Bifire lancia il nuovo pannello per controsoffitti riciclabile: intervista a Mauro Ravelli

Mauro Ravelli, responsabile tecnico di Bifire

Bifire lancia Bilife, un nuovo pannello per controsoffitti completamente riciclabile costituito da materiale naturale, come perlite e carta. Offre elevate prestazioni di assorbimento acustico e isolamento termico.

Una nuova linea di pannello per controsoffitti che, oltre a offrire elevate prestazioni di assorbimento acustico, è in grado di garantire isolamento termico, regolazione igrotermica dell’ambiente e riflessione della luce: Bilife. In più, i pannelli sono completamente riciclabili e costituiti da materiale naturale, perlite e carta, proveniente per oltre il 35% da materiale destinato allo scarto.

Ne parliamo con Mauro Ravelli, responsabile dell’ufficio tecnico dell’azienda.

Il pannello per controsoffitti Bilife.
Il pannello per controsoffitti Bilife.

Quali sono le caratteristiche tecniche della nuova linea di controsoffitti?

Abbiamo progettato una nuova linea di pannelli per controsoffitti modulari, la cui caratteristica principale è la materia prima con cui vengono realizzati.

I due principali ingredienti sono la perlite e la carta da macero, quindi fibre di cellulosa provenienti per oltre il 35% da carta destinata allo scarto. Il materiale è riciclabile al 100%.

Come è nata la scelta di questo materiale?

Abbiamo voluto sfruttare il più possibile i materiali destinati al macero. Questo ci dà grossi vantaggi nella certificazione Epd e nei Cam per il contenuto di riciclato, caratteristiche che oggi hanno un peso fondamentale, soprattutto negli appalti pubblici.

Essendo poi prodotto interamente da noi nello stabilimento di Varedo (Monza Brianza), Bilife offre un grande vantaggio competitivo: essendo gli unici produttori di questa tipologia di controsoffitti nel mercato italiano, l’obiettivo è quello di essere la prima scelta.

Quali sono le caratteristiche innovative dei pannelli per controsoffitti Bilife?

La caratteristica principale di un controsoffitto è quella di mascherare il soffitto.

L’obiettivo è unire l’effetto di mascheramento con altre caratteristiche tecniche, che vanno dall’assorbimento acustico all’isolamento termico, da una buona riflessione della luce alla regolazione igrotermica, cioè quel fenomeno che permette di assorbire l’umidità in eccesso quando l’ambiente è troppo umido e rilasciarla quando è secco.

L’ultima caratteristica che abbiamo implementato è quella che abbiamo voluto chiamare «caduta della goccia». Tipicamente, se le tubazioni impiantistiche sotto il solaio sono troppo fredde si crea condensa che gocciola, causando delle macchie di umidità sul controsoffitto, che ciclicamente deve essere ritinteggiato.

Il nostro pannello per controsoffitti, costituito da materiali idrorepellenti, non assorbe la goccia d’acqua, che è invece smaltita nell’ambiente, grazie appunto alla proprietà di regolazione igrotermica.

Qual è invece la resistenza meccanica?

Uno dei principali fattori su cui abbiamo puntato è la resistenza meccanica. Il classico pannello da controsoffitto in fibra minerale o lana di roccia non ha tra i suoi punti di forza tale caratteristica.

Essendo materiali tendenzialmente fragili, è facile che il pannello si possa rompere, sbeccare o rovinare: il danno economico è relativo, però viene comunque sprecato del materiale. Una pessima scelta dal punto di vista della sostenibilità.

Per questo abbiamo voluto proseguire con la sperimentazione, ottimizzando il nostro materiale anche dal punto di vista meccanico. In questo modo gli operatori non devono avere più paura di prendere in mano i pannelli per movimentarli.

Il materiale ha anche prestazioni isolanti?

Assolutamente sì. Non nasce con questo obiettivo, ma la perlite da un lato e la fibra di cellulosa dall’altro, unite a uno spessore da 15 millimetri, danno il loro contributo.

È chiaro che per avere un isolamento termico ottimale il pannello va accoppiato con altri materiali isolanti, come lane e fibre minerali.

È fonoassorbente?

Certo, il pannello liscio ha un coefficiente di fonoassorbimento superiore a 0,25, quindi come finitura base è ottima. Stiamo lavorando per arrivare a un pannello con caratteristiche che si avvicinano a 1, giocando sulle finiture e sul materiale base.

Come si applica il pannello?

Si applica sulle classiche strutture da controsoffitto presenti in commercio, quindi su strutture metalliche a T da 24×38 o 15×38 millimetri.

Avete svolto prove di laboratorio?

Sono ormai quattro anni che svolgiamo prove di laboratorio, dalla reazione al fuoco alla resistenza al fuoco, dall’isolamento termico all’assorbimento acustico, fino all’isolamento acustico verticale e orizzontale.

Soprattutto questi ultimi sono test molto particolari, che quasi nessuno esegue. Abbiamo fatto un grosso investimento, sia in termini di costi, sia di tempo, per ottenere queste certificazioni, e abbiamo ottenuto buoni risultati, sia in presenza, sia senza setto di separazione sopra la parete.

Che cosa vuol dire?

Il progettista che conosce la materia dell’isolamento acustico sa che sono poche le soluzioni di isolamento acustico laterale. Tra due uffici contigui la maggior parte del suono supera la parete che separa gli ambienti, propagandosi attraverso il controsoffitto.

Se però il controsoffitto ha una buona massa e un buon grado di assorbimento, come quello che abbiamo progettato, è possibile isolare anche senza dover proseguire con la parete nel solaio.

Sono pannelli certificati?

Sì, ogni aspetto che abbiamo inserito nella scheda tecnica presenta un certificato. Una delle prerogative di Bifire è quella di affiancare a ogni caratteristica della scheda tecnica un test di laboratorio.

Tutte le nostre schede tecniche presentano valori, tolleranze, normative di riferimento e il numero di certificato.

Il prodotto è brevettato?

Non crediamo nel brevetto. In un brevetto bisogna dichiarare esattamente come viene realizzato il materiale.

È chiaro che nei vari certificati, soprattutto nell’Epd, si devono indicare dei range di riferimento, ma evitiamo il brevetto proprio perché non ci piace rivelare le formulazioni dei nostri prodotti.

Chi vuole arrivare ai nostri stessi risultati, si deve armare di pazienza e cultura, studiare e investire.

Quali sono gli ambienti a cui Bilife si adatta?

Tutti gli ambienti civili e industriali.

Con quale efficacia?

Dipende da come è progettato l’ambiente in cui viene installato. Il classico esempio è quello del cinema o della sala teatro: se vengono scelti materiali completamente riflettenti dal punto di vista acustico, come poltrone in pelle, bisogna sfruttare un controsoffitto che sia fonoassorbente; al contrario, se sono scelti materiali fonoassorbenti, come il tessuto per le sedute, è chiaro che bisogna progettare un controsoffitto in grado di non assorbire completamente il suono, altrimenti le ultime file non sentiranno nulla. Ci sono poi le vie di mezzo.

Insomma, la tecnologia del pannello per controsoffitti va scelta in funzione di tutto il progetto.

Bifire è in grado di offrire soluzioni con coefficienti di assorbimento che vanno dallo 0,25 fino a quasi 1. Parallelamente, stiamo mettendo a punto un materiale base completamente differente, destinato sempre ai controsoffitti, ma molto più estremo.

Avrà i massimi livelli di resistenza al fuoco, reazione al fuoco, assorbimento acustico, un materiale molto tecnico destinato a risolvere problemi puntuali.

Bilife nasce per realizzare controsoffitti in qualsiasi ambiente; quest’altra linea sarà invece dedicata al progettista che ha esigenze particolari legate all’antincendio e all’acustica.

Come sono distribuiti i vostri prodotti?

La nostra principale politica commerciale prevede che tutti i nostri prodotti passino dai distributori.

Il rivenditore è il nostro primo partner e intendiamo sempre coinvolgerlo nella vendita.

I nostri prodotti sono materiali tecnologici e con un altissimo valore aggiunto: promuovendoli sul mercato, i rivenditori hanno la possibilità di avere margini assolutamente vantaggiosi.

di Veronica Monaco

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