Ance sollecita il governo: urgenti piano Marshall e liquidità

Il presidente della Ance, Gabriele Buia, torna a parlare dei 6 miliardi di crediti arretrati che le imprese devono ricevere dallo Stato. In occasione della posa dell’ultima campata del viadotto sul Polcevera, il rappresentante dell’associazione delle imprese di costruzione ha sollecitato il governo:  “Le imprese non possono fare da banca allo Stato”, ha ammonito, ricordando un’altra proposta che Ance ha avanzato al governo, una sorta di Piano Marshall per rimettere in moto un settore strategicamente fondamentale per lo sviluppo del Paese. “È possibile fare un grande piano di investimenti, circa 17 miliardi all’anno che possono essere anticipati dalla Cassa Depositi e Prestiti per essere distribuiti su tutto il territorio attraverso i comuni che possono partire con la cantierizzazione delle opere pronte, tra cui infrastrutture e edifici scolastici”, molti dei quali, nota Buia, sono sprovvisti delle attestazioni di sicurezza essenziali come il certificato di prevenzione incendi e i collaudi statici, perfino quelli situati in zone sismiche. Insomma, problemi di cui si parla da anni ma che non sono mai stati risolti.

La costruzione del nuovi viadotto sul Polcevera
La costruzione del nuovi viadotto sul Polcevera

Nei giorni in cui l’Italia si prepara per l’inizio della Fase 2, accompagnata da non poche polemiche e discussioni su alcuni passaggi poco chiari o sulla bontà delle misure proposte, il nuovo viadotto sul Polcevera, che sarà percorribile dal prossimo luglio, “è la dimostrazione che le imprese italiane sanno lavorare, quando le lasciano lavorare. Si tratta di un’operazione straordinaria, un’eccezione che conferma la regola perché in Italia di solito le cose non vanno così. Basti pensare al cratere del centro Italia, dove ancora ci sono le macerie dei terremoti che hanno colpito il territorio. Mediamente occorrono 16 anni per completare un’opera superiore a 100 milioni di euro. L’appalto del nuovo ponte ha previsto un investimento di 200 milioni. Se non eliminiamo la burocrazia, che impedisce l’utilizzo della spesa e continuiamo a evocare i commissari per risolvere i problemi, neghiamo l’applicazione del Codice degli appalti”, ha scandito Buia.

Secondo l’imprenditore il nuovo ponte dovrebbe diventare un modello di prassi ordinario. “Noi, per nome di Ance, abbiamo scritto al presidente Conte e gli abbiamo chiesto di impegnarsi a risolvere l’annoso problema della burocrazia una volta per tutte. Non è solo un problema per il settore delle costruzioni, ma per tutta l’economia italiana. Servono dei provvedimenti urgenti per sbloccare gli investimenti con dei progetti precisi e rapidi”.

Un’altra questione toccata dal presidente dell’Ance è stata quella della liquidità delle imprese. “Come associazione chiederemo risorse anche a fondo perduto per le imprese dell’edilizia, un settore che ancora non è del tutto uscito dalle sofferenze provocate dalla crisi iniziata nel 2008”. Aspetto che dovrebbe essere preso in considerazione nell’imminente Decreto Aprile (slittato a inizio maggio) e che, insieme al Decreto Liquidità, entrato in vigore il 9 aprile 2020, contiene norme importanti per il sostegno delle imprese messe a durissima prova dalle chiusure forzate a causa dell’emergenza coronavirus.

Secondo Buia, dunque, per far fronte all’enorme portata di ripercussioni che la crisi economica prima e, soprattutto, l’attuale emergenza sanitaria pongono alle imprese di costruzioni, “occorre saltare gli impedimenti burocratici per far partire subito questi cantieri”. Magari, anche approfittando del momento di chiusura di molte strutture scolastiche.

 

 

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