Consumo di suolo e piano casa

Mentre in Senato si dibatte sul caso Milano (per i palazzi sorti con una semplice Scia), e c’è chi si oppone a un provvedimento ad hoc per sbloccare i cantieri ed evitare i processi, sarebbe bene porre attenzione anche ai dati da poco resi noti dall’Ispra. L’Istituto ha il compito, tra l’altro, di monitorare lo stato del territorio, compreso il consumo di suolo. E i dati pubblicati non sono per nulla incoraggianti: nel 2023, per ogni secondo 2,3 metri quadrati di Italia sono cementificati, circa 20 ettari al giorno. In tutto, nell’anno considerato dall’analisi, 72,5 chilometri quadri sono passati dall’aspetto naturale al cemento o all’asfalto. Il consumo di suolo non riguarda solo gli edifici di nuova costruzione, ma anche strade, tetti, parcheggi, cantieri e capannoni. E se nel 2006 a ogni cittadino corrispondevano 348,2 metri quadrati di terreno non più naturale, oggi siamo saliti a 365,7. Per dare un’idea, la superficie  ricoperta da asfalto o cemento equivale quasi a quella della Lombardia (21.578 chilometri quadri, il 7,16% del territorio). Un aspetto che, puntualmente, torna di attualità in occasione di alluvioni o dei disastri idrogeologici, causati spesso dalla trasformazione artificiosa del territorio.

Ma il problema è un altro. Nel frattempo la popolazione italiana (perlomeno quella ufficiale, registrata all’anagrafe) è diminuita. Nel 2023 in Italia si contavano 58,9 milioni di cittadini, 7 mila in meno rispetto all’inizio dell’anno e in dieci anni il nostro paese ha perso 1,3 milioni di residenti. Nonostante questo, c’è una evidente crisi degli alloggi. Una contraddizione? No, perché in realtà il consumo di suolo non riguarda il residenziale, ma logistica, (504 ettari destinati a magazzini nel 2023), centri commerciali, grande distribuzione. Abitazioni, se ne costruiscono poche. Un motivo che rende più urgente un piano casa. Magari anche costruendo palazzi con una semplice Scia. Uno spoiler ai senatori: così si consuma anche meno suolo.

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