Il provvedimento era molto atteso e finalmente il testo unificato della legge per il contenimento del consumo di suolo agricolo ha incassato il via libera delle commissioni Ambiente, Territorio e Agricoltura della Camera. «Il mercato è fortemente cambiato. La domanda si è dimezzata rispetto al 2006 e sugli attuali livelli si stabilizzerà nei prossimi anni: i permessi di costruire sono tornati ai livelli del 1936. Le imprese sono, dunque, consapevoli che si debba intervenire sul costruito, andando a intercettare una domanda che è sempre più selettiva ed esigente», afferma Claudio De Albertis alla guida di Ance, in merito all’approvazione del ddl. Il presidente dei costruttori edili però richiede più coraggio nell’individuare gli strumenti che consentano di realizzare interventi di vera rigenerazione urbana, sottolineando come, da almeno 40 anni, si parli di rigenerazione delle città senza essere riusciti a passare dalle parole ai fatti, anche a causa di posizioni fortemente ideologiche che hanno frenato il processo.
Insomma, è necessario che ognuno faccia la propria parte: «Le imprese finora non avevano alcuna convenienza a intervenire sul patrimonio esistente, perché i tempi legati all’iter urbanistico-edilizio per rimettere mano a un vecchio edificio erano enormemente svantaggiosi rispetto a quelli necessari a costruirne uno nuovo e comportavano oneri finanziari insopportabili», spiega il presidente di Ance. E sebbene la situazione stia cambiando si può e si deve fare molto più: « Sia con la strumentazione urbanistica, che con adeguate leve fiscali in modo da promuovere la sostituzione edilizia e di conseguenza l’efficientamento energetico. Anche perché la volontà di tornare a vivere nelle città costruite, capaci di offrire un modello di qualità della vita più soddisfacente e attrattivo c’è ed è interesse primario delle imprese intercettare questi flussi di domande», conclude De Albertis.