Con il decreto Salva Casa professionisti a rischio

Decreto Salvacasa 2024

Del decreto Salva Casa, che sana le irregolarità minori nelle abitazioni, abbiamo già scritto sul numero scorso di YouTrade.

Va aggiunto, però, un aspetto poco sottolineato del provvedimento, che ha un riverbero anche per la filiera dell’edilizia.

L’attuazione del decreto legge 69/2024, infatti, potrebbe riservare qualche problema per i professionisti coinvolti, che devono affiancare gli enti locali nelle regolarizzazioni degli abusi e, allo stesso tempo, offrire la propria consulenza ai privati nella regolarizzazione degli immobili (con le dichiarazioni di stato legittimo).

Il motivo è presto detto: nell’esercizio di questa attività secondo il Codice penale il professionista diventa esercente di un servizio di pubblica necessità.

Un geometra (per esempio) che valuta, disegna o calcola le dimensioni delle irregolarità da sanare contribuisce a generare un provvedimento amministrativo che nel tempo, anche grazie al meccanismo di silenzio-assenso previsto dal decreto, senza contare la difficoltà dei Comuni nel fare fronte ai controlli, riesce a trasformare un immobile che era privo di piena legittimità in un bene che consente di costruire, ristrutturare e trasferire lo stesso.

In presenza di abusi, per legge, un rogito per il cambio di proprietà non è ammesso, mentre con il Salva Casa ottiene il bollino blu.

Nel caso del decreto, il rischio può riguardare le tolleranze da dichiarare, la qualità delle costruzioni in zona sismica, nonché l’epoca e la tipologia delle parziali difformità sanabili.

Così se i professionisti per diversi motivi omettono o trascurano circostanze che potrebbero incidere sulla qualità del bene immobile, non solo rischiano di dichiarare il falso, ma nel caso non inseriscano dettagli rilevanti che impedirebbero la costruzione o la sanatoria, possono finire in tribunale.

Una responsabilità che ha indotto i Consigli nazionali di ingegneri e architetti e Fondazione Inarcassa a lamentare che il decreto scarica sul tecnico pretese a volte «impossibili», come quella di attestare l’esatta data di realizzazione dei manufatti anche se non è conosciuta.

di Franco Saro

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