C’è l’IoT ossia l’Internet delle cose connesse, l’IoE, ossia l’Internet degli ecosistemi, e l’EoT acronimo di Energy of Things, il primo progetto di smart-grid integrata. Creato dalla società trentina Energy, nata dentro Progetto Manifattura, l’hub della green economy a Rovereto, è anche il nome della società fondata per la commercializzazione nel mercato americano di questa rete intelligente, chiavi in mano, che mette in collegamento pannelli solari, inverter, batterie, elettrodomestici e persino l’iPhone.
Il progetto pilota verrà realizzato nell’area universitaria di Berkeley – University of California, nella Lions Hall, un moderno edificio scelto da Hudson MacDonald, noto property manager californiano, per testare sul campo le performance e replicare il modello su tutto il portafoglio immobiliare, in modo da potenziare i risparmi energetici sulle sue proprietà, aumentando i margini. A Lions Hall verrà implementato un sistema smart grid di fotovoltaico e accumulo, su un impianto da 30 kW, con una capacità di accumulo di 60 kWh, che nelle stime dovrebbe portare a un risparmio di circa 11.600 dollari, garantendo fin dal primo anno un ritorno sull’investimento garantito dell’8%, al netto di incentivi o tasse.
Le peculiarità del sistema sono quelle di favorire l’autoconsumo, di garantire la continuità elettrica in caso di black-out, sostenere il peak shaving (ovvero un abbassamento del valore di picco quando i consumi elettrici sono più alti) facendo risparmiare centinaia di dollari, e garantendo un puro sistema smart grid 100%permettendo alla rete pubblica di utilizzare le batterie del privato, stoccando energia elettrica, quando si verifica un eccesso di produzione o prelevandola durante un momento di picco di domanda.
Ma perché un progetto così ambizioso in Usa e non in Italia? «Siamo sul mercato californiano perché ha un profilo ben definito, dove si garantiscono le prestazioni e dove il Governo locale eroga incentivi specifici per le smart grid, mentre in Italia l’assetto normativo lascia sempre spazi ad interpretazioni che permettono l’accesso al mercato anche a prodotti poco innovativi. E così si crea confusione tra gli utenti, andando a sporcare un mercato in fase di avvio e che può ridare linfa al mondo delle rinnovabili», dichiara Davide Tinazzi, amministratore delegato di Energy.
Il sistema è flessibile, permette di realizzare mini-smart-grid complesse con pezzi già disponibili sul mercato e viene consegnato in un unico involucro, tipo container, chiavi in mano e plug & play. In pratica, affermano produttori, basta girare la chiave per risparmiare migliaia di dollari.