Tra Prato e Firenze, lì dove sembrano aver preso vita le avventure del burattino di Collodi, da oltre cinquant’anni opera Focardi e Cerbai, rivendita BigMat dal 2006, con una lunga esperienza nella fornitura di prodotti e sistemi per l’edilizia e l’interior design.
Con il suo magazzino e lo showroom Habimat a Sesto Fiorentino, la rivendita punta a diventare sempre di più un punto di riferimento per imprese, artigiani e famiglie, sfidando concorrenti agguerriti. YouTrade ha incontrato i tre soci alla guida dell’attività: Alessandro Cerbai e i suoi due figli Tommaso, responsabile del magazzino, e Matteo, responsabile dello showroom Habimat.
Domanda. Come definire BigMat Focardi e Cerbai oggi?
Tommaso Cerbai. Siamo una rivendita a «340 gradi»: ci mancano ancora alcuni tasselli per completare la struttura. Siamo molto forti sul servizio su cui puntiamo l’80% delle nostre forze. La nostra clientela è molto frazionata, abbiamo tanti piccoli clienti che cerchiamo di soddisfare in ogni esigenza consegnando anche in cantieri lontani dal nostro punto vendita. Siamo un’azienda familiare e consideriamo parte della famiglia anche i dipendenti. E poi abbiamo tanta passione, il punto di forza che ci ha permesso di realizzare tutto quello che siamo riusciti a fare fino a oggi.
D. Quando e come è nata la BigMat Focardi e Cerbai?
Alessandro Cerbai. L’azienda è stata fondata nel 1961 da mio padre Adelindo e dal suo socio, Bruno Focardi. Lavoravano entrambi come piastrellisti, poi hanno iniziato a stoccare piastrelle in magazzino aprendo una rivendita. Negli anni Settanta hanno poi sviluppato anche il settore edile con materiale pesante. Il figlio di Bruno Focardi, Piero, è rimasto in società fino al 2005, ma abbiamo deciso di mantenere anche il suo nome per rispetto della nostra storia e di chi ha creato l’azienda. Nel 2005 abbiamo deciso di scindere la società in due parti: quella immobiliare, proprietaria di tutti gli edifici della società, e quella commerciale che sta mandando avanti l’attività di rivendita dei materiali edili e lo showroom. Oggi io e i miei figli, Tommaso e Matteo, siamo gli unici proprietari.
D. La rivendita ha un bellissimo showroom: quando è stato allestito e con quali obiettivi?
Matteo Cerbai. Lo showroom è stato sempre presente nel nostro core business, ma nel 2017 abbiamo deciso di ristrutturarlo completamente. Il layout è stato rivisto e abbiamo ridotto tantissimo i fornitori, puntando su un mercato completamente diverso. Mentre in passato lo showroom si presentava come la classica sala mostra abbinata al magazzino di materiali edili e serviva tutte le medie e piccole imprese nostre clienti, ora lo showroom si rivolge al mercato privato di media e alta fascia. In più, offre tutta una serie di servizi correlati, dalla progettazione alla consegna puntuale in cantiere, per dare un segnale netto di distinzione rispetto alla grande distribuzione. Tutte le persone che lavorano nella sala mostra sono interior designer, architetti o geometri, proprio perché crediamo nella qualità del servizio come elemento di distinzione. Siamo a un punto di scissione netta tra i due mercati: chi entra da noi non va nella Gdo, e viceversa.
D. Quando avete deciso di progettare il nuovo showroom, a che cosa vi siete ispirati?
M.C. Ho sviluppato personalmente l’idea dello showroom. Ma prima di arrivare al risultato attuale, ho girato in lungo e in largo l’Italia per prendere spunti, soprattutto a Milano, città all’avanguardia sul fronte del design e dell’architettura. Abbiamo deciso di adottare il marchio Habimat ideato dal nostro Gruppo per identificare gli showroom d’interni che offrono pavimenti, rivestimenti e arredo bagno, senza dimenticare la consulenza necessaria per ogni tipo di progetto.
D. Focardi e Cerbai fa parte di BigMat: da quando?
A.C. Siamo soci BigMat dal 2006. L’aggregazione è sempre stata il nostro obiettivo, riuscire a collaborare con più persone e avere altri colleghi con cui confrontarsi e imparare qualcosa di nuovo è molto importante. Siamo entrati nel Gruppo anche grazie all’esperienza di alcuni colleghi: nel raggio di 10 chilometri ci sono altre cinque rivendite BigMat.
D. Quali sono i vantaggi di essere soci BigMat?
A.C. Prima di tutto il confronto con i colleghi rivenditori, poi i vantaggi a livello di acquisti e infine, ma non ultima, la comunicazione nazionale e locale, coordinata centralmente per ogni attività. Un’azienda come la nostra non potrebbe gestire da sola tutti i progetti che invece realizza appartenendo al Gruppo.
D. Tra la rivendita di materiali edili e lo showroom, qual è la parte che vi dà più fatturato e quali sono le prospettive per i prossimi anni?
T.C. Il fatturato è suddiviso all’incirca al 65% per il magazzino edile e il 35% per lo showroom. Nell’arco di sei-sette anni sono cresciuti entrambi, raddoppiando il loro fatturato e l’intenzione è quella di continuare a sviluppare tutte e due le attività. Sono due realtà diverse che si stanno slegando sempre più l’una dall’altra, ma che vanno costantemente rinnovate con l’obiettivo di aumentare il fatturato. Per quanto riguarda il magazzino edile, l’obiettivo è quello di aprire un altro punto vendita, invece per lo showroom puntiamo ad allargare la metratura.
D. Secondo voi cosa significa l’innovazione nella rivendita edile?
T.C. Innovazione nella rivendita edile significa riuscire a specializzarsi in vari settori, come il nostro consorzio fa da anni sui diversi progetti che sviluppa. La rivendita edile generalista non avrà futuro, l’obiettivo deve essere la multispecializzazione. Questo è un risultato che stiamo perseguendo anche con i nostri venditori, ognuno ha la sua specializzazione.
D. State mettendo in campo qualche iniziativa per sfruttare al massimo il superbonus al 110%?
T.C. C’è molta confusione, quando sarà tutto più chiaro comunicheremo le diverse opportunità che stiamo studiando insieme al Gruppo per sfruttare al meglio tutti gli incentivi fiscali.
D. Come avete vissuto il primo lockdown?
T.C. Ci siamo rimboccati le maniche fin da subito e siamo riusciti a non chiudere nemmeno un giorno. Abbiamo rassicurato immediatamente i fornitori per quanto riguardava i pagamenti e abbiamo iniziato a fare tantissime piccole consegne, anche 60-70 al giorno, a privati e aziende, anche di prodotti Dpi difficili da reperire, ma che grazie al Gruppo siamo riusciti a distribuire. In questo modo è stato più facile affrontare la ripartenza.
D. Come è stata la ripresa?
T.C. Nel mese di maggio abbiamo registrato un fatturato pari a quello dell’anno precedente e i dipendenti in cassa integrazione sono rientrati alle loro mansioni. A fine maggio la perdita è stata del 7-8%, ora siamo al -4%, a fine luglio abbiamo recuperato la perdita registrata durante il lockdown. Spero che a fine anno saremo in positivo.
A.C. Stiamo continuando anche il lavoro che avevamo fatto durante il lockdown con le consegne a domicilio.
T.C. Anche se è stato difficile, il servizio è stato impeccabile. Gli scontrini sono aumentati e la pubblicità che abbiamo fatto su Facebook durante il lockdown ci ha fatto conoscere ancora di più.
D. C’è qualcosa che, dopo questa esperienza del lockdown, non tornerà più come prima?
A.C. Credo che il servizio al privato e la consegna a domicilio possano essere una grande opportunità. Nel 2015, dopo l’inaugurazione di Bricoman a 1 chilometro di distanza, avevamo perso oltre il 50% delle vendite ai privati che abbiamo recuperato piano piano proprio in questo periodo di lockdown. Ci siamo dati tanto da fare, abbiamo preso decisioni importanti, ci abbiamo creduto e siamo molto contenti dei risultati.
D. C’è qualcosa che vi spaventa del prossimo futuro?
T.C. Fondamentalmente sono due i timori per il prossimo futuro. Il primo riguarda il mercato: il nostro settore è ripartito, ma non si sa ancora che tipo di contraccolpi abbia dato il lockdown all’economia del Paese. Il secondo riguarda l’arrivo a Firenze dei multipoint che sviluppano logiche di prezzi al ribasso.
A.C. Se BigMat continua a lavorare su tutti i progetti, curando come sempre, ogni aspetto anche localmente, potrà sicuramente diventare il multipoint più grande d’Europa.