Secondo le ultime stime rilasciate dalla società Tmr ( Transparency market Research), il mercato mondiale dell’alta sicurezza vale oggi circa 16,3 miliardi di euro e supererà i 21 miliardi nel 2018 l’anno con un tasso di crescita tra l’8 e il 10% all’anno. Di questi miliardi circa un terzo, pari a 5 miliardi di euro, sono generati dalla sicurezza perimetrale, quella che investe la protezione fisica di luoghi ed edifici pubblici e privati. Cifre destinate ad aumentare al pari delle richieste di protezione di persone e di intere aree ritenute particolarmente esposte al rischio di minacce provenienti dal terrorismo internazionale per il loro valore simbolico, strategico e di interesse artistico culturale.
Molti dispositivi di sicurezza, utilizzati in tutto il mondo, oggi nascono proprio nel nostro Paese, in particolare a Tortoreto in provincia di Teramo in Abruzzo, dove risiede il centro di ricerca e sviluppo della filiale italiana del gruppo belga Betafence, con sede a Gent e otto siti produttivi e una rete di uffici commerciali in tutto il mondo. Il team italiano ha realizzato alcuni degli strumenti più utilizzati, come i pannelli divisori e le recinzioni usate in alcuni stazioni italiane ed europee (tra cui la stazione di Roma Termini e le barriere utilizzati sui binari del Tgv francese). Publifor, per esempio, è un ibrido tra una recinzione e una barriera trasparente in policarbonato che consente un miglior controllo degli accessi senza blindare i luoghi o le persone. E ancora, i dispositivi installati in occasione dell’Expo serviranno per incrementare la sicurezza degli stadi di diversi paesi in vista delle partite degli Europei 2016.
«All’interno degli stadi, alle minacce derivanti dal terrorismo si aggiungono quelle legate ad alcuni ambienti violenti delle tifoserie. Noi siamo già presenti in tutti gli campi sportivi delle squadre della serie A, dall’Olimpico di Roma al Juventus Stadium», spiega Michele Volpi, amministratore delegato di Betafence Group, con un passato in Boston Consulting Group e poi in General Eletric Plastics, prima in Olanda e poi negli Usa. «La filiale italiana di Betafence ha sviluppato un parapetto elevabile a seconda delle indicazioni delle questure e delle prefetture sulla base del livello di rischio. In pochi secondi il personale di sicurezza all’interno degli stadi può alzare tali barriera e rispondere così rapidamente all’eventuale peggioramento di una situazione calda».
Betafence pronta a far shopping in Italia
Nonostante un know how molto sviluppato, Betafence Italia si prepara nel corso del 2016 a valutare eventuali operazioni di acquisizioni in Italia. La capacità per farlo non manca: alla liquidità immessa dal fondo Cvc Capital Partners, entrato nel capitale da ormai circa un anno, si aggiunge una positiva performance finanziaria dell’azienda nel 2014 e nel 2015.
Nel 2014 la società italiana del gruppo ha registrato un incremento importante dei ricavi e del flusso di cassa rispetto all’anno precedente. I ricavi per vendite sono passati da 39.799.351 di euro del 2014 a 45.154.296 di euro del 2015 con un incremento percentuale del 13,45%. L’Ebitda del 2015 è pari a 4.370.360 di euro mentre il risultato netto del 2015 è di 2.169.548 di euro. Il flusso di cassa operativo è stato pari a oltre 6 milioni di euro. Oltre il 10% del fatturato viene investito in iniziative di marketing, sviluppo e innovazione incluso l’acquisto di brevetti di terzi. Se si guarda invece al gruppo il fatturato annuo per il 2015 è stimato nell’ordine di 500.000.000 di euro con un Ebitda di circa il 15%.
Anche per gli esercizi precedenti l’andamento della filiale italiana era stato positivo: i ricavi sono aumentati da 37.207.349 di euro nel 2013 a 39.799.351 di euro nel 2014, segnando una crescita di circa il 7%. Nel 2014 il risultato netto era stato pari a 2.147.758 di euro e il flusso di cassa operativo superiore a 5 milioni di euro.
«La nostra strategia è infatti quella di crescere puntando sull’innovazione e le acquisizioni sono fondamentali: siamo interessati a valutare sia aziende di grandi dimensioni, con cui sviluppare partnership, sia piccole realtà con un know how molto sviluppato. Devono essere competitive sul mercato e affini a noi in termini di focus, ovvero la sicurezza perimetrale. Nel momento in cui le minacce si moltiplicano su scala globale, la sicurezza deve avere una visione altrettanto internazionale», ha aggiunto Volpi.