È svizzera, ma piace a tutto il mondo: Angela Deuber, architetto, è stata eletta la migliore tra una platea di 21 candidate di 16 Paesi, in lizza per il terzo arcVision Prize – Women and Architecture, sfida organizzata da Italcementi. All’iLab del gruppo, al Kilometro rosso, vicino a Bergamo, individuare la vincitrice non è stato semplice. La giuria, infatti, ci ha messo più del previsto e la cerimonia di premiazione è rimasta in suspence a lungo prima di arrivare a una conclusione. D’altra parte, i progetti in gara, tutti di donne architetto con la capacità di innovare e stupire, erano molti e molto interessanti. Shaikha Al Maskari (membro del Consiglio Direttivo dell’Arab International Women’s Forum-AIWF), Vera Baboun (Sindaco di Betlemme), Odile Decq (titolare dello studio di architettura Odile Decq), Yvonne Farrell (socia fondatrice dello studio di architettura Grafton Architects) Louisa Hutton (socia fondatrice dello studio d’architettura Sauerbruch Hutton), Suhasini Mani Ratnam (attrice, produttrice e scrittrice indiana), Samia Nkrumah (presidente del Centro Panafricano Kwame Nkrumah), Benedetta Tagliabue (titolare dello studio Miralles Tagliabue EMBT), Martha Thorne (direttore Pritzker Prize, considerato il Nobel dell’architettura), hanno discusso valutato, esaminato e, alla fine hanno scelto le linee morbide e pulite di Angela Duber. «Un confronto tra progetti innovativi che è importante soprattutto quest’anno, in cui l’architettura è tra le protagoniste dell’Expo 2015», ha sottolineato il consigliere delegato di Italcementi, Carlo Pesenti. A testimonianza del link con l’esposizione che inizierà a maggio era presente anche Diana Bracco, presidente di Expo 2015 e era presente Diana Bracco, presidente di Expo 2015, e Paula Nascimento, estrosa donna architetto, progettista del Padiglione dell’Angola. «L’arcVision Prize vuole premiare idee e progetti innovativi, sostenibili e sociali, orientati alla bellezza e alla funzionalità del costruire e dell’abitare. Il premio vuole portare in primo piano quella visione al femminile dell’architettura capace di coniugare tecnologia e ambiente, materiali e forma, stile ed efficienza nella rigenerazione delle città e del territorio», ha aggiunto Pesenti. Alla cerimonia di premiazione altri riconoscimenti, annunciati da Stefano Casciani, direttore scientifico del Premio, sono andati anche a Kate Otten (Sudafrica), Patama Roonrakwit (Tailandia) e Samira Rathod (India).