Canale digitale vs reale: è il tema caldo su cui anche l’edilizia si concentra da tempo. Ed è stato anche il tema di un convegno organizzato a Firenze per parlare di e-commerce nel settore delle costruzioni. Tema affrontato in particolar modo nell’intervento di Marco Marcatili, economista di Nomisma (Osservatorio sul mercato immobiliare), uno dei tanti esperti intervenuti nel corso della giornata. Marcatili, parlando della situazione attuale del mercato, ha sottolineato i rischi e le rivoluzioni messe in moto dal cambiamento economico-culturale in atto. E ha subito messo in guarda da due rischi: il tentativo di oggettivare tutti i cambiamenti in atto (aspetto nel quale bisogna evitare la logica illuministica secondo la quale siamo tutti esploratori) e, in secundis, quello di banalizzare alcune impressioni. “Per esempio, riferendomi proprio al titolo del convegno, io non sono così sicuro che vi sia una frattura così netta fra reale e virtuale: non vi è alcun aut-aut. È necessario avere una maggiore apertura, sentirsi apprendisti”, ha spiegato.
I dolori del mercato immobiliare. “Abbiamo vissuto una fase in cui è aumentata l’offerta e la domanda si è bevuto di tutto, ma davvero di tutto. Le nostre città sono completamente sconnesse dai bisogni di chi ne deve fruire e l’offerta continua a non saper parlare con gli acquirenti”. Marcatili ha esposto i risultati di una ricerca condotta da Nomisma. Secondo l’analisi, le famigli, quando comprano una casa, danno più peso a ciò che è al contesto in cui si trova l’immobile, rispetto all’immobile in sé. Ma i costruttori, sempre secondo Marcatili, sono ancora sordi a queste esigenze, a questa domanda socio-contestuale.
Casa, le tre rivoluzioni in atto. Secondo l’analista sono tre le rivoluzioni socio-culturali innescate da questo trend. “La prima è che un tempo si lavorava con il sogno-fine di comprare casa, intesa come nido, come contenitore della famiglia. Oggi la casa ha assunto una diversa conformazione, è un po’ svanito il sogno. La casa è diventata meno contenitore, anche perché più difficile comprarla. È il dovere dell’offerta è rieducare all’abitare”. In secondo luogo “la casa del presente si deve inserire, soprattutto nella città, in un contesto meno chiuso e appartato (appartamento…) e più pubblico: ciò innesca processi in cui vi sono relazioni di vicinato e di quartiere. Questo rappresenta un obiettivo con cui fare i conti. Terzo e ultimo punto, “l’abitare, a causa dell’offerta, si è differenziato in segmenti. Si deve invece educare all’abitare per inter-generazionalità e inter-culturalità, creando valori aggiunti relazionali, uscendo dalla tana”.