Lo scopo è chiaro: «(…) contenere gli impatti ambientali connessi alle forniture di prodotti per l’arredo esterno, per l’arredo urbano e all’affidamento del servizio di manutenzione ordinaria e straordinaria di tali prodotti». Questo il fine del decreto del 7 febbraio scorso del ministero dell’Ambiente, che stabilisce i Criteri ambientali minimi (Cam) per le categorie di appalti pubblici.
Se storicamente l’arredo delle piazze e dei luoghi pubblici era demandato a elementi monumentali (colonne, lapidi) o funzionali (fontane, sedute), finalizzati soprattutto a rappresentare e comunicare il potere, la cultura e la storia del sito, oggi queste strutture tendono a perdere questa narrazione e la loro realizzazione viene demandata all’industria che adotta spesso e volentieri soluzioni e materiali innovativi.
Di certo devono dimostrare di essere durevoli, esprimere una determinata qualità ambientale, favorire il loro recupero ed essere facilmente riciclabili. Dovranno essere scelti e collocati anche tenendo conto di un corretto inserimento paesaggistico, sia urbano che extraurbano.
Così facendo, le attrezzature/gli elementi di arredo urbano e gli arredi per esterni divengono un vero strumento capace di condizionare la fruizione dello spazio pubblico e dunque indirizzare la socialità negli spazi collettivi, e di influire sulla sostenibilità ambientale dei luoghi quando la loro installazione partecipa a soluzioni progettuali integrate di inserimento paesaggistico-ambientale e di controllo microclimatico dei siti (pavimentazioni drenanti, alberature, fasce arbustive di protezione).
Scelta dei prodotti da commercializzare e capacità di orientare il cliente verso soluzioni idonee sono le due azioni fondamentali attese dal distributore di materiali per l’edilizia.
Per «prodotti per l’arredo urbano» e «arredi esterni», sono intesi a titolo esemplificativo gli elementi e i complementi di arredo per parchi gioco, parchi, giardini pubblici o a uso pubblico, stadi, marciapiedi, piazze, fermate di autobus, di metropolitane. Sono da includere le panchine, i tavoli, le sedute, i sedili, le panche, le attrezzature per il gioco, le strutture ludiche, le fioriere, le rastrelliere porta biciclette, le pavimentazioni antitrauma, le transenne, le staccionate, i bagni chimici, gli accessori per le piste ciclabili, la segnaletica verticale per le aree verdi, i dissuasori di sosta, i rallentatori di traffico, la segnaletica su strade, la segnaletica in spazi pubblici, gli articoli per aree cani, percorsi salute e allenamenti sportivi, le pensiline, le tettoie per banchine, le pavimentazioni, le superfici e i substrati dei campi sportivi e da gioco.
Focalizzandoci sulla sola fornitura, i presenti Cam mirano essenzialmente a favorire l’uso efficiente della materia e l’allungamento della vita utile di queste categorie di prodotti, ciò attraverso requisiti che consentono la scelta di prodotti: realizzati con un minor impiego di materie prime (materiali derivanti dalla raccolta dei rifiuti e/o con sottoprodotti); fabbricati tenuto conto delle disposizioni riguardanti i limiti relativi alla presenza di sostanze pericolose; progettati per durare più a lungo e per essere facilmente disassemblati e recuperati al termine della loro vita utile.
Saranno da privilegiare i prodotti, per quanto concerne gli spazi ricreativi anche ad uso ludico/sportivo e aree di sosta/transito, realizzati con materiali naturali rinnovabili (legno), eventualmente anche derivanti da operazioni di recupero (per esempio, realizzate con granuli di legno). Mentre gli arredi inseriti in aree verdi (tavoli, panchine, cestini, eventuali pavimentazioni per sentieri/ percorsi pedonali, staccionate ecc.) dovranno puntare a materiali rinnovabili, nei limiti di quanto tecnicamente possibile.
di Roberto Bolici – Professore associato in Tecnologia dell’Architettura, Politecnico di Milano (da YouTrade n. 138)