Il confronto su edilizia sostenibile, cemento e distribuzione si è spostato a Nord Est. Occasione: la nuova tavola rotonda di Heidelberg Materials organizzata da Virginia Gambino Editore, un roadshow che sta facendo il giro dell’Italia.
Gli incontri sono iniziati al Sud, si sono spostati al Centro fino ad arrivare a Nord: a luglio, nello stabilimento di Rezzato, in provincia di Brescia, dove si trova una delle cementerie del gruppo, si è svolto il quinto evento con rivenditori, esperti e manager dell’azienda.
La crisi climatica e ambientale e le direttive europee, che diventano stringenti e presto saranno obblighi, spingono imprese e settore delle costruzioni a ripensare la strategia che riguarda prima di tutto i materiali.
Heidelberg Materials, che in Italia ha raccolto l’eredità dello storico marchio Italcementi, ha intrapreso da tempo la strada della decarbonizzazione delle proprie attività produttive. L’evento di Rezzato è servito a spiegare la linea green adottata dall’azienda dopo l’operazione di rebranding.
La delegazione Heidelberg Materials guidata da Antonio Finocchiaro, direttore dell’impianto bresciano e da Giuseppe Matera, responsabile commerciale dell’area Nord Est si è confrontata coi rivenditori.
Presenti Andrea Regio Marassi, responsabile acquisti Comarte del Gruppo Coesi; Davide Monari, presidente di Dec, assieme a Enrico Adinolfi, direttore generale; Daniele Marusi, presidente Edilgroup e Genziana Carpena, responsabile acquisti. E, ancora, Stefano Sgarbi, responsabile acquisti di Mondoedile e Michele Labellottini, titolare di Vida, del Gruppo Edilcom.
La formazione continua per affrontare il cambiamento
Sostenibilità, decarbonizzazione, cambio di brand, comunicazione efficace, formazione e (anche) reputazione aziendale: sono stati gli argomenti principali affrontati durante la discussione.
Ad aprire i lavori Antonio Finocchiaro seguito da Giuseppe Matera.
«Rezzato è uno degli stabilimenti più importanti del nostro Gruppo in Italia. Ha una peculiarità: possiede due forni, uno per la produzione del classico cemento grigio e uno per la produzione del cemento bianco grazie alle caratteristiche di purezza delle materie prime del territorio.
Dopo la complessa operazione di ammodernamento completata del 2014, oggi l’impianto di Rezzato è uno dei più performanti dal punto di vista ambientale. L’obiettivo che ci siamo dati è quello di dimezzare entro il 2030 le emissioni di Co2 dell’intera produzione continuando a “sfornare” cementi sostenibili.
Poi c’è l’ambizioso traguardo del 2050 dove Heidelberg Materials, in linea che gli obiettivi dell’Unione Europea dovrà essere Carbon Neutral. Già oggi il 40% dei cementi di Rezzato è classificabile come sostenibile», ha spiegato Finocchiaro.
Le sfide verso nuovi prodotti e nuove soluzioni
«Abbiamo scelto di invitare i responsabili dei più importanti gruppi della distribuzione per confrontarci», ha spiegato Matera.
Il cemento è sempre stato materia di forte interesse e il cambio da Italcementi a Heidelberg Materials significa che siamo orientanti verse le nuove sfide: decarbonizzazione e digitalizzazione, a cui aggiungere nuove soluzioni e nuovi prodotti per il mercato.
In questo periodo stiamo lavorando per rendere ancor più adeguato alle richieste del mercato, un prodotto tradizionale come il Plastocem, cercando di renderlo più malleabile e più lavorabile proprio per chi si occupa di riqualificazione e ristrutturazione.
Il cliente al centro
Pierluigi Marini, commerciale per l’area bresciana ha usato lo slogan “il cliente al centro” per spiegare le novità di prodotto sul fronte della sostenibilità.
Gli obiettivi di decarbonizzazione del gruppo Heidelberg Materials si traducono poi in prodotti. Il più importante è evoZero, presentato lo scorso maggio alla Triennale di Milano. È il primo cemento a bilancio di emissioni zero di Co2.
Sarà disponibile a metà 2025 ed è il frutto di un importante investimento in corso a Brevik in Norvegia dove l’anidride carbonica sarà catturata e sarà stoccata nei fondali del Mare del Nord evitando così l’immissione in atmosfera.
Per il mondo del sacco Heidelberg Materials propone la gamma Evobuild, una linea di prodotti ideata per contribuire alla sostenibilità ambientale grazie alla riduzione, in produzione, di almeno il 30% delle emissioni Co2.
L’aspetto finanziario
Secondo Alberto Bubbio, professore associato di Economia aziendale e responsabile del corso di Programmazione e controllo presso l’Università Carlo Cattaneo-Liuc, per i distributori si prospetta un cambiamento dei volumi del venduto: per questo è necessario aumentare gli sforzi per mantenere la redditività.
«Ormai è chiaro, grazie a dati e statistiche, che i volumi non saranno più uniformi», ha spiegato Bubbio. «Si sta passando da prodotti di massa per larghe fasce a clienti sempre più specializzati, con caratteristiche particolari, che spingono a sforzarsi maggiormente. Anche il sacco deve avere diverse dimensioni, non sarà più standard. Questo significa che stabilimenti e trasporto dovranno essere diversi.
Il cambiamento non è quasi mai semplice, ma drammatico, e in questa circostanza è drastico. Sopravvive solo chi riesce a coglierlo in tempo.
Della ventata green, solamente dieci anni fa non fregava niente a nessuno, eppure qualcuno aveva iniziato a muoversi in quest’ottica, attuando investimenti e invertendo i processi. Certo, per l’abbattimento della Co2, i tempi sono lunghi, ma è interessante quello che si sta facendo».
Oggi, spiega l’economista, un prodotto ecosostenibile significa anche migliore. «Quindi, per aumentare la redditività è necessario aumentare la marginalità: avere prodotti con certe caratteristiche, non solo green.
Bisogna prevedere anche cosa emergerà dal futuro. Le nuove generazioni infatti, vogliono il benessere: quello che conta è lo stare bene, qualitativamente, fisicamente e psicologicamente. È in questa direzione che va il mercato».
«Bisogna implementare la tecnologia, sfruttando l’intelligenza artificiale, studiando i trend, investendo perché l’azienda possa durare nel tempo e, soprattutto, essere degli innovatori.
Si investe anche inserendo prodotti dei grandi brand, alcuni mainstream, altri di nicchia. Il green, per il fattore tendenza, e, per i gruppi, è fondamentale cercare a livello di fornitori, prodotti innovativi che hanno un potenziale interessante».
Quindi, quanto contano le economie di scala? «Ormai fanno parte del Giurassico, sono più importanti piuttosto le economie di scopo. Quelle dove conta di più l’affermazione di un brand, dove si comunica bene.
Le aziende devono capire quanto è effettivamente importante il green oggi e come valorizzarlo: in un momento di cambiamenti così drastici è necessario non solo essere ambidestri, ma anche innovativi e con competenze».
La discussione
Insomma, impegno e determinazione ci sono. Ma cosa ne pensano i rivenditori? Francesca Proietti, della direzione commerciale, ha dato il via al dibattito, accompagnata da Virginia Gambino, direttore editoriale di YouTrade, per studiare insieme ai propri partner una strategia condivisa e tracciare il percorso.
Si è discusso di come e se il mercato può riconoscere anche in termini di prezzo, l’impegno dei grandi gruppi verso cementi più sostenibili. Impegno che richiede investimenti e infrastrutture rilevanti.
«Da parte nostra l’impegno c’è: è fondamentale diffondere la cultura dei prodotti sostenibili e divulgare il messaggio del fatto che ormai è un’esigenza, lavorando sul brand, anche se talvolta è difficile», ha ammesso Stefano Sgarbi di Mondoedile.
«Il discorso del prezzo è complesso, parlo come rivenditore. I clienti fanno le proprie scelte in base alla propria utilità personale. Oggi ad esempio vanno di moda “sostenibilità” e “benessere”, quindi ad esempio anche un intonaco a base di calce naturale, deve avere le finiture che respirano e i materiali non devono essere inquinanti. Forse è su questo che dobbiamo concentrarci, ponendolo sotto la luce non solo di un investimento sulla propria salute, ma anche di un’esigenza. Riconoscere i vantaggi a discapito del prezzo sarebbe la soluzione ottimale», ha fatto eco Davide Monari, presidente di Dec.
Secondo Proietti non si può aspettare il 2050 per cambiare il corso degli eventi ambientali. Ma non è possibile attendere nemmeno troppo per iniziare a invertire la rotta. «Bisogna uscire dall’ottica di prezzo ed entrare in quella dell’innovazione», ha sottolineato Virginia Gambino.
Anche il Pnrr darà una spinta in questo senso. «I lavori per il Piano nazionale resistenza e resilienza richiedono determinate certificazioni dei prodotti e questo, sicuramente, fa la differenza», hanno sottolineato Andrea Regio Marassi di Comarte e Michele Labellottini, di Vida. «Il cemento e la calce sono importanti e sicuramente emergeranno i prodotti legati al green».
I conti in tasca
«Non penso si possa parlare di innovazione e sostenibilità senza tener conto del portafoglio», ha ammonito Enrico Adinolfi, direttore generale di Dec. «Abbiamo dato il via a uno studio: il 60% dei clienti hanno affermato che i prodotti a impatto zero devono costare come gli altri, mentre il 40% sarebbe disposto a sopportare un piccolo aumento. Dovremmo fare un ragionamento su questo aspetto».
«Ma questo è un deja vu», ha ribattuto Genziana Carpena, responsabile acquisti di Edilgroup. «È già successo con i Cam. Inizialmente sembrava impossibile, ma poi è diventato un obbligo. Se l’Europa vuole l’abbattimento di due classi energetiche nelle abitazioni entro il 2030, alla fine diventerà un dovere e anche noi, in un certo senso, ci troveremo costretti ad accontentare la richiesta dei nostri clienti».
«Dobbiamo accantonare il discorso dei prezzi, la rivendita deve scavalcare il bancone. Bisogna rendersi protagonisti del cambiamento: il nostro non è solo uno slogan, ci crediamo e investiamo. Il nuovo Plastocem è un prodotto molto richiesto e riconosciuto, ma siamo anche in grado di produrre cementi personalizzati. Dobbiamo guardare al futuro pensando che un domani tutti saremo sostenibili e pensare a cosa fare insieme ai clienti», è intervenuto Matera.
L’idea
«In un mercato come il nostro, che ha visto diversi mutamenti, bisogna cambiare mentalità e sta succedendo, i giovani ci danno una mano: non esiste più il rapporto fornitore-cliente, ma le partnership e la collaborazione, sfruttare mezzi e competenze. Come possiamo potenziare questo concetto?», ha chiesto Proietti.
La risposta di Monari e Adinolfi che è necessario lavorare per l’accettazione del prezzo e del concetto con il cliente.
«Vero», hanno fatto eco Sgarbi e Monari, «una comunicazione più incisiva, con momenti di formazione sarebbero ottimi trampolini di lancio per imprimere più a fondo il messaggio. Il problema è trasferire questi concetti al singolo cittadino, la cultura in questo senso è lacunosa. Bisognerebbe lavorare in tal senso, anche perché non è facile».
E Proietti ha chiuso con una controproposta: giornate di formazione in rivendita, chat dirette e incontri a tema. Un piano che si può, al più presto, attuare.
Impianto Sostenibile
La cementeria di Rezzato Mazzano (Brescia) grazie al profondo rinnovamento della sua struttura produttiva avvenuto con l’impiego delle migliori tecnologie disponibili è oggi uno degli impianti più moderni, sostenibili e competitivi in Europa. Un vanto per Heidelberg Materials, che ha mostrato in ogni suo aspetto alla delegazione di imprenditori venuti in visita.
Il revamping ha permesso il raggiungimento di prestazioni di eccellenza in termini di riduzione delle emissioni in atmosfera e di maggiore competitività, grazie all’efficienza nel consumo di risorse energetiche e materiali.
Sorta nel 1964, la cementeria di Rezzato Mazzano è fra le più importanti d’Italia per produttività e disponibilità di materie prime di elevata qualità.
Nella cementeria sono prodotti due tipi di cemento: quello tradizionale grigio e quello bianco, utilizzato soprattutto nel mondo dell’architettura e per le opere di pregio, in cui il colore rappresenta un valore aggiunto.
Nel corso degli anni, Heidelberg Materials ha sempre investito in interventi di ammodernamento e miglioramento tecnologico su entrambe le linee di cottura assicurandone il costante aggiornamento.
Il revamping della linea di cottura del grigio, iniziato nel 2012, completato nel 2014 e reso totalmente operativo nel corso del 2015, ha consentito il raggiungimento di prestazioni di eccellenza in termini di riduzione delle emissioni in atmosfera e di maggiore competitività, grazie all’efficienza nel consumo di risorse energetiche e materiali.
Per il controllo e la riduzione degli impatti ambientali sono state adottate le migliori soluzioni previste dalle linee guida europee ed è stata anticipata l’applicazione di tecniche all’avanguardia considerate ancora emergenti nel settore cemento.
Nel corso del 2015 e del 2016 anche la linea di cottura del bianco è stata oggetto di importanti interventi sotto l’aspetto produttivo e ambientale, consentendo una significativa riduzione dei consumi di risorse idriche e degli impatti ambientali.
I rivenditori: primi passi per l’edilizia green
Andrea Regio Marassi, responsabile acquisti Comarte, materiali e prodotti per l’edilizia
«Le sfide che dobbiamo affrontare oggi sono numerose e complesse, ma non ci siamo fatti trovare impreparati.
Abbiamo messo in campo diversi investimenti: abbiamo deciso di ampliare la logistica, rinnovare il nostro sistema gestionale, strutturando hardware e software, e abbiamo voluto dotarci della certificazione Pefc per essere presenti nella filiera controllata del commercio del legname, per essere più performanti.
L’obiettivo è essere più presenti sul mercato con più materiale a disposizione.
Serviamo le province di Mantova, Modena e Cremona: siamo molto fiduciosi in merito al futuro e ci aspettiamo anche diversi sviluppi con la partenza del Pnrr, i cantieri si prospettano interessanti.
Per quanto riguarda il cemento, il più richiesto rimane il Portland, anche se abbiamo ricevuto diverse richieste per il Pozzolanico, più green.
Apprezziamo profondamente Heidelberg Materials, la loro operazione di rebranding e lo schierarsi dalla parte della sostenibilità ci spinge a saldare ancora di più i rapporti con l’azienda e a migliorarci per quanto riguarda la vendita dei prodotti».
Davide Monari, presidente di Dec
«Dec è un consorzio molto eterogeneo: copriamo 18 regioni in tutta Italia e siamo in continua espansione, il nostro numero di associati è in aumento.
Cambiano le richieste, le necessità e noi ci adeguiamo, assieme ai nostri soci.
La strategia più efficace per continuare a competere sul mercato? La formazione, indispensabile per rispondere con competenza alla clientela.
I prodotti green al momento contano ancora poco, molti magazzini non sono disposti a spendere di più: vince ancora lo logica di arrivare a un buon compromesso fra qualità e prezzo.
La sostenibilità, nel mondo nel cemento, oggi non è un traino. Abbiamo appena iniziato a parlarne».
Genziana Carpena, responsabile acquisti Edilgroup, Gruppo Deus
«Il 2024 è iniziato bene, ma ora stiamo registrando un piccolo calo, che comunque avevamo preventivato.
A fine anno ci aspettiamo di riuscire a mantenere lo stesso fatturato di oggi, anche perché non abbiamo indicatori di crescita.
Uno dei problemi che abbiamo analizzato sarà proprio il passaggio dai lavori dal privato, con il superbonus, al pubblico, con il Pnrr: stiamo lavorando per riuscire a inserirci in quei cantieri con lavori di nicchia, che passano attraverso la competenza delle rivendite, così da non perdere terreno.
Il nostro rapporto con Heidelberg Materials? È nato in fiera anni fa, ed è cresciuto grazie alla dedizione e alla tenacia: continuano a offrire alle rivendite un ottimo servizio e qualità dei prodotti, che aiuta il nostro business».
Daniele Marusi, presidente EdilGroup, Gruppo Deus
«Il 2024 è partito a rilento, ma adesso abbiamo ripreso il passo e siamo in perfetta linea con lo scorso anno.
Il problema che vediamo oggi è il calo di investimenti da parte del privato, le opere si stanno spostando nel pubblico, a causa del Pnrr, che sicuramente avrà un impatto limitato sulle rivendite.
Il nostro rapporto con Heidelberg Materials nasce quando era ancora Italcementi e abbiamo intenzione di farlo durare nel tempo. Professionali e sempre preparati, ci aiutano nelle scelte e a migliorare».
Stefano Sgarbi, responsabile acquisti di Mondoedile
«L’azienda conferma il fatturato in linea con lo scorso anno, speriamo di mantenerlo anche per questo 2024 nonostante le previsioni.
Il processo green è fondamentale, sarà il business del futuro. Anche se attualmente i clienti non sono ancora sensibilizzati a dovere, noi vogliamo fare più formazione in merito perché non possiamo rimanere indietro.
Il cemento che vendiamo di più è il 325, anche se iniziano a chiedere il 425».
Michele Labellottini, titolare di Vida, Gruppo Edilcom
«La nostra azienda, nata nel 2006, è un pilastro del territorio bresciano: abbiamo sei punti vendita e un centro sagomatura ferro per cemento armato, siamo in costante crescita.
I prodotti green per noi sono il futuro e anche all’interno delle nostre sedi abbiamo preso scelte ecosostenibili. I clienti non sono ancora sensibilizzati, marketing e formazione giocano però un ruolo fondamentale e quindi dobbiamo essere sul pezzo.
Il Pnrr? Sicuramente ci aiuterà, la mia visione per il futuro del mercato è positiva, anche se non tutti i magazzini sono attrezzati per soddisfare le richieste del Pnrr».
di Alice Fugazza