Emergenza territorio, allarme dell’Anra

Finita l’emergenza, la coscienza collettiva dimentica. Ed è un errore. Sono passati cinque anni dal sisma che ha sconvolto L’Aquila (6 aprile 2009 alle 3,32, causando la morte di 309). Ma non è stato fatto abbastanza per prevenire e gestire altri eventi simili. Secondo l’Ance, sono oltre 200 i cantieri attivati nel centro storico dell’Aquila e 1.500 quelli nelle zone periferiche, oltre 11.500 gli addetti in campo e 1.400 le imprese impegnate negli interventi edilizi: nei comuni del cratere sono 560 i cantieri nelle periferie e 40 nei centri storici. I numeri fotografano la fragilità del nostro Paese, che periodicamente deve fare i conti da un lato con l’incuria e la scarsa propensione a prevedere rischi e dall’altro con eventi naturali infausti e tragici. Per questa ragione, Anra (l’associazione che dal 1972 raggruppa i risk manager e i responsabili delle assicurazioni aziendali) ha stilato alcune regole da osservare e seguire in un’ottica di salvaguardia delle imprese e della loro capacità produttiva in momenti di particolare difficoltà sia per effetto di condizioni climatiche avverse sia di calamità naturali. Il  tema sarà affrontato il 10 aprile nel corso dell’assemblea annuale dei soci in un convegno: «Emergenze e Crisis Management: istruzioni per l’uso – Dall’attività di analisi alle testimonianze dirette». L’Assemblea Anra si terrà a Milano presso il Centro Congressi Fondazione Cariplo, in via Romagnosi 8. 

 

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