Una moratoria sugli appalti integrati per non bloccare i cantieri fino al 31 dicembre. La chiede l’Ance nella sua assemblea annuale, riconoscendo comunque al nuovo Codice degli appalti il fatto che sia «una rivoluzione da condividere», anche se occorrono un periodo transitorio e alcuni aggiustamenti. Il nuovo Codice degli appalti, ha detto il presidente dell’Ance, Claudio De Albertis, è «una vera e propria rivoluzione, di cui, come Ance, abbiamo condiviso e condividiamo l’impostazione generale e gli obiettivi» ma, ha aggiunto, «il miglioramento diventa effettivo e apprezzabile solo dopo un periodo assestamento che consenta al nuovo ordine di venire assimilato». Oltre a ciò, ha fatto notare De Albertis, «la norma del nuovo Codice che prevede l’obbligo per le stazioni appaltanti di mettere in gara esclusivamente appalti basati su un progetto esecutivo, per quanto giusta nei principi e condivisibile negli obiettivi, rischia infatti di rappresentare un ostacolo non superabile nel giro di qualche mese».
«Per questo chiediamo al Governo – ha concluso – una moratoria che fino al 31 dicembre 2016 consenta alle pubbliche amministrazioni di bandire gare già pronte basate su progetti definitivi». Non solo: l’Ance chiede anche un maxi piano di rilancio. «Lo shock provocato dalla Brexit ha portato alla ribalta l’insostenibilità del dogma dell’austerità, che troppi anni ha guidato la politica europea», ha esordito il presidente Claudio De Albertis parlando alla platea degli associati. «Secondo le nostre valutazioni sarebbe possibile mettere in campo 30 miliardi di euro nei prossimi tre anni, attraverso l’utilizzo delle risorse esistenti e una rinnovata flessibilità negli investimenti», a detto De Albertis.