Anche in Puglia la ripresa del settore delle costruzioni è in frenata: i segnali positivi registrati nel 2015 non hanno trovato conferma nel primo semestre 2016 durante il quale si è assistito al calo dei bandi di gara per lavori pubblici per via dell’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti e a un’inversione di tendenza del trend occupazionale.
Quest’ultimo, infatti, dopo aver registrato una continua diminuzione dal 2008 (quando gli addetti in Puglia erano 126mila) al 2014 (72mila) aveva vissuto una fiammata nel 2015 con circa 80mila occupati; purtroppo nel primo semestre di quest’anno il trend è tornato negativo con 76mila addetti, ben 50mila in meno rispetto a otto anni fa e il 5% in meno dell’anno scorso. È partito da questi dati il confronto tenutosi oggi a Bari durante i lavori del convegno nazionale Il cantiere Puglia: scenari e prospettive, organizzato da Ance Puglia.
Numerose le proposte: «La firma del Patto per la Puglia è stata importante per la ripresa del settore e dell’intera economia regionale, tuttavia ancora poco si è mosso concretamente», ha detto il presidente di Ance Puglia, Gerardo Biancofiore. «Per questo chiediamo un cronoprogramma e tempi certi per l’apertura dei cantieri nel breve periodo. È indispensabile accelerare le procedure snellendo una volta per tutte la burocrazia, che si traduce in una vera e propria tassa occulta per le imprese edili. Positiva la previsione di 20 milioni di euro che le amministrazioni potranno impiegare per la progettazione tecnica delle opere; una opportunità che bisogna saper sfruttare».
Ripetuto come un mantra nel corso dell’evento il ruolo strategico del settore per far ripartire l’economia: per ogni miliardo investito nelle costruzioni si produce una ricaduta sull’economia di 3,3 miliardi di euro e 17.000 nuovi occupati. Utile alla causa del settore ma anche a quella della sicurezza del territorio sarebbe, secondo i costruttori, un’operazione di recupero e manutenzione del patrimonio immobiliare italiano in chiave anti-sismica «Per quanto riguarda gli edifici pubblici, scuole e ospedali è un preciso dovere civile, morale e politico della Pubblica Amministrazione provvedervi. Quanto al patrimonio privato, serve un programma di investimenti e incentivi come quelli utilizzati in passato per il fotovoltaico. Si prevedano, quindi, dei sisma-bonus affinché le famiglie possano adeguare le proprie abitazioni ai migliori standard di sicurezza», ha aggiunto Biancofiore.
Sul fronte pubblico gli edili pugliesi hanno proposto alla Regione anche un Piano di azione di sviluppo sostenibile del territorio, da sviluppare con il supporto scientifico dell’Enea, con l’obiettivo di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio pugliese partendo dalle zone più a rischio sismico e idrogeologico e da finanziarsi con incentivi fiscali e fondi europei.
Al convegno sono intervenuti inoltre il presidente di Confindustria Bari e BAT Domenico De Bartolomeo, l’assessore all’Urbanistica e alle politiche del territorio del Comune di Bari Carla Tedesco , il direttore del Centro Ricerche Economiche e Sociali del Mercato dell’Edilizia Lorenzo Bellicini, l’assessore alla Pianificazione territoriale e Urbanistica della Regione Puglia Annamaria Curcuruto, il vice presidente Ance all’Edilizia e Territorio Filippo Delle Piane, il presidente di Ance Bari e BAT Beppe Fragasso, Ester Dattoli di Anci Puglia, il vice presidente Ance alle Opere Pubbliche Edoardo Bianchi, il vice presidente di Acquedotto Pugliese Lorenzo De Santis, il presidente di Ance Brindisi Pierluigi Francioso, l’assessore a Infrastrutture, Mobilità e Lavori Pubblici della Regione Puglia Giovanni Giannini, l’onorevole Salvatore Matarrese, il coordinatore per l’internazionalizzazione delle imprese italiane delle infrastrutture e dei grandi progetti Ance Massimo Rustico e la presidente nazionale del Gruppo Giovani Ance Roberta Vitale.