La tecnologia è destinata a cambiare la stragrande maggioranza delle professioni, lo dice la ricerca condotta dalla multinazionale di consulenza McKinsey. L’automazione di numerose attività fisiche e di concetto progredisce velocemente e implica la trasformazione dei processi aziendali e delle funzioni da svolgere, ma non la loro scomparsa. Perlomeno a breve termine, perché, per ora, solo l’11% di ciò che si fa può automaticizzare. Resta comunque da chiedersi, tra tutti i mestieri possibili, chi nel settore delle costruzioni ha ragionevolmente i maggiori timori di poter essere sostituito da un robot?
Secondo gli analisti quella dei geometri è la categoria che dovrebbe preoccuparsi di più poiché è stato dimostrato che le macchine possono svolgere il 56% della loro attività. Prima di scatenare un nuovo movimento luddista, va detto che nella conclusione dello studio condotto si evidenzia come solo il 5% delle mansioni si può meccanizzare, per ora. I più vulnerabili però sono gli operai edili che avrebbero l’82,4% delle probabilità, i carpentieri e falegnami il 72,4%, gli ispettori dei cantieri il 63,3%, chi disegna le planimetrie il 52,3%, i tappezzieri il 38,6%.
Chi può sentirsi abbastanza al sicuro? Gli elettricisti il (14,8%), gli ingegneri elettronici (10,2%), i designer (8,2%), i manager nel campo dell’edilizia il (7,1%), gli artigiani il (3,5%), i designer d’interni il (2,2%), gli ingegneri civili (1,9%) e gli architetti (1,8%). Lo studio ha analizzato nel dettaglio 2mila attività di oltre 750 occupazioni, la percentuale supera i 90 punti per i commercialisti e gli operatori bancari preposti all’erogazione dei mutui, mentre gli agenti immobiliari hanno più del 86% di probabilità di essere rimpiazzati da macchine, così come i disegnatori di circuiti elettronici si attestano all’80% e persino gli attori sono sostituibili, pare nel 37% dei casi,
Sorprendentemente i ricercatori che si occupano di sondaggi scendono al 23,1%, così come chi si occupa di prevedere i futuri movimenti demografici e finanziari è relativamente a rischio. E, sebbene solo gli addetti al telemarketing possono essere quasi completamente rimpiazzati (99%), la ricerca evidenzia che nel 60% dei mestieri presi in considerazione, l’automatizzazione occuperebbe il 30% e passa delle attività principali. Insomma, prima o poi il lavoro cambierà.
È interessante notare come il rapporto sconfessi la percezione comune che alla scarsa qualificazione e ai bassi salari corrisponda una maggiore robotizzazione: molte mansioni dei gestori finanziari, dei medici e anche degli amministratori delegati possono essere svolte dalle macchine. Dipende dalle capacità che hanno di muoversi nel mondo fisico, dal comprendere le sensazioni umane e dal riprodurre il linguaggio naturale.