Da 100 a 300 euro a metro quadro. Ecco quanto costa l’adeguamento sismico, l’edilizia che ti salva la vita. La stima, fatta su un palazzo di medie dimensioni, parla di una spesa di circa 500 mila euro, occhio e croce 30 mila euro per un appartamento di medio-grandi dimensioni. Lo ha scritto l’Espresso in un approfondimento dedicato al terremoto del Centro Italia del 24 agosto, spiegando come non manchino le detrazioni fiscali per lavori di questa portata, ma di come queste agevolazioni siano solo sono parziali e dilazionate nel tempo: in dieci anni si recupera il 65% dell’esborso. Ecco perché i lavori per la messa in sicurezza sono più una rarità che una costante. Quando invece la parola d’ordine dovrebbe essere una e una soltanto: prevenzione.
Il che è doppiamente un peccato, perché l’Italia ha in dote uno dei corpus legis più moderni e all’avanguardia in materia di legislazione antisismica. L’inghippo è che, purtroppo, riguarda solo le nuove costruzioni, in un Paese dove la stragrande maggioranza delle case (oltre l’80%) è stata edificata prima del 1974 senza criteri antisismici. Infatti, solo nel 1974, sono entrate in vigore le prime norme anti terremoti. Ma la realtà è che oltre il 40% del territorio italiano è a rischio sismico elevato e almeno un terzo degli immobili esistenti andrebbe perlomeno adeguato. Secondo l’Associazione delle organizzazioni di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economia il mercato per tale tipologia di interventi vale circa 36 miliardi di euro.
Quali sono i lavori che si dovrebbero condurre? Innanzitutto la messa in posa, alla base degli edifici, di isolatori-cuscinetti antisismici e della fibra di carbonio attorno ai pilastri delle fondamenta (quest’ultima riduce sensibilmente il rischio fratture; la disposizione di pannelli controventi dissipativi tra un piano e l’altro (così da ammortizzare le scosse); rinforzi con l’installazione di catene o di pannelli di legno che coprono le tamponature all’interno assumendo la funzione di dissipatori. E i soldi? Matteo Renzi porterà il caso davanti l’Unione Europea (con il placet di Angela Merkel): 15 miliardi di spesa per riqualificare gli edifici pubblici nelle zone ad alto rischio tellurico, con i quali l’esecutivo potrebbe lanciare un piano nazionale di infrastrutture – forse proprio l’annunciato progetto “Casa Italia” – che salvi vite umane.