Il sole può battere forte su un tetto, ma se non c’è modo per immagazzinare l’energia prodotta fino al picco della domanda, ossia la sera, il sistema non è certo efficace. Come dire che sebbene gli ostacoli a un’economia energetica verde siano in parte politici, la vera sfida è tecnologica: finché gli accumulatori non disporranno di delle potenti e poco costose per accumulare e distribuire l’energia prodotta dai pannelli fotovoltaici c’è poco da illudersi. E mentre Eslo Musk, ceo di Tesla ha annunciato al mondo Powerwall, batteria domestica che dovrebbe essere in grado di risolvere tutto ciò, i ricercatori dell’Mit eM24 un’azienda di Cambridge, nel Massachusetts, hanno reinventato le batterie al litio per cambiare prospettiva: con i costi di produzione tagliati della metà e l’aumento della durata si aprono enormi opportunità per le energie rinnovabili.
Rivoluzione americana
Il processo messo a punto da Yet-Ming Chiang, professore all’Mit (Massachusetts Institute of Technology) e co-fondatore di 24M, utilizza un numero di elettrodo minore e più spessi rispetto a quelli delle batterie al litio tradizionali, e riduce la quantità di materiale non funzionale nella struttura della batteria del 80%. Non solo: possono essere piegate o perforate proiettili e continuare a funzionare: almeno 10 mila prototipi sono stati prodotti nello stabilimento 24M e sono in prova dai clienti dal dicembre 2014. Nelle stime di Chiang, poiché il capitale necessario per la costruzione di una fabbrica e l’espansione produttiva è significativamente inferiore a quella delle batterie al litio tradizionali, entro il 2020 saranno in grado di produrre batterie a meno di 100 dollari per kilowatt-ora, molto meno del costo attuale sul mercato. Gli esperti assicurano che se ciò avverrà, avrà la stessa portata di innovazione delle mini acciaierie sui grandi impianti integrati: piccole, più economiche, meno complesse e più efficienti.