Cersaie 2024 tra tecnologia, trend ed ecosostenibilità: intervista ad Augusto Ciarrocchi

Cersaie
Augusto Ciarrocchi Presidente associazione dei produttori
Augusto Ciarrocchi | Presidente associazione dei produttori

L’appuntamento con il Cersaie, Salone Internazionale della Ceramica per l’Architettura e l’Arredobagno comprende novità di prodotto, eventi a tema, prodotti innovativi, talk, convegni e moltissime occasioni di fare rete fra i professionisti della filiera, come da più di 40 anni a questa parte.

Una cinque giorni, dal 23 al 27 settembre, dove le aziende leader provenienti da tutto il globo rendono la città di Bologna il centro del mondo per il settore.

Il presidente di Confindustria Ceramica Augusto Ciarrocchi, eletto lo scorso giugno e in carica fino al 2026, dopo aver assunto la guida del settore, accende i riflettori sulla fiera.

Compleanno 40+1 per questa edizione. Dopo i festeggiamenti dell’anno scorso, che cosa prevede per mantenere gli standard della fiera, già elevati di per sé?

La fiera è un evento che, per la qualità e la novità dei prodotti presentati, per gli appuntamenti culturali e informativi, per la straordinaria efficacia delle relazioni tra i professionisti di rilievo su scala globale, rimane irrinunciabile per gli operatori dell’intero panorama mondiale.

Cersaie 2024 si costruisce intorno al concetto di spazio architettonico, letto nella sua complessità, che va dalla dimensione dell’abitare alla prospettiva su larga scala del contract, che parte dall’edilizia privata per arrivare fino alle grandi superfici dello spazio pubblico che caratterizzano la città.

Ancora una volta il tutto esaurito degli spazi espositivi disposti su 15 padiglioni, con la riapertura quest’anno del Padiglione 18 dedicato al settore ceramica, conferma la grande attrattività che l’evento ricopre a livello mondiale.

C’è poi il Cersaie Business, l’incoming internazionale che quest’anno interessa oltre 230 operatori, reso possibile dal supporto al ministero degli Affari Esteri e Ice Agenzia, che consente al Salone della ceramica e dell’arredobagno di attirare decine di migliaia di visitatori italiani ed esteri.

Una attenzione alla innovazione che si ritrova anche nel nuovo allestimento del Centro Servizi, The Square, uno spazio di 1.000 metri quadrati comprendente anche un auditorium per convegni, una libreria dedicata al design, una postazione per una primaria emittente radiofonica e lounge.

Spazio che diventa il fulcro della manifestazione, in cui si svolgono gli incontri della XV edizione del programma culturale «costruire, abitare, pensare», assieme a molti altri eventi.

Nell’ultimo anno le fiere stanno conoscendo una seconda giovinezza e sono sempre più partecipate, con un boom di presenze: che cosa vi aspettate per questa edizione?

Di migliorare, che è il mantra che utilizziamo continuamente. Dal punto di vista della partecipazione speriamo di superare le 100 mila presenze del 2023. Importante è che visitatori ed espositori possano ottimizzare la loro esperienza all’interno della fiera.

Parliamo delle iniziative. Ci sono highlights sui quali vi state concentrando e quali, invece, le novità?

Esiste un filo conduttore che è il concetto di spazio architettonico. Temi quali: la progettazione del singolo oggetto, della stanza, della casa, per poi passare al palazzo ed arrivare alla città.

Sono tematiche che verranno approfondite nelle conferenze in programma. Le ceramiche e l’arredo bagno saranno sempre protagonisti di questi incontri nelle diverse giornate.

Quali eventi particolari sono in programma? Quali ospiti di spicco sono previsti?

È un’unica fiera dove coesistono e convivono interlocutori del mondo dell’intera filiera. Sotto l’unico cappello, che è il Cersaie, convivono specifici luoghi fisici: penso a The Square, dove ci sono le conferenze di architettura, la Città della Posa, dove sono concentrate dimostrazioni pratiche di lavorazione, l’Agorà dei Media, dove i direttori di testate tengono i talk. Sottolineando i convegni, vorrei citare il premio Pritzker Yamamoto. Importanti anche altri appuntamenti: van Severen, Rudy Ricciotti.

Quanti sono gli espositori e di quali categorie?

Sono 606, dei quali il 38% stranieri, appartenenti a 25 Paesi e coprono 145 mila metri quadrati di superficie, in 15 padiglioni.

La ceramica è la categoria più numerosa, per il 55%, il restante è arredobagno, materiali di posa, espositori e altro riguardante le superficiÈ una visitazione internazionale: lo scorso anno sono arrivati 100 mila visitatori da 163 Paesi.

Quali sono i settori che stanno crescendo di più e quali invece sono in sofferenza?

Tutto il settore è allineato e stabile rispetto allo scorso anno.

Dopo la flessione registrata lo scorso anno qual è oggi la situazione del mercato? E quali sono le principali sfide che le aziende devono affrontare nella competizione internazionale?

A livello internazionale c’è una concorrenza spietata, spesso sleale, da parte dei produttori di Cina e India che vendono in dumping. E che, abbassando notevolmente i prezzi rispetto a quelli di vendita sul loro mercato interno, creano grosse problematiche.

Ci aspettiamo dalle autorità che i dazi sulle importazioni indiane in Europa possano essere alzati, perché con i livelli attuali, la situazione delle importazioni rimane critica.

L’Italia si piazza comunque sul podio mondiale grazie a una qualità che ci conferma come leader indiscussi.

Internamente, invece, dopo la fiammata del 110% e dopo la pandemia, stiamo vivendo un momento di stasi.

Le sfide sono quelle di mantenere il placement, in attesa di una misura a supporto del mercato immobiliare, quale il piano casa di cui il Governo sta approfondendo contenuti e operatività.

A livello di fatturato lo scorso anno eravamo terzi nel panorama internazionale: in questo momento com’è posizionato il settore della ceramica italiana?

La ceramica italiana è un insieme di comparti industriali che trasformano l’argilla in un prodotto finito: piastrelle, ceramica sanitaria, laterizi.

Per quanto riguarda, per esempio, le piastrelle nel commercio internazionale, l’Italia detiene una leadership del 29% espresso in valore.

Abbiamo prezzi medi elevati, ma grazie ai nostri standard riusciamo a fatturare ancor più della Cina, che in volumi è prima.

Per quanto riguarda la ceramica sanitaria, oltre il 40% del prodotto è esportato, e siamo ai vertici mondiali fra i diversi competitor.

Quali sono i plus della produzione italiana?

Innovazione dei prodotti e produzione di qualità su livelli superiori a quelli del resto del mondo, a questo va aggiunto la cura e l’attenzione al design e la capacità di cogliere le tendenze in essere.

Per non dimenticare che, grazie a costanti flussi di investimento, abbiamo fabbriche con i massimi livelli interni di sostenibilità ambientale e rispetto dei lavoratori.

Quali sono le principali ombre del business di questo settore?

Accanto alla concorrenza sleale, che disturba il mercato, sono le norme europee sulla sostenibilità, meglio conosciuto come sistema Ets, l’aspetto a cui la concreta applicazione sta comportando pesanti oneri al nostro settore senza creare alcun beneficio.

Mi riferisco al prezzo di acquisto delle quote sulla Co2: non avendo attualmente il nostro settore alcuna alternativa all’uso del gas metano, si configura come una tassa che drena risorse agli investimenti.

Momenti della fiera degli anni passati
Momenti della fiera degli anni passati

L’innovazione tecnologica che ruolo gioca nel mondo della ceramica?

È fondamentale. È con la tecnologia che riusciamo a dare un valore aggiunto ai prodotti, rendendoli sempre più peculiari, alzando l’asticella nella competizione.

Siamo riusciti a fare cose che fino a poco tempo fa erano inimmaginabili: l’accelerazione degli strumenti tecnologici avanzati è forte, speriamo di tenere il passo.

In che modo il design sta modificando tendenze, arredo e complementi d’arredo?

Per mantenere il nostro primato sul mercato dobbiamo ostentare il bello, il particolare, il diverso e si gioca tutto con il design. Ho esperienza diretta nel settore dei sanitari: in 30 anni l’estetica è cambiata, elevandosi, stravolgendo significato e valore del prodotto.

Prima si prediligevano forme ottenibili con risultati produttivi migliori e facili da realizzare, adesso il paradigma è contrario: l’estetica è un fattore determinanteÈ cambiato l’approccio.

Parliamo di trend: quali sono quelli del settore, tra innovazione, design, colori e nuance?

Il ritorno del colore negli ultimi anni fa da padrone, non solo a livello di palette, ma anche di finitura. Si ricercano piastrelle lucide, opache, tridimensionali, a mosaico, ed anche nell’ambito dei sanitari si stanno sperimentando nuovi percorsi.

I produttori rendono disponibili una varietà di colori e soluzioni estetiche che fino a qualche anno fa non era nemmeno immaginabile. I grandi formati ancora hanno un forte fascino sul mercato e, infatti, vendono molto bene. Per i sanitari si predilige il sospeso, che ormai è affermato.

C’è una certa tendenza a piastrellare anche il muro della doccia, del lavandino e della stanza da bagno in generale, non tanto per la funzionalità quanto per la decoratività e la praticità.

Il materiale ceramico, inoltre, non è inquinante ed è durevole, quindi risponde in modo ottimale alle esigenze di salubrità e di facilità di pulizia.

Molte aziende di ceramica stanno digitalizzando il processo produttivo, tra tecnologia e intelligenza artificiale: in che modo?

Ogni azienda, in qualsiasi settore e ambito, ormai è digitalizzata e il processo ha apportato diversi benefici, questo è innegabile. Accade anche nel mondo delle piastrelle, che sta vivendo un’era 4.0.

Anche l’Intelligenza artificiale sta dando i suoi frutti: conosco casi dove delle collezioni sono state realizzate proprio con questo strumento. Ed è ancora tutto in via di sviluppo.

Tuttavia, è chiara una cosa: che non si potrà mai fare a meno della creatività, del dialogo e dell’intuizione umana.

Ecologia e riciclo: qual è il trend in merito a queste importanti tematiche e come si colloca oggi la richiesta dei prodotti ecosostenibili?

Sostenibilità è un vocabolo che è comparso da qualche anno, ma le aziende ceramiche già da alcune decine di anni si preoccupano di ottimizzare e riciclare le risorse.

Il prodotto ceramico si presta a questo tipo di attività, tutte le materie prime sono naturali e non ci sono altre problematiche se non il fatto che il settore è energivoro.

L’impegno ecosostenibile adesso deve concentrarsi sulla prosecuzione di questo cammino di ottimizzazione: teniamo presente che già da adesso i limiti di consumo sono i più bassi a livello mondiale.

Parliamo delle principali destinazioni d’uso del prodotto ceramico (residenziale, industriale, commerciale).

La produzione italiana si concentra tantissimo sul residenziale, soprattutto le ristrutturazioni che giocano un ruolo focale.

Negli ultimi anni, grazie anche allo sviluppo delle lastre e di apposite collezioni di ceramica sanitaria, i nostri prodotti sono entrati in modo importante anche negli alberghi, strutture turistiche e recettive, nei luoghi di lavoro, di cultura e delle università.

Cersaie attrae sempre un folto pubblico: quali sono le categorie dei visitatori?

Ci sono architetti, distributori, posatori, in generale la filiera delle costruzioni della ceramica e dell’arredo bagno sia italiana, che europea, che mondiale.

Cersaie è un unicum nel panorama delle fiere mondiali, grazie alla sua capacità di attrarre visitatori dai cinque continenti. Lo scorso anno abbiamo avuto 100 mila presenze, di cui il 48% dall’estero e quest’anno puntiamo a migliorare ulteriormente.

di Alice Fugazza

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