Brevetti Montolit: il taglio giusto per i rivenditori

Specializzata in attrezzature e macchine per il taglio e la foratura dei materiali lapidei con oltre 300 brevetti depositati in tutto il mondo, Brevetti Montolit, azienda di Cantello (Varese), nonostante il lockdown e le restrizioni, continua a proporre nuove soluzioni per la lavorazione dei materiali, sempre più performanti e in linea con le esigenze dei professionisti. Ne parliamo con l’amministratore delegato Vichi Montoli.

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Vichi Montoli, amministratore delegato dBrevetti mOntolit con Flash Line FL3

Domanda. Quali novità avete nel cassetto?
Risposta. Abbiamo sempre cercato di programmare l’uscita delle novità in primavera e per il Cersaie. Quest’anno, a causa del covid-19, sono saltate tutte le occasioni di incontro diretto. Stiamo comunque lavorando per organizzare iniziative che consentano di presentare i nuovi prodotti e raggiungere un buon risultato in termini di visibilità. Non voglio svelare troppo, ma posso dire che stiamo continuando a impegnarci per migliorare le prestazioni dei prodotti già disponibili e captare i desideri degli utenti finali. Qualcosa di nuovo sarà presentato quest’anno, ma sarà soprattutto l’anno prossimo a vedere novità importanti, dal settore diamantato alle attrezzature manuali.

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LIH (disco diamantato) Plume (nero) Fleximont (serie di platorelli)

D. Durante il lockdown avete ideato qualche nuovo prodotto?
R. Avevamo già nel cassetto moltissime idee. L’anno era iniziato alla grande, con tante ottime prospettive. Poi, ci siamo dovuti fermare: alcuni progetti hanno subito uno stop per l’impossibilità di procedere, altri hanno subito un rallentamento. Crediamo che, ormai, il 2020 sia un anno interlocutorio e bruciare oggi novità sul mercato non è strategico. Comunque, portiamo avanti tutti i progetti che abbiamo in cantiere, anche se con tempi più allungati.

D. La maggior parte degli imprenditori ha sfruttato il lockdown per mettere in ordine idee e varare nuove iniziative. Brevetti Montolit come ha vissuto questo periodo?
R. Siamo rimasti chiusi cinque settimane, cercando comunque di mantenere i contatti con tutti i nostri punti di riferimento, dai fornitori ai rivenditori e agenti. La produzione e il magazzino sono rimasti chiusi, mentre gli uffici non si sono mai fermati e hanno lavorato in smart working. Devo dire che durante questo periodo di lockdown ci siamo conosciuti tutti un po’ meglio. C’è stato un contatto molto più frequente, utilizzando anche i sistemi di comunicazione online, e abbiamo sfruttato il momento per avere incontri più teorici e formali, che non puramente tecnici.

D. Avete organizzato anche corsi di formazione online?
R. Sì, anche se più che altro abbiamo cercato di agire sulla leva psicologica e non sugli aspetti tecnici. Eravamo abituati a corsi di formazione continui, incontri, fiere, ma
è saltato tutto. Anche se il contatto diretto ci è mancato tantissimo, durante il lockdown abbiamo continuato a cercare il rapporto con i distributori e gli agenti, per scambiarci opinioni e creare coinvolgimento.

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MFL2

D. Brevetti Montolit lavora in tutto il mondo: avete percepito differenze nell’affrontare il problema covid?
R. Sì, all’inizio siamo stati gli unici in tutto il mondo, a parte la Cina, a chiudere le attività. Altrove venivano prescritte altre misure, dal distanziamento sociale all’obbligo di mascherina e guanti, ma un lockdown stringente come quello italiano non è stato contemplato da nessun’altra parte. Quindi siamo entrati in difficoltà: eravamo chiusi, in giro per il mondo gli altri erano aperti, ci arrivavano ordini a cui non potevamo dare seguito… Poi, quando abbiamo riaperto, il resto del mondo ha cominciato a chiudere. Abbiamo avuto modo di osservare tante realtà diverse, e devo ammettere che gli italiani, solitamente noti per il loro lasco rispetto delle regole, questa volta sono stati davvero bravi.

D. E adesso com’è la situazione?
R. Premesso che quando siamo rientrati non c’era un decalogo preciso di che cosa bisognasse fare, abbiamo ripreso le attività, facendo attenzione a preservare la salute di quanti cooperano con noi, rispettando distanziamento e turni, con tutte le precauzioni.

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Blockut, macchina manuale per spaccare i blocchi, e il martello Monthor

D. A livello mondiale com’è ora l’operatività?
R. Ancora a scacchiera. C’è stata una contrazione di mercato generale: per alcuni Paesi è una contrazione fisiologica, nell’ambito del 5-10%, mentre altri sono stati attaccati pesantemente, come Stati Uniti, Canada, Russia, Spagna. Con questi Paesi ci stiamo muovendo con tutte le cautele del caso, sapendo che permane un clima di paura che rende più difficile il nostro lavoro.

D. Qual è la principale difficoltà che si trova oggi ad affrontare un imprenditore, soprattutto nel settore dell’edilizia?
R. Tutti gli imprenditori affrontano le stesse difficoltà, si naviga nella speranza di avere la vista sufficientemente lunga. Ci si deve reinventare ogni giorno, rimanendo sempre molto cauti e mettendo a frutto l’esperienza passata. Nel mondo ci si confronta con diverse realtà e ogni Paese richiede interventi diversi. Per quanto riguarda l’Italia, il mercato è stato toccato pesantemente e non mi sento di fare previsioni. Abbiamo perso parecchio fatturato durante la chiusura, adesso stiamo recuperando con dinamismo e con l’entusiasmo di essere usciti da una situazione difficile, anche se sarà impossibile recuperare totalmente. Bisogna vedere sul campo fino a che punto saranno attuabili gli incentivi, sperando non si presentino le solite difficoltà e condizioni vessatorie.

D. Brevetti Montolit mira a trasformare il rivenditore in un vero e proprio partner dell’azienda. In che modo?
R. Stiamo cercando di individuare dei rivenditori che possano trasformarsi in qualcosa in più che distributori autorizzati. Ci piacerebbe che i nostri punti vendita diventassero veri partner dell’azienda, dato che hanno il privilegio di avere tutti i prodotti novità prima degli altri. Cercheremo di conquistare la fiducia dei rivenditori che vogliono prendere parte a questa nuova idea di distribuzione aggiornata, con un pacchetto accattivante fatto di nuovi prodotti, corner ed espositori dedicati, servizi, formazione.

D. Che cosa dovrebbe fare, invece, il rivenditore?
R. Da parte sua il rivenditore deve abbandonare la pura logica di prezzo e abbracciare una nuova filosofia di vendita fatta di aggiornamento costante e confronto continuo con il cliente finale. Con il coronavirus il mondo virtuale è diventato ancora più preponderante. La curiosità e la capacità di informarsi hanno fatto sì che l’utente finale sia sempre costantemente aggiornato. Ecco perché il distributore non può più permettersi di aspettare che il cliente vada da lui a ordinare la merce, ma deve offrire qualcosa in più. Il rivenditore deve farsi promotore di servizi e consulenza, oltre a offrire una gamma completa di prodotti. Questo è il suo valore aggiunto, un plus che il commercio online non potrà mai dare.

D. Uno dei grandi problemi dell’e-commerce è il prezzo. Come vi ponete rispetto a questo tema?
R. Stiamo lavorando su due fronti. Nei limiti del possibile stiamo cercando di coinvolgere i nostri distributori per far capire loro che il marchio o la storia di un prodotto deve essere collegata a un determinato prezzo di mercato. D’altra parte, stiamo cercando anche di agire sui rivenditori per fare in modo che adottino prezzi di mercato.

D. I materiali sono sempre più sofisticati e richiedono prodotti per la lavorazione sempre più precisi?
R. I materiali si evolvono continuamente, gli architetti prediligono sistemi di posa differenti dal passato, e i prodotti per la lavorazione tradizionale potrebbero non essere più adeguati. Anche le attrezzature devono essere all’altezza di una posa a regola d’arte.

D. Brevetti Montolit collabora anche con le scuole di posa?
R. Sì, collaboriamo come partner tecnico con tutte le scuole di posa ufficiali in molti Paesi nel mondo. Purtroppo, in Italia non esiste ancora una scuola di posa ufficiale, ma tante piccole realtà legate ai produttori di materiali, a cui non partecipiamo.

D. Quali sono le principali novità nel settore dei pavimenti e rivestimenti in ceramica, a livello di materiali e formati?
R. Diciamo che ormai con la ceramica si è arrivati a fare di tutto: c’è stato il periodo del ritorno al mosaico, poi al vetro, fino alle maxi lastre di 3 metri con spessori di 3 millimetri. Ora il mercato si è stabilizzato su piastrelle che vanno dai 60 centimetri a 1,50 metri, giocando tra tradizione e novità. La ceramica può ancora dare tanto e il made in Italy potrebbe dare un grande valore aggiunto, grazie alla creatività dei suoi designer e case di moda.

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Battile Pro e Battile, ventose battenti per piastrelle e lastre in ceramica, gres porcellanato, granito, marmo e vetro

D. Brevetti Montolit è un’azienda italiana. Secondo lei, questo periodo di chiusura ha fatto apprezzare ancora di più il prodotto italiano nel mondo?
R. Negli ultimi anni il made in Italy ha un po’ perso il suo appeal. La globalizzazione è talmente diffusa che ormai i prodotti italiani sono presenti ovunque. Gli italiani viaggiano, stringono sinergie e collaborazioni con imprese in tutti i Paesi del mondo e il made in Italy non è più così esclusivo. Prodotti che sono il frutto di anni di studio, vengono copiati e messi alla portata di tutti, non ci sono più tempi di ammortamento, e i costi per proteggere queste idee sono impensabili.

D. Quindi il made in Italy che carte può giocare?
R. Credo che gli italiani abbiano delle qualità uniche nel mondo e potrebbero giocare moltissime carte, se solo le istituzioni lo permettessero.

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