Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione, precisa le cifre relative al «crollo degli appalti» su cui punta il dito l’Ance. Secondo i costruttori, l’entrata in vigore del nuovo Codice ha bloccato il 75% dei lavori. Meno pessimista Cantone, che in una relazione precisa i dati in possesso dell’Anac. «Dopo l’entrata in vigore del nuovo Codice, nel periodo compreso tra il 19 aprile ed il 30 giugno 2016 tale riduzione rispetto all’analogo periodo del 2015 è risultata più accentuata con valori medi nell’ordine del 52% in termini di numerosità e del 62% in termini di importo», spiega Cantone. Sotto la lente anche la domanda di appalti nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2016 ed il 18 aprile 2016: rispetto all’analogo periodo del 2015 e del 2014 «sono state riscontrate oscillazioni positive e negative, pur rimanendo mediamente il dato complessivo pressoché invariato rispetto all’anno 2015. Tuttavia, tali oscillazioni non sono omogenee per servizi e forniture in quanto le forniture hanno una contrazione del 23% in termini di numerosità e del 13% in termini di importo rispetto al 2015, mentre per i servizi nell’analogo periodo si è registrato un incremento del 30% in termini di numerosità e del 4% in termini di importo».
Servizi e forniture
Il presidente dell’Authority non nasconde, comunque il calo di servizi e forniture: «Come per i lavori, si sono verificati dei decrementi significativi nell’ordine medio del 30% in termini di numerosità e del 29% in termini di importo per quanto riguarda le forniture mentre per i servizi tali percentuali sono rispettivamente del 43% e del 48%. All’interno di questo periodo sia per i servizi che per le forniture la tendenza di tale riduzione si evidenzia sia con riferimento alla classe di importo sia con riferimento al mese considerato. Analizzando congiuntamente servizi e forniture il dato medio della riduzione rispetto al 2015 è pari al 37% in termini di numerosità ed al 42% in termini di importo».
Rallenta il calo
La conclusione, in ogni caso, è che si tratti di un problema transitorio che, anzi, secondo Cantone è in via di risoluzione: «Per quanto riguarda i lavori, la forte riduzione registrata dopo il Codice dei contratti è dovuta alle disposizioni normative precedenti, già sopra evidenziate, nonché alla necessità delle stazioni appaltanti di dover bandire ponendo a base di gara il progetto esecutivo e di dover utilizzare obbligatoriamente, per gli appalti di importo superiore ad un milione di euro, il criterio di aggiudicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa. L’effetto del Codice, per quanto riguarda i lavori, sembra comunque mostrare segni di attenuazione, infatti per ciascuna fascia di importo la riduzione sembra affievolirsi tra i primi 40 giorni dopo l’entrata in vigore del Codice ed i successivi 30 giorni. Infatti, se si considera la fascia di importo superiore ad un milione di euro, tra il 19 aprile ed il 31 maggio 2016 si è registrata una contrazione dell’84% rispetto al medesimo periodo del 2015, mentre nel mese di giugno tale contrazione, rispetto al giugno 2015, è passata al 45%».
Una conclusione che si sposa con un’osservazione che Cantone ha esternato a margine di un convegno: «Non so se ci sia un’attività di lobby, ma è strano quello che si sta verificando, un fuoco di fila che non ha giustificazioni rispetto a un Codice che certamente ha una serie di novità e problemi, ma molti meno di quello precedente».