Una borsa di dottorato per la sicurezza a scuola

Una borsa di dottorato in ingegneria civile e ambientale per la diffusione della cultura della sicurezza e la prevenzione dei rischi negli edifici scolastici. L’aiuto per chi vuole intraprendere questo corso di studi arriva grazie al protocollo tra il ministero dell’Istruzione, la Fondazione Benvenuti in Italia-Fondo Vito Scafidi e il Politecnico di Torino. Il dottorato avrà durata triennale e sarà svolto sotto la supervisione di Bernardino Chiaia, titolare della cattedra di Scienza delle Costruzioni nel Politecnico di Torino. Il corso di studi avrà al centro il tema della sicurezza degli edifici scolastici all’interno della più ampia questione della didattica e della suddivisione funzionale degli spazi. 

La ricerca, infatti, intende studiare gli elementi strutturali e non strutturali relativi alle costruzioni di edilizia scolastica, con particolare riferimento alle scelte distributive degli spazi per l’apprendimento e ai nuovi modelli pedagogici che ne derivano. «La Fondazione ha sempre messo la sicurezza degli edifici scolastici al centro del proprio agire, ma per noi sicurezza è tale non solo se ha a che fare con solide mura e soffitti a norma, ma anche se riguarda il benessere degli studenti e dei lavoratori della scuola. Per questo motivo riteniamo che sia necessario un ripensamento dei modelli pedagogici e dunque di politica degli spazi. Siamo certi che da questi tre anni di dottorato verranno fuori risultati interessanti da poter condividere e rendere politica pubblica», commenta Francesca Rispoli, presidente della Fondazione Benvenuti in Italia.

Il Politecnico di Torino
Il Politecnico di Torino

Risultato raggiunto anche grazie a Cinzia Caggiano, mamma di Vito Scafidi, giovane morto sotto il crollo del controsoffitto della propria aula nel 2008 a Rivoli (Torino): «Il ricordo di mio figlio passa attraverso l’impegno affinché nessun altro studente debba morire o farsi male a scuola. Da anni ormai, insieme alla Fondazione Benvenuti in Italia, porto avanti questa battaglia, perché la scuola è vita e luogo nel quale costruire il proprio futuro. In questo senso ripensare gli edifici non solo dal punto di vista della solidità, ma anche della socialità, della pedagogia e della didattica è un ulteriore passo avanti nel ricordo di Vito», conclude Cinzia Caggiano.

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