Commercio, anno nero. Ma il prossimo andrà molto meglio

Meno negozi nel 2014. Ma nei prossimi due anni potrebbe esserci un’inversione di tendenza. A trascinare in rosso il bilancio è il commercio al dettaglio in sede fissa, in profonda sofferenza: durante l’anno le chiusure (49.517) sono state più del doppio delle aperture (23.005). Positivo, invece il saldo delle imprese su area pubblica: banchi e bancarelle registrano un incremento di 2.824 attività. Bene anche la vendita al di fuori di banchi e negozi, cioè l’e-commerce, ma anche la vendita porta a porta e tramite distributori automatici, che chiude il 2014 con 179 imprese in più.

Centro commerciale
Centro commerciale, rendering

Secondo le stime di Confesercenti, per commercio e turismo, tra gennaio e dicembre 2014, hanno chiuso 91.975 imprese, a fronte di 56.677 nuove aperture. Il saldo finale è negativo di 35.298 attività. Non solo: le imprese che aprono hanno una vita sempre più breve. La percentuale di quelle che cessano l’attività dopo tre anni è ormai sopra il 40%, mentre nel 2000 era sotto il 30%. Nonostante l’ennesimo bilancio negativo, si intravedono segnali di miglioramento: a partire dal prossimo anno si assisterà a un’inversione di tendenza e a un lento ripopolamento del tessuto imprenditoriale. Tra il 2015 e il 2017, il numero di imprese attive di commercio e turismo tornerà ad aumentare, con un incremento di 32.543 unità. Anche se il quadro è profondamente mutato rispetto a quello precedente alla crisi, con una crescita delle nuove imprese concentrata soprattutto nel turismo (+27.765). Durante l’anno i consumi delle famiglie sono stati praticamente uguali a quelli del 2013, con una crescita di appena lo 0,2%. Si è trattato, insomma, di un altro anno di difficoltà: secondo un sondaggio condotto da Confesercenti con Swg, anche nel 2014 è continuata la spending review delle famiglie, con il 92% degli italiani che ha dichiarato di aver ridotto qualche capitolo di spesa. Le imprese si sono difese con le promozioni: le ha praticati l’83%, per uno sconto medio del 27%. In totale, secondo le nostre stime, nel 2014 la pressione promozionale (la quota di prodotti in offerta sul totale) ha raggiunto il 30%. Nel 2007 era il 22,4%. Durante il 2014 si è assistito al proseguimento del trend negativo, con un saldo tra aperture e chiusure negativo per oltre 23.500 imprese.

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