra i membri della commissione tecnica, di cui fanno parte Stefano Francucci (Area De), Pietro Piva (Consorzio Cisme), Andrea Biagioni, Damiano Secchiaroli, e Francesco Gostoli (Edilya), Genziana Carpena (Edilgroup), Carlo Finarelli, Lorenzo Bonciani, Tiziano Turini (Gef), Martin Barbieri (TopHaus e Progress), Antonino Rizzo (Uni.Edil), Martino Novello (Stea), Alessandro Berni (Coried).
«La commissione tecnica lavora dietro le quinte», ha evidenziato Rizzo (Uni Edil). «Ma il suo principale scopo è quello di dare opportunità di crescita alle rivendite che mantengono la loro autonomia e il loro approccio al mercato».
«La commissione tecnica è il cuore pulsante di Deus», è stato il commento di Pietro Piva (Cisme). «Un gruppo di professionisti di alta qualità, con personalità diverse e che operano in contesti di mercato con problematiche diverse, ma questa diversità è anche la nostra forza. Tutto il lavoro che la commissione tecnica riesce a portare avanti è possibile solo grazie al lavoro del personale Deus che ci permette di avere sempre dati aggiornati e precisi».
di Veronica Monaco
Il presidente focus su digitalizzazione e ambiente
Thomas Kerschbaumer è il presidente di Deus, oltre a essere amministratore delegato di TopHaus
Per Deus i 20 anni sono un bel traguardo. Come lo festeggerete?
Il nostro consorzio è una realtà sui generis in Italia perché è un gruppo di gruppi e, quindi, eterogeneo per sua natura. Ma ha sempre fatto delle differenze un punto di forza, delle particolarità territoriali una ricchezza da tutelare e valorizzare.
Il prossimo anno il Deus celebrerà il suo ventennale, un traguardo importantissimo per noi perché dimostra come, nonostante le differenze, siamo riusciti in tutti questi anni a lavorare in maniera sempre più coesa e organica.
Abbiamo in programma di festeggiare con un grande evento e perché in Deus ogni realtà è importante le rivendite Deus saranno, ancora una volta, protagoniste della manifestazione.
Che cosa è cambiato per la distribuzione dal 2004?
Deus è nato il 18 marzo 2004 con la volontà di creare valore per l’attività dei propri soci perseguendo lo sviluppo non solo negli aspetti commerciali, ma anche nelle modalità organizzative, nei servizi offerti, nella creazione di strumenti digitali e di marketing e nella condivisione delle competenze manageriali.
Insomma, Deus è nato da una visione lungimirante che ci ha permesso di affrontare, dando una risposta tempestiva, alle sfide del mercato che sono divenute sempre più impellenti soprattutto negli ultimi anni.
Il settore della distribuzione edile in Italia infatti è cambiato enormemente in questi vent’anni soprattutto sulla spinta dei bonus edili e del mutato contesto economico, storico e sociale: oggi le rivendite non si occupano più solo di vendita di materiali e devono piuttosto considerarsi come fornitori di servizi e di soluzioni per l’edilizia. Per questa ragione oggi è importante, più che mai, lavorare insieme per far fronte ai grandi obiettivi del futuro, soprattutto in tema di digitalizzazione e sostenibilità.
Quali sono le aspettative per il nuovo anno?
Desideriamo crescere dal punto di vista della copertura nazionale e sviluppare servizi che siano utili a tutti gli associati per soddisfare le esigenze dei propri clienti, per questo è importante la partecipazione di tutti, perché è solo con la condivisione delle idee che è possibile lo sviluppo, vero obiettivo del nostro consorzio, come suggerisce il nostro stesso acronimo Deus, Distributori Edili uniti per lo Sviluppo.
Sostenibilità e digitalizzazione: come affrontate queste due sfide?
Il mondo della distribuzione deve fare i conti con gli ambiziosi obiettivi fissati dall’agenda europea 2030-2050 che richiedono uno sforzo importante e un impegno concreto delle singole aziende per il prossimo futuro: Deus ha raccolto questa sfida con un convegno tecnico lo scorso maggio con l’obiettivo di individuare, concretamente, i pilastri per costruire una impresa sostenibile.
Stiamo portando avanti il tema attraverso i contenuti legati alla comunicazione e abbiamo in programma di approfondire anche il tema legato alla digitalizzazione sia attraverso le attività di comunicazione che di formazione per i nostri associati.
Le sorprese dell’ingegno al museo nicolis
Si chiama Museo Nicolis dell’Auto, della Tecnica, della Meccanica ed è un salto nel passato attraverso centinaia di automobili, motociclette, biciclette e mezzi di trasporto degli ultimi due secoli. Ma non solo: macchine fotografiche e per scrivere, strumenti musicali, oggetti introvabili.
Inaugurato nel Duemila a Villafranca di Verona e creato da Luciano Nicolis, imprenditore veronese impegnato nel settore cartario e appassionato di tecnica e meccanica, il museo-impresa è oggi guidato dalla figlia Silvia Nicolis, che è a capo anche dell’impresa di famiglia Lamacart. «Mio padre è un uomo che rappresenta quell’«Italia del fare» tipica degli anni Trenta.
Nel 1934 mio nonno Francesco decise di dedicarsi alla raccolta della carta da macero con l’aiuto di mio papà. L’attività si è velocemente sviluppata e sin dagli anni Sessanta l’azienda si è trasformata in un punto di riferimento nel settore», ha raccontato. Lamacart ancora oggi è attiva nel recupero e lavorazione di carta da macero destinata al riciclo.
I principi che guidano l’impresa cartaria, cioè raccolta e riutilizzo, sono gli stessi che hanno alimentato la passione per il collezionismo di Luciano Nicolis. «Da qui nascono tutte le collezioni del museo. Siamo qui per produrre, far crescere il territorio, formarci e continuare a imparare ogni giorno: questo è il concetto su cui si basa il nostro museo-impresa, che vuole farsi portavoce di una parte della storia d’Italia», composta da ben 200 auto d’epoca, 120 biciclette, 105 moto, 500 macchine fotografiche, 120 strumenti musicali, un centinaio di macchine per scrivere, piccoli velivoli, una collezione di circa cento volanti di auto di Formula 1 e centinaia di opere dell’ingegno umano esposti secondo percorsi storici e stilistici. «Ereditare un’impresa significa tanti oneri e onori. Già da bambina respiravo l’aria della fabbrica, giocavo con i fanali al carburo e citavo le storie dei proprietari delle auto. Ho fatto una gavetta importante, ma oggi sono felice. Quello dell’imprenditore è un lavoro in solitudine, ma che offre la possibilità di contribuire all’economia e alla formazione dei giovani. Possiamo portare avanti il lavoro di chi ci ha preceduto lasciando una traccia», è il racconto di Silvia Nicolis. «La nostra è un’impresa culturale d’eccellenza riconosciuta a livello internazionale. Il museo non rappresenta solo la collezione di Luciano Nicolis, ma una storia fatta di marchi, prodotti, processi produttivi e design. Non siamo un museo statico, che espone semplicemente il proprio patrimonio, ma una realtà viva aperta a qualsiasi tipo di evento e attività di condivisione dei propri pezzi da collezione, una testimonianza che appartiene a tutti, soprattutto alle giovani generazioni.
Trasferire cultura ai giovani è importante sia per il mondo del lavoro che per la società». Grazie all’apertura del museo-impresa Nicolis, Villafranca di Verona è diventata il 28esimo comune italiano ad aderire all’Associazione Città dei Motori che riunisce le amministrazioni che hanno legami con il mondo delle due e delle quattro ruote. «Per alcune automobili del museo ho ricordi legati alla mia infanzia, in particolare sulla Lancia Astura 1000 Miglia, unica al mondo, costruita appositamente per Luigi Villoresi, da cui nasce il logo del museo. Da bambina ho avuto il piacere anche di conoscere personalmente Villoresi e il suo ricordo mi è rimasto nel cuore». Come nell’edilizia, il mondo cartario e quello dell’automobile sono ancora settori a prevalenza maschile, ma per Silvia Nicolis non si può dire che il connubio donne e motori non sia risultato vincente. «Credo che oggi ci siano molte opportunità rispetto al passato e noi donne possiamo ritagliarci uno spazio significativo, anche se devo ammettere che qualche forzo in più dobbiamo ancora farlo. Serve tanta personalità e preparazione, ma ci sono tante occasioni di creare ottimi rapporti di sinergia e complicità».
La visione dei produttori-partner
Protagonisti del cambiamento insieme a Deus sono anche i produttori del settore delle costruzioni, che durante l’evento a Villafranca di Verona hanno portato sul palco le loro strategie e i loro progetti per affrontare le sfide del futuro, unendo innovazione, sostenibilità e digitalizzazione.
Secondo Filippo Maggioni, direttore commerciale di Kerakoll Group, «nel comparto dell’edilizia possiamo ancora fare tanto sul fronte dell’innovazione. Nel 2021 Kerakoll ha introdotto Genius Lab Building Platform, una piattaforma digitale che attraverso l’intelligenza artificiale supporta la gestione dei cantieri. Gestire una ristrutturazione è un processo complesso e stressante.
Con Genius Lab è possibile coordinare all’interno di un unico contenitore le relazioni tra i vari professionisti ed efficientare i processi, dalla redazione dei preventivi alle normative, dalla sostenibilità al riciclo materiali, cercando di velocizzare il più possibile le operazioni.
Dal 2021 aoggi abbiamo supportato circa 7 mila cantieri». Per Andrea Bandera, direttore commerciale Italia di Laterlite, «il confronto e lo scambio di opinioni è fondamentale per poter cogliere le sfide e le opportunità del futuro. Negli anni Sessanta abbiamo introdotto per primi l’argilla espansa, uno dei primissimi isolanti termici nell’edilizia.
Per anni abbiamo prodotto soluzioni che isolavano termicamente. Poi, con l’introduzione dei primi sistemi di riscaldamento a pavimento, abbiamo dovuto studiare nuovi massetti per andare incontro alle esigenze tecniche di mercato.
Sono nati così i prodotti della gamma PaRis, che da oltre dieci anni rappresentano i massetti specifici per gli impianti di riscaldamento e raffrescamento a pavimento. In questo modo un’azienda che realizzava il 100% del proprio fatturato con prodotti leggeri è arrivata a trasformare il proprio core business: oggi solo il 50% del fatturato è costituito da prodotti a base di argilla espansa. Questo per dire che ogni tanto vincere la tradizione e aprire la propria mentalità, aiuta a portare innovazione e crescere».
«Siamo un’azienda storica, che ha alle spalle quasi 160 anni di storia», ha aggiunto Wainer Pezzoli, direttore vendite Italia di Torggler. «La nostra più grande innovazione è legata alla nascita di un prodotto che ancora oggi è uno dei più venduti del portafoglio aziendale: la malta cementizia premiscelata Umafix.
Questo prodotto è nato nel 1956: all’epoca Italcementi, ora Heidelberg Materials, portò uno speciale cemento nei laboratori Torggler a Milano chiedendo di eseguire dei test per verificare le possibilità di produzione di un premiscelato.
I nostri chimici crearono questo prodotto dalle caratteristiche eccezionali sia in termini di resistenza che di rapidità di posa. Dopo 12 anni successivi Italcementi ritirò dal mercato questa tipologia di cemento. Torggler ha riscritto la formulazione del prodotto, riuscendo a mantenerne inalterate le caratteristiche e ancora oggi Umafix rappresenta la filosofia dell’innovazione che l’azienda ricerca nelle sue soluzioni».
«Fassa Bortolo nasce come produttrice di premiscelati. Nel 2007-2008, a causa della congiuntura negativa del mercato, l’azienda si è ritrovata con 14 mila silos fermi: un dramma a livello industriale», ha rievocato Simone Lorenzi, responsabile vendite Nord Italia di Fassa Bortolo.
«Da questa circostanza abbiamo cercato di trovare una soluzione: inizialmente si pensò di variare il mix con altre linee di prodotto, ma avendo lavorato fino ad allora con il mercato dello sfuso, mancava alla base il rapporto con la distribuzione. C’è stata così un’illuminazione imprenditoriale: l’idea di fornire ai rivenditori un prodotto che prima era appannaggio di grossi produttori specializzati, cioè il sistema a secco. Abbiamo investito in questo progetto in maniera significativa, assumendoci anche un notevole rischio di impresa: dovevamo infatti affrontare la concorrenza di grossissime multinazionali mondiali, in uno scontro quasi da Davide contro Golia. Da lì si è invece aperto uno spiraglio grazie alla distribuzione, che ci ha dato la possibilità negli anni successivi di riposizionarci e offrire al mercato un sistema integrato di prodotti, composta da ben 14 sistemi, che vanno dal cappotto al colore, dal risanamento al consolidamento».
«L’innovazione per noi non si esplica tanto in una novità di prodotto, quanto nell’impegno di creare quante più occasioni commerciali all’interno dei punti vendita. Siamo in un momento di rapido cambiamento e per il 2024 le previsioni non sono proprio straordinarie», è la sintesi dell’intervento di Fabrizio Zaccaron, direttore vendite Eclisse.
«Purtroppo, all’interno delle rivendite ci sono ancora professionisti che si lasciano sfuggire occasioni di vendita e quindi di fatturato. Pertanto, Eclisse ha creato un sistema di formazione, non solo tecnica ma anche commerciale: stiamo lavorando per dare ai venditori un metodo e la consapevolezza necessaria per sfruttare al meglio le opportunità che si presentano in rivendita, a vantaggio del fatturato».
«Crediamo nell’offerta della qualità a tutta la filiera», ha affermato Sabrina Cunial, direzione vendite e marketing di Industrie Cotto Possagno, azienda che nel 1998 ha unito cinque fornaci storiche. «Nel 2015 abbiamo partecipato al progetto europeo LifeHerotile: il progetto è durato tre anni e ha portato alla nascita della prima tegola ventilata al mondo.
Sappiamo che il 40% delle emissioni di Co2 in atmosfera derivano dagli edifici, quindi la filiera dell’edilizia può fare molto per contribuire all’abbattimento dell’inquinamento atmosferico.
La nostra tegola ventilata consente una riduzione del 25% della temperatura dell’aria sottotegola e del 50% dei watt entranti da climatizzare, con conseguente risparmio energetico e comfort indoor. Attualmente stiamo partecipando anche a un secondo progetto, Life SuperHero, che mira a far diventare il tetto ventilato una best practice in Europa. Siamo inoltre al lavoro per studiare soluzioni in grado di contrastare i fenomeni meteorologici estremi, con sistemi dotati di particolari resistenze meccaniche e che possono essere anche riutilizzati al fine vita».
«Nel 2018 stavo partecipando a un corso di formazione interno con il reparto vendite e marketing dedicato alle soft skills. La coach propose di allargare questa formazione anche all’esterno, così siamo partiti con un corso dedicato solo alla vendita dedicato ai nostri clienti», è il racconto di Paolo d’Agostino, direttore vendite di Redi.
«Siamo partiti con una serie di attività e contiamo di riprendere dal prossimo anno. Per me è stata un’esperienza molto positiva e attraverso questa attività ho notato una grande potenzialità, soprattutto nei giovani capaci di esprimere molta energia per il futuro della filiera. Sta a noi liberare questa energia e contribuire alla crescita di queste potenzialità».
«Il sistema di costruzione Xella ha una storia particolare», ha raccontato Davide Boschiero, key account manager Xella Italia. «Nel 2005-2006, quando ancora Xella era di proprietà della famiglia Haniel, era nata l’esigenza di ristrutturare il museo della famiglia che risale al 1700. La struttura necessitava di una bonifica sia termica che per l’umidità di risalita. La famiglia ha messo insieme due divisioni, quella dedicata alle polveri e quella degli isolanti, per trovare un sistema che unisse le due esigenze. In pochi mesi ha messo in piedi uno studio e una sperimentazione durata dieci anni. Nel 2014 ha presentato alla fiera Bau di Monaco quello che a oggi è l’unico sistema di isolamento interno che sfrutta la capacità di resistere anche all’aggressione dei sali di risalita».
attività di gestione degli acquisti e della logistica, dei rivenditori associati, di rappresentanti del mondo della produzione e dei media.
«Ci sono due modi per sviluppare un’idea: con le proprie forze o in gruppo. Deus si colloca in quest’ultimo ambito. Come consorzi abbiamo l’abitudine di confrontarci già sul territorio. Da un po’ di tempo abbiamo deciso di allargare questo confronto anche in ambito nazionale», ha sottolineato Carmela De Masi (Area De).
«Deus si sta rinnovando facendo passi avanti per creare ulteriori momenti di aggregazione e condivisione. Mi auguro che questo rappresenti una partenza verso un cammino futuro. È il momento di progettare i prossimi 20 anni e creare le condizioni affinché ci sia una vicinanza maggiore tra i soci. Vorrei che la stessa vicinanza ci fosse anche con il mondo della produzione. Dobbiamo andare oltre gli ostacoli e arrivare insieme al cliente finale. L’invito è quello di essere parte attiva di questo gruppo: la diversità è un valore aggiunto, valorizziamo dunque le nostre peculiarità per crescere insieme», ha commentato Lermini (Gde).
I percorsi
«Fondato nel 2004, Deus è l’acronimo di Distributori Edili Uniti per lo Sviluppo. Secondo me il segreto del successo è proprio questo», ha sottolineato Micaela Bosi Picchiotti, presidente della rete di imprese Coried, affiliata a Deus.
«Quando abbiamo avuto modo di conoscere Deus, ce ne siamo innamorati subito. Coried nel suo piccolo rappresenta tre provincie (Lucca, Pisa e Massa Carrara) con esigenze di mercato estremamente diverse. Trovare il giusto equilibrio nelle diversità diventa una delle sfide maggiori di cui Deus rappresenta perfettamente la sintesi».
Sempre sulla diversità come valore aggiunto si è espresso anche Luca Dal Lago, presidente del Gruppo Stea, affiliato a Deus: «Diversi, ma uniti. Deus ha elevato questa idea. Abbiamo trovato una famiglia che ci ha accolti: le problematiche quotidiane da affrontare erano le stesse. Adesso auguro al consorzio di servirsi di forze fresche per accrescere l’appeal verso altri soggetti che possano entrare a far parte di questa famiglia».
A seguire, sul palco allestito presso il Museo Nicolis, si sono avvicendati alcuni tra i membri della commissione tecnica, di cui fanno parte Stefano Francucci (Area De), Pietro Piva (Consorzio Cisme), Andrea Biagioni, Damiano Secchiaroli, e Francesco Gostoli (Edilya), Genziana Carpena (Edilgroup), Carlo Finarelli, Lorenzo Bonciani, Tiziano Turini (Gef), Martin Barbieri (TopHaus e Progress), Antonino Rizzo (Uni.Edil), Martino Novello (Stea), Alessandro Berni (Coried).
«La commissione tecnica lavora dietro le quinte», ha evidenziato Rizzo (Uni Edil). «Ma il suo principale scopo è quello di dare opportunità di crescita alle rivendite che mantengono la loro autonomia e il loro approccio al mercato».
«La commissione tecnica è il cuore pulsante di Deus», è stato il commento di Pietro Piva (Cisme). «Un gruppo di professionisti di alta qualità, con personalità diverse e che operano in contesti di mercato con problematiche diverse, ma questa diversità è anche la nostra forza. Tutto il lavoro che la commissione tecnica riesce a portare avanti è possibile solo grazie al lavoro del personale Deus che ci permette di avere sempre dati aggiornati e precisi».