Per le aziende artigiane della Lombardia la crisi non è terminata. Lo indicano i dati sulla nati-mortalità imprenditoriale nella regione. La mortalità delle imprese rallenta, passando dal -1,3% del primo trimestre al -1,2% del secondo, ma che non si arresta. Lo comunica l’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia, in relazione al secondo trimestre del 2014. Il calo riguarda prevalentemente le imprese manifatturiere (anche se in modo differente nei diversi settori) e delle costruzioni, mentre crescono e consolidano il loro ruolo nella piccola economia lombarda i servizi alla persona e i servizi alle imprese. Questi ultimi, trainati da settori emergenti quali i servizi di informazione e comunicazione e quelli relativi a edifici e paesaggio. Seppur in calo come dinamica imprenditoriale, è ancora la manifattura a trainare sui mercati esteri. Il II trimestre 2014 fa infatti registrare una crescita dell’export dell’1% rispetto al precedente trimestre. Merito, soprattutto, delle esportazioni intra-Ue, che crescono del 3,6%, laddove invece si registra un’ulteriore arretramento (-2,2%) sui mercati del vicino e del lontano oriente, dalla Russia agli Emirati Arabi, fino alla Corea del Sud. Mercati profittevoli e in crescita, certo, ma difficilmente raggiungibili e di difficile presidio. Tanto più in un contesto – ormai più strutturale che congiunturale – in cui non si arresta il calo del credito concesso alle piccole imprese, che a maggio è diminuito di altri 6,6 punti percentuali. Il fatto che alle grandi imprese vada ancora peggio (-6,8%) non è che una magra consolazione.