La coibentazione di una casa significa oggi ragionare in un’ottica di sistema: la protezione dagli sbalzi termici va di pari passo con la diminuzione dell’inquinamento acustico. Così si raggiungono tre obiettivi in un colpo solo: diminuire la spesa energetica, aumentare il comfort e aiutare l’ambiente.
Cambiamenti climatici e coibentazione
Viviamo in tempi di cambiamenti climatici e le azioni che possiamo mettere in campo per affrontarli sono molteplici. Un tempo il comfort abitativo era un tema relegato quasi esclusivamente agli aspetti indoor dell’abitare, ma oggi ci sono molti fattori che spingono sempre più a guardare al comfort abitativo come effetto di sistemi di intervento integrati sui quali gli edifici possono e devono giocare un ruolo strategico:
– l’innalzamento delle temperature medie, che secondo il rapporto Ispra sono aumentate di circa 1 grado negli ultimi due anni;
– la persistenza di condizioni di siccità associate alla presenza di precipitazioni di forte intensità;
– il rovesciamento di alcune condizioni tipiche dell’inverno, con la neve che cade copiosa al Sud mentre il Nord resta sostanzialmente a secco;
– le «bombe d’acqua» e le ondate di calore;
– la crescente intensità delle precipitazioni atmosferiche con le conseguenze di danni ingenti al territorio e alle città, oltre al pericolo per le persone;
– le stesse condizioni critiche di qualità dell’aria nei grandi centri urbani e nella Pianura Padana.
Ogni anno i Paesi si confrontano nelle annuali conferenze mondiali sul clima, che a partire da Parigi nel 2015 hanno fissato obiettivi di riduzione della Co2 e delle emissioni, con interventi strutturali e politiche nazionali mirate.
L’Italia è in prima linea in questa azione, con strategie nazionali sulle quali si innestano i provvedimenti che i diversi Governi hanno preso negli ultimi anni. Il governo in carica per ora ha semplicemente riproposto quanto già programmato dagli esecutivi precedenti, in particolare per quanto riguarda la defiscalizzazione degli interventi di riqualificazione strutturale e soprattutto energetica degli edifici, ed è già un primo passo senza il quale gli interventi rischiano di non essere convenienti.
Perché il punto chiave di tutta la politica di contrasto ai cambiamenti climatici è che deve essere economicamente sostenibile e gli interventi di isolamento termico, spesso associati anche quelli relativi all’acustica, posso giocare un ruolo importante.
Sono interventi che permettono di recuperare parte del costo di investimento in due modi: il primo, con la defiscalizzazione degli interventi e, dunque, lo sconto sulle tasse da pagare allo Stato. Il secondo con il risparmio in bolletta. Ma al combinato disposto tra isolamento e riduzione dei costi si associa un terzo fattore strategico, che riguarda il miglioramento del comfort abitativo e, dunque, del benessere, con aumento della salubrità degli ambienti. Tre piccioni con una unica fava, si potrebbe dire.
Isolamento termico e acustico: i dati di mercato
L’isolamento termico e l’isolamento acustico è uno dei mercati di più grande interesse nel nostro Paese. Su uno stock complessivo di 4 miliardi di metri quadrati in pareti esterne complessive solo il 10% a oggi è stato interessato da interventi di isolamento termico (e acustico) con il cappotto. Significa che il 90% di quanto non isolato è un mercato potenziale di grande interesse e la produzione nazionale di pareti a cappotto oggi è valutata, dal Consorzio Cortexa, in circa 40 milioni di metri quadrati, vale a dire circa l’1% dello stock.
È un mercato quantitativamente interessante sul quale si inserisce anche il necessario intervento che andrà fatto in futuro sugli edifici pubblici, e non solo su quelli privati. Interventi il cui effetto positivo non è dato solo dal miglior comfort e dalla riduzione della bolletta energetica, che oggi permette di far rientrare l’investimento in un periodo compreso tra cinque e sette anni a seconda dei casi, ma anche dalla contemporanea riduzione delle emissioni in atmosfera della Co2, grazie al minor consumo energetico.
Inoltre l’isolamento e l’utilizzo di sistemi di ventilazione meccanica controllata permettono di ridurre l’inquinamento da polveri sottili, che entra nelle nostre abitazioni e luoghi di studio e lavoro, migliorando dunque anche la salubrità degli ambienti interni.
A titolo di esempio ricordiamo che secondo ricerche svolte in Veneto su edifici residenziali in zona climatica E, per ogni metro quadrato di parete su cui è applicato un cappotto si
può raggiungere un risparmio annuo dai 55 ai 60 kWh. Significa una riduzione consistente del consumo energetico che può portare complessivamente in fase d’uso ad una riduzione di circa 15 kg di Co2 equivalenti all’anno emessa in atmosfera.
L’isolamento dunque è un mercato nel quale economia, ambiente e società si fondono e dove ogni elemento trova fattori di convenienza, una logica win-win si potrebbe affermare, una modalità che vede tutte le componenti produrre azioni positive. Ma, c’è un «ma».
Isolamento: l’importanza della posa in opera
Il punto critico di questo settore, della sua efficacia e dell’efficienza dei sistemi, non è tanto nei prodotti e nelle soluzioni, ma è nella posa in opera. Proprio per colmare questo vuoto normativo e applicativo negli ultimi anni il Cti, il Comitato termotecnico italiano, ente federato Uni, grazie anche al supporto di Cortexa, ha realizzato la norma Uni 11716: Attività professionali non regolamentate – Figure professionali che eseguono la posa dei sistemi compositi di isolamento termico per esterno (Etics) – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza.
Questa norma stabilisce i requisiti relativi all’attività professionale dell’installatore di sistemi di isolamento termico a cappotto (Etics), specifica le competenze in termini di compiti, conoscenza e abilità, coerentemente con il Quadro europeo delle qualifiche (European Qualifications Framework- EQF) ed è associata ad altre due norme Uni, Unl/Tr 11715 Isolanti termici per l’edilizia – Progettazione e messa in opera dei sistemi isolanti termici per l’esterno (Etics) e Uni 11704, Attività professionali non regolamentate – Pittore edile – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza.
Il ruolo di Cortexa, l’associazione che riunisce le più importanti aziende del settore dell’isolamento a cappotto in Italia, è stato importante perché ha messo in luce i punti chiave di un buon isolamento. Ovvero, una corretta progettazione, una posa secondo le indicazioni fornite nel manuale di applicazione Cortexa, che è stato la base per la definizione della norma Uni, e l’impiego esclusivo di sistemi di qualità, forniti e certificati come kit dai produttori.
I falsi miti dell’isolamento a cappotto
Come non ci stancheremmo mai di sottolineare, la diffusione dei sistemi di isolamento e in particolare del sistema a cappotto deve purtroppo fare i conti con ancora una scarsa conoscenza dei sistemi di intervento, dei prodotti e dei sistemi installabili da parte della domanda, e anche da alcune credenze popolari ancora molto diffuse ed errate.
Per esempio, quella secondo cui i muri respirano e un sistema di isolamento a cappotto non permette alla casa di essere areata. Ma anche gli altri sistemi di isolamento, non solo delle pareti esterne, ma anche di sottotetti o muri perimetrali mediante altri sistemi innovativi, come l’insufflaggio, non sono da meno.
Il punto chiave è che l’isolamento è un sistema complesso e integrato, che va spiegato e illustrato e che avrebbe bisogno più di altri sistemi di essere dimostrato e toccato con mano prima della sua installazione. Per esempio, con progetti pilota e showroom del comfort abitativo, come si inizia a vedere in alcuni contesti, come quando i produttori di case prefabbricate o alcune aziende innovative realizzano e costruiscono piccole unità dotate di queste soluzioni per far provare l’effetto delle soluzioni stesse e per illustrare le modalità di intervento.
Mai come oggi, infatti, attraverso la comunicazione si possono contrastare quei limiti culturali di approccio che derivano da scarse conoscenze, che nel Nord Europa sono invece patrimonio comune e hanno portato alcuni Paesi a essere leader nella nuova costruzione e nelle ristrutturazioni legate alle PassivHaus e ai nuovi sistemi di isolamento.
In realtà è il sistema integrato cappotto-ventilazione meccanica controllata, che consente di risolvere proprio il problema della aerazione, garantendo adeguate prestazioni energetiche e comfort abitativo.
Il tema dell’integrazione tra sistemi è quanto mai strategico in questo ambito e un buon sistema di isolamento delle pareti perimetrali, sia a cappotto esterno, interno o a insufflaggio, con materiali innovativi anche naturali (le soluzioni sono le più diverse e oggi adatte a qualsiasi tipologia di problema e anche di clientela), non va visto come un sistema fine a se stesso, ma come un elemento integrato sul quale tutti gli attori della filiera, dai produttori di materiali ai progettisti, dalle imprese agli installatori, devono giocare la loro partita relativa alla qualità dei materiali, delle soluzioni e dell’installazione.
In questo senso la conoscenza, l’informazione e la formazione sono altri fattori altrettanto strategici, perché la qualità di un buon isolamento deriva dalla qualità della filiera complessiva, soprattutto da una adeguata progettazione e, soprattutto, la posa in opera.
Isolamento termico e acustico
Parlare di coibentazione e migliorare il comfort abitativo non porta solo a un aumento del benessere e a un risparmio energetico, ma anche a un minore impatto dai rumori esterni. Isolare termicamente significa anche intervenire acusticamente, in moltissimi casi.
Le opportunità in questo campo sono molteplici: dall’isolamento in facciata all’isolamento delle pareti divisorie, dalla coibentazione del tetto a quella delle intercapedini, dall’isolamento a cappotto a quello interno in grado di agire anche igrometricamente a quello realizzato con materiali naturali, prevenendo i problemi legati alla presenza di umidità di condensa, che si manifestano solitamente con la formazione di muffe e macchie scure, dovute ai ponti termici e alla superficie fredda in alcuni di questi punti.
Le soluzioni e i prodotti disponibili sul mercato sono molteplici e, al di là delle specifiche soluzioni, tutti necessitano di una adeguata posa in opera, oltre che scelta delle soluzioni in base al tipo di progettazione. La posa in opera deve evitare, soprattutto per rendere l’isolamento non solo termicamente efficiente, ma anche acusticamente efficace, un errato dimensionamento del materiale isolante, rispettando la normativa vigente attenendosi ai parametri geografici secondo le diverse zone climatiche (A, B, C, D, E, F) riferita all’edificio in questione.
Per aumentare le prestazioni acustiche, termiche e di protezione al fuoco, occorre utilizzare pannelli isolanti o materiali compositi o anche naturali opportunamente dimensionati per lo scopo da raggiungere, associando poi questi sistemi a intonaci che permettano la sigillatura di eventuali fori presenti nelle murature e la continuità dei giunti.
Dal punto di vista acustico, il decreto che governa i requisiti passivi dei fabbricati ha ormai oltre vent’anni (Dpcm 5/12/1997), ma spesso i posatori e le imprese ancora oggi commettono alcuni errori esecutivi che penalizzano fortemente il comfort acustico degli edifici, con il rischio di vanificare quanto progettato.
Allo stesso modo, l’approvazione delle norme Uni relative alle modalità di posa in opera dei sistemi a cappotto e le guide pratiche prodotte da Cortexa sono un ulteriore stimolo a una qualificazione del settore che deve puntare sulla buona e ottima realizzazione degli interventi.
Se a questi sistemi associamo anche tutte le guide specifiche dei produttori che illustrano come si devono utilizzare i diversi sistemi e prodotti isolanti (termici, acustici e anche di barriera al fuoco) possiamo affermare che dal punto di vista conoscitivo oggi più che mai il compendio informativo è ampio, disponibile e a portata di mano.
Quanto sia diffuso non è dato sapere, ma è su questo punto che si deve agire e insistere, diffondendo le soluzioni e le opportunità non solo presso le imprese ma anche presso i clienti, gli utenti finali, laddove possibile facendo vedere e toccare con mano le diverse soluzioni e modalità, e anche associando alle tipologie i dati economici di sostenibilità.
Perché essere sostenibili oggi non significa guardare solo all’ambiente, ma anche alle nostre tasche, a quelle dei clienti, evidenziando le loro la convenienza in termini economici e finanziari, oltre che di benessere e comfort. Paradossalmente, per isolare non bisogna essere isolati, anzi, bisogna comunicare e promuovere sempre più questa cultura, dove la salute e il benessere si uniscono positivamente con il risparmio energetico, la riduzione dei consumi e delle emissioni e soprattutto delle bollette. Tanti piccioni con una fava sola.
Federico Della Puppa