C’è ancora vita a Expo. L’area che ha ospitato l’Esposizione Universale dal 1 maggio al 31 ottobre continuerà a vivere anche grazie alla Triennale per diventare un polo del sapere, dell’educazione, della ricerca e dell’innovazione.
Già, perché questa fetta di Milano continua a fermentare in questa finestre temporale di transizione. L’area (ex) Expo si sta trasformando e consolidando in qualcosa di nuovo; il patrimonio creato nei sei mesi dell’evento è enorme, sia a livello materiale che immateriale, e rappresenta la base, o meglio la linfa, per fare di quest’area alla periferia cittadina un incubatore di idee e di cultura.
La XXI Esposizione Internazionale della Triennale va ben oltre a Viale Alemagna e colonizza, appunto, il centro fieristico di Rho: dal 27 maggio al 30 settembre – nella cornice della XX1T Design After Design – ecco City After the City, otto mostre allestite negli ex padiglioni Expo che riprendono le tematiche affrontate dall’Esposizione Universale meneghina.
Triennale ha dato il la ai lavori di predisposizione dell’area partendo dallo smantellamento delle strutture presenti all’interno del padiglione TCP3 e nella zona antistante al padiglione stesso, dove è stato realizzato l’Orto Planetario, il prato “brolo” e il trapianto di alberi d’alto fusto (anche nei pressi del padiglione TCP2).
Claudio De Albertis, presidente della Triennale, inaugurato la conferenza stampa di presentazione della manifestazione, esaltando la forza del made in Italy come spirito nazionale di cui andare orgogliosi e come strumento per migliorare il Paese. Sono dunque intervenuti, Giuseppe Bonomi, amministratore delegato di Arexpo, il vicesindaco Francesca Balzani, l’assessore Regione Lombardia Francesca Brianza e l’ideatore e direttore della mostra City After the City Pierluigi Nicolin.
Dicevamo delle otto sotto-mostre di City After the City, eccole: Landscape Urbanism, curata da Gaia Piccarolo; Urban Orchard, a cura di Maite Garcìa Sanchis; Expanded Housing di Matteo Vercelloni; People in Motion, curata da Michele Nastasi; Street Art, a cura di Nina Bassoli; Meeting-Bookroom di Sonia Calzoni; Backcloth, curata da Giovanni Chiaramonte e Joel Meyerowitz; Planetary Vegetable Garden, a cura di Maria Teresa D’Agostino.
Venerdì 27 maggio City After the City aprirà al pubblico: dal venerdì alla domenica, dalle 14 alle 23, fino al 30 settembre. L’ingresso? Libero.