L’Ance pronta a scendere (di nuovo) in piazza. I costruttori, dice il presidente di Ance, Gabriele Buia, sono pronti a marciare a fianco dei sindacati se nella prossima legge di Bilancio non saranno inserite norme per rilanciare il settore delle costruzioni. Anche se, dire il vero, però, nel governo c’è chi pensa a una abolizione o riduzione dei bonus casa. Ma non c’è ancora nulla di ufficiale. Di sicuro c’è, però, la volontà di Ance nel sollicetare il governo a intervenire per favorire una ripresa del settore: «L’edilizia per il decimo anno consecutivo è in crisi e non riesce a uscirne», ha avvertito Buia all’agenzia Adnkronos. «Abbiamo perso 600mila posti di lavoro. Serve un vero e proprio Piano Marshall per rilanciarlo, e le prime indicazioni devono venire dalla legge di bilancio o ci saranno azioni eclatanti. Siamo pronti anche a sfilare fianco a fianco con il sindacato per recuperare lavoro e occupazione».
Buia chiede norme «che semplifichino gli iter burocratici e accorcino i tempi tra la discussione politica e l’apertura del cantiere. Passano anche dieci anni. Troppi. Si devono rilanciare gli investimenti pubblici, e non dovrebbe essere impossibile dato che sono stati già messi a bilancio per i prossimi 15 anni 140 miliardi di euro». Secondo l’Ance, se il settore tornasse a livelli pre-crisi il Pil italiano potrebbe superare il 2%. Basti pensare, sostiene sempre l’associazione dei costruttori, che ogni miliardo investito genera 15mila posti di lavoro. «Ecco, si può dire che se con le ultime aste di titoli di Stato pagare il debito è costato 4 miliardi in più, sono stati potenzialmente bruciati 60mila posti di lavoro», conclude Buia.