Ecco chi guida la crescita dell’edilizia in Lombardia

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La vincitrice dell’edilizia in Lombardia è… In questo articolo presentiamo i dati del settore elaborati su base regionale e con un focus sulla provincia che negli ultimi anni ha staccato tutti per crescita e dinamiche reddituali. 

Edilizia in Lombardia

Sono 22,3 i miliardi di investimenti realizzati in Lombardia con il superbonus 110%, dei quali 21,9 di interventi ammessi a detrazione, e con circa 880 milioni ancora da spendere, per un totale di oltre 78.053 interventi, 22.376 (28,7%) negli edifici condominiali, 34.293 in edifici unifamiliari (43,9%) e 21.832 in unità immobiliari funzionalmente indipendenti (27,4%).

Tuttavia, analizzando i dati a livello di investimenti e non di singoli interventi, emerge come la quota maggiore sia andata ai condomini, 71,7%, contro il 18,2% delle villette e il 10,1% delle altre unità immobiliari.

Il superbonus in Lombardia ha attivato interventi che hanno coinvolto l’1,7% delle famiglie e, dunque, l’incentivo è stato un provvedimento molto diffuso e utilizzato, che ha consentito di recuperare il 5,1% del patrimonio in termini di edifici unifamiliari e il 4,1% dei condomini.

Si tratta di quantità molto rilevanti che, in prospettiva della direttiva europea Case green, mette la regione (e anche l’Italia) in una posizione di vantaggio: è come se un quarto della strada da percorrere per il raggiungimento dell’obiettivo della Ue lo avessimo già raggiunto.

Il confronto

Tralasciando le opportunità derivanti in questi prossimi anni e fino, per ora, al 2026 promosse dal Pnrr, l’orizzonte della buona salute dell’economia delle costruzioni in Lombardia e in provincia di Brescia può essere rilevato da alcuni indicatori di carattere macroeconomico.

Mettendo a confronto la produzione di Pil, a livello nazionale e regionale, in un orizzonte di lungo periodo e secondo i dati più aggiornati forniti dall’Istat (1995-2022), emerge come, fatto cento il 1995, la progressione sia stata sostanzialmente simile fino alla crisi economica del 2009, quando dopo la crisi la Lombardia ha innestato una marcia diversa rispetto alla media nazionale, dunque diventando un motore del rilancio economico del Pil a livello nazionale, segnando progressivamente alcuni punti percentuali significativi di scarto appunto tra la media nazionale e il dato regionale, sempre superiore.

Colpisce in modo particolare la capacità di reazione della Lombardia non solo nel periodo pre covid, ma anche e soprattutto nel post covid, dove la curva di ripresa appare decisamente più performante, segnando una accelerazione migliore rispetto al dato medio nazionale.

L'economia in lombardia mostra maggiore vitalità rispetto al resto d'europa d'Italia nel dopo crisi
L’economia in Lombardia mostra maggiore vitalità rispetto al resto d’eEuropa d’Italia nel dopo crisi. Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat
La dinamica delle costruzioni in Lombardia letta attraverso l'occupazione
La dinamica delle costruzioni in Lombardia letta attraverso l’occupazione. Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat
Brescia prima lenta e poi più reattiva nel dopo crisi
Brescia prima lenta e poi più reattiva nel dopo crisi. Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su dati Istat

Occupazione boom

Analizzando la dinamica del settore delle costruzioni nello stesso periodo, che può essere letta attraverso la lente dell’occupazione, sempre fatto cento il 1995, emerge come la Lombardia sia stata in grado di creare più posti di lavoro proprio nella fase post crisi 2009.

La dinamica è stata molto positiva nel periodo di ripresa 2016-2020 e la crescita è proseguita anche nel biennio seguente, mantenendo sempre un forte distacco tra la media nazionale e quella dell’intero Nord Ovest.

La provincia di Brescia, per esempio, si colloca in queste dinamiche con una propria specificità, che emerge dal confronto con il dato regionale e nazionale.

Analizzando il settore delle costruzioni nelle dinamiche specifiche prodotte dall’andamento del valore aggiunto, non solo a livello nazionale e in Lombardia, ma anche in questa provincia (in questo caso l’anno di partenza per il confronto è il 2000), le tre curve mostrano come la crisi post 2009 abbia impattato in modo più significativo rispetto al resto della regione, avvicinandola tra il 2013 e il 2015 ai valori medi nazionali.

Tuttavia, poi ha trovato una dinamica espansiva di ripresa che ha progressivamente avvicinato il valore aggiunto prodotto in provincia a quello prodotto in regione, con un allineamento pressoché uguale nel dopo covid, segnando un significativo distacco con il valore medio nazionale. Brescia appare più lenta, inizialmente, ma poi più reattiva negli scenari post crisi.

Una vitalità che deve molto al superbonus
Una vitalità che deve molto al superbonus. Fonte: Enea

Il rimbalzo

Questa reattività emerge anche e soprattutto analizzando l’andamento recente delle dinamiche economiche e reddituali del settore della distribuzione edile in provincia di Brescia e in Lombardia, a confronto sempre con i dati medi regionali.

I dati economici derivanti dalle analisi di bilancio delle società di capitali del settore della distribuzione edile evidenziano un primo dato molto significativo: se la Lombardia tra il 2021 e il 2022 ha corso, la provincia di Brescia ha letteralmente volato.

Le dinamiche del fatturato mostrano come a livello nazionale la crescita del 27,6% sia stata superata dal +31,2% del dato lombardo, ma anche come la provincia di Brescia fa ancora meglio, con +33,7%.

Dinamiche simili anche per il valore della produzione, ma è nella capacità di produrre valore aggiunto che avviene il primo strappo, nel quale la provincia di Brescia sul fronte delle performance dei propri rivenditori edili, mostra un primo dato interessante, ovvero la crescita del 41,5% del valore aggiunto, contro il +33,1% della Lombardia e il 29,7% del dato medio nazionale.

La provincia di Brescia, dunque, presenta uno scarto positivo di quasi 12 punti percentuali con la media nazionale, che si amplifica nell’incremento della redditività, che per Brescia vede una crescita del 71,9% a livello di margine operativo lordo e del 75,0% a livello di utile netto, mentre rimangono distanziati i valori medi nazionali e quelli lombardi, con scarti compresi tra 13 e 20 punti percentuali.

La performance

Dove i rivenditori edili della provincia di Brescia mostrano un’interessante performance, è a livello di cash flow, ovvero dell’indicatore del peso del cash flow sul fatturato, che misura sostanzialmente la capacità di liquidità dell’impresa.

Questo indicatore è pari al 7,7% come valore medio nazionale, che sale 9,2% se riferito alla Lombardia, ma che svetta a 13,2% nel caso delle aziende di distribuzione di materiali edili della provincia di Brescia.

Queste dinamiche si riverberano positivamente sulla capacità di produrre margini e utili, che per le imprese della provincia di Brescia sono passati da un valore del 13,1% di margine operativo lordo al 17,1% del 2022, con significativi punti percentuali di scarto sia rispetto alla media nazionale che a quella regionale.

Performance a confronto. La lombardia corre, ma Brescia vola
Performance a confronto. La lombardia corre, ma Brescia vola. Fonte: elaborazione Centro Studi YouTrade su analisi dei bilanci delle aziende del settore

I margini

Ma è anche nella capacità di tradurre i margini in utili che le imprese distributive della provincia di Brescia si distinguono dalle medie nazionali e regionali.

Se a livello italiano la media 2021 era del 4,7% ed è passata al 6,1% nel 2022, con un aumento di 1,4 punti percentuali, e se il valore medio regionale è passato dal 5,9% del 2021 al 7,3% del 2022, con un incremento sempre di 1,4 punti percentuali, i distributori edili della provincia di Brescia hanno saputo realizzare il passaggio dall’8,8% del 2021 all’11,5% del 2022, con un incremento di 2,7 punti e con un saldo positivo rispetto alle medie nazionali e regionali rispettivamente di 5,4% e 4,2%.

Sono dati molto positivi e significativi di un rafforzamento del settore, sia dal punto di vista economico sia da quello finanziario, che mostrano come le imprese hanno saputo sfruttare il buon momento espansivo, generato soprattutto dalle dinamiche legate al superbonus, che adesso dovranno essere consolidate in azioni di ulteriore rafforzamento in vista delle sfide del Pnrr e, in futuro, dell’adozione e applicazione della direttiva case green.

a cura del Centro Studi YouTrade

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