Il furore tutto toscano, o meglio fiorentino, di Alessandro Bilancino. A cavallo tra gli anni Settanta e gli Ottanta suo padre Nicola fondò alle porte del Chianti, a Impruneta, la Edilbilancino, fornitore di materiali e attrezzature per l’edilizia, diventata un punto di riferimento per il territorio. Dal 1980 a oggi tante cose sono cambiate, a partire dal mercato fino alla clientela, passando per i colleghi della concorrenza. Solo una cosa è rimasta uguale: l’anima dell’azienda partecipe e protagonista della vita del paese. “L’accorpamento, il fondersi, il creare società sono le uniche soluzioni che abbiamo. Poi deve cambiare la filiera” è parte della ricetta per rivoluzionare l’edilizia. Gli altri ingredienti sono Faber, Gaber e il Tantra…
Domanda. Partiamo dalle origini: quando inizia la storia della Edilbilancino?
Risposta. Nasciamo nel 1978 ma ci strutturiamo ufficialmente nel 1980, specializzandoci nella fornitura di materiali e attrezzature per l’edilizia. L’azienda è stata fondata qui a Impruneta da mio padre Nicola, che dopo aver lavorato come trasportatore di materiali, decise di mettere su un deposito edile in proprio. Abbiamo tre postazioni per un totale di circa 4000 mila metri quadri di coperto e 8000 di scoperto.
D. Quasi 50 anni di presenza sul territorio: un punto di riferimento storico.
R. Lo siamo stati indubbiamente per due decenni. Per anni abbiamo avuto un raggio d’azione di circa 100 chilometri – raggiungendo anche Siena e provincia – mentre oggigiorno siamo tornati al nostro nido alle porte del Chianti: il mercato si è molto contratto, vuoi per la crisi del settore, vuoi per l’arrivo di nuovi colleghi concorrenti.
D. Quali erano i principali materiali che commerciavate in origine e quali oggi?
R. Il mio babbo è partito trattando i materiali edili tradizionali, basilari: cemento, mattone, calce, forato, cotto e tegole. Il cambiamento è avvenuto quando abbiamo stretto la collaborazione con la Mapei, cosa che ci ha permesso di prendere una direzione più tecnica rispetto ai primi prodotti: ecco allora, per esempio, i premiscelati che continuano ad avere grande appeal, così come il chimico e soprattutto il cotto, nostro fiore all’occhiello. Non trattiamo molte finiture e di pesante se ne vende molto meno, ma questa non è certo una novità.
D. Qual è invece una novità?
R. Ci siamo specializzati su materiali più performanti grazie a un nostro dipendente che si è qualificato: è giustamente riconosciuto in tutta la zona come un grande esperto del settore. Il che è un vanto e motivo d’orgoglio.
D. Il mercato locale quanto e come è cambiato? E come sta andando?
R. Guardi, sinceramente non è mai cambiato molto. Di nuovo se ne è sempre fatto poco: la grande speculazione edilizia che si è vista in altre zone della Toscana, qui non si è vista. Altresì la nostra è sempre stata area di restauro e conservazione.
D. Quindi la ristrutturazione tira più di tutto
R. In questa zona assolutamente sì, ma è anche sempre stato così. La trasformazione del paese, dalla farmacia alla banca, passando per le abitazioni private, spesso e volentieri case del ‘400: noi siamo sempre stati partecipi e protagonisti del cambiamento. E per il paese organizziamo open day (con tanto di pizzate) perché siamo parte integrante e partecipi.
D. Venendo proprio alla clientela, qual è il cliente tipo di oggi?
R. È ancora il piccolo impresario, il geometra, l’architetto e l’artigiano de luogo, per il quali siamo un punto di riferimento: sanno che da me possono trovare ciò di cui hanno bisogno, per di più ricevendo informazioni su come utilizzare al meglio i materiali di cui si servono. Detto questo, ho tanti clienti privati cittadini che ogni anno fanno il loro intervento. L’utilizzatore finale è molto attivo in una zona di campagna come la nostra, nonostante la situazione economica generale che li rende comunque meno sereni nello spendere.
D. Numericamente parlando?
R. 70% aziende, 30% utilizzatori finali privati.
D. E il fatturato?
R. È calato drasticamente a partire dal 2007, erodendosi poco a poco fino ad arrivare a un -40%. Purtroppo ho diminuito anche il personale: ho aspettato fino all’ultimo qualche assist del governo, ma non sono arrivati e allora ho dovuto rinunciare a due persone. Ho combattuto contro tutto questo cercando di coinvolgere i colleghi e far cambiar loro mentalità, per arrivare a fare, finalmente, un discorso d’insieme.
D. E non c’è riuscito…
R. No, ognuno pensa al proprio orticello. È una cosa che capisco, ma che non condivido: mi dispiace che sia così, qui da noi e comunque in tutta Italia. E così continuiamo a ostacolarci reciprocamente.
D. Che cosa si dovrebbe fare per ribaltare la situazione?
R. Innanzitutto si devono diminuire drasticamente le imprese che commerciano i materiali edili – e dunque le partite Iva – e formare gruppi. Ecco, per dirla con uno slogan: meno siamo, più forti siamo, più lavoriamo meglio, più diamo un servizio migliore.
D. Insomma, c’è bisogno di pensare a come sarà – e a come si vorrebbe vedere – la distribuzione edile fra 10-20 anni.
L’accorpamento, il fondersi, il creare società è l’unica soluzione che abbiamo. Poi deve cambiare la filiera.
D. In che modo?
R. All’impresario si devono togliere due cose, i materiali e il debito. Mi spiego meglio: l’impresario non deve più acquistare materiali (cosa che deve invece fare l’utilizzatore finale) e subire il debito, perché più materiali comprano, più si indebitano e più rischiano di fallire.
D. Voltiamo pagina e accantoniamo le preoccupazione del lavoro: la sua squadra del cuore?
R. Mi spiace deluderla, ma non ne ho una. Anzi, odio il calcio e spero che lo interrompano per almeno tre anni, tempo che potrebbe essere impiegato meglio, per esempio a migliorare lo Stato in cui viviamo.
D. Uno sport che le piace?
R. L’atletica, non me la perdo mai.
D. E il suo cantante preferito?
R. Fabrizio De André e Giorgio Gaber: conosco quasi tutte le loro canzoni a memoria.
D. Il libro punto di riferimento?
R. Il potere di adesso, di Eckhart Tolle
D. Infine, i suoi hobby?
R. Mi occupo molto di meditazione e di crescita interiore. A tal proposito ho fatto un percorso di tanti anni sul Tantra e mi piacerebbe dedicarmi alla cura delle coppie.