Ance: lo split payment peserà fino a 1,3 miliardi

Lo split payment introdotto dalla legge di Stabilità 2015 ed in vigore dallo scorso primo gennaio, aggrava ulteriormente l’equilibrio finanziario delle imprese che operano nel settore dei lavori pubblici, togliendo alle imprese del settore dell’edilizia 1,3 miliardi di euro di liquidità all’anno e mettendo a rischio la sopravvivenza delle aziende. È l’allarme lanciato dall’Ance. La misura pone a carico delle pubbliche amministrazioni il versamento dell’Iva relativa alle cessioni di beni e prestazioni di servizi. Tale norma, spiega l’associazione, impone un costo più alto alle imprese di costruzioni, che realizzano prodotti sui quali si applica un’aliquota Iva ridotta. In tali casi, l’impresa assume, anche dopo la compensazione tra Iva pagata sugli acquisti ed Iva incassata dalle vendite, una posizione di credito nei confronti dell’erario, che le impone lunghe attese per ottenerne il rimborso. Tra l’altro, in merito alla tempistica dei rimborsi Iva, l’Italia è già incorsa in una procedura d’infrazione europea. Secondo una stima Ance su dati della relazione tecnica di accompagnamento al disegno di legge di stabilità 2015, l’ulteriore perdita di liquidità per le imprese derivante dal versamento dell’Iva direttamente da parte della P.a., risulta pari a circa 1,3 miliardi di euro in un anno. Per l’Ance inoltre si tratta di una misura dagli scarsi effetti di gettito sul settore delle costruzioni, già interessato da strumenti in grado di misurare la compliance fiscale delle imprese.canitere-gru

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