L’allarme dell’Istat sul dilagante abusivismo edilizio italiano. La pratica illecita cresce in tempi di crisi economica, tocca cifre preoccupanti e fa dell’Italia – e del Meridione – la patria dell’abusivismo, titolo non certo invidiabile. Un vero e proprio record negativo denunciato dall’Istituto Nazionale di Statistica: stando alle stime del Cresme sul 2015, “in un contesto fortemente recessivo per il comparto dell’edilizia residenziale”, il numero delle nuove costruzioni illecite è salito, rispetto al 2014, da 17,6%, a 19,7 ogni 100 autorizzate. Le parole sono Giorgio Alleva, presidente Istat, sono arrivate in occasione del suo intervento in Commissione Agricoltura e Ambiente del Senato, in merito al disegno di legge contro il consumo del suolo.
Un incremento sensibile (2,1 punti percentuali) dovuto senza dubbio al diverso impatto della crisi economica sulla componente legale e su quella illegale. Infatti dal 2008, “il calo della produzione legale si è ridotto di oltre il 70% mentre quello della produzione illegale del 35 per cento. Ciò ha innescato “un rialzo degli indici di abusivismo in tutte le ripartizioni, e in particolare nel Mezzogiorno, già molto elevati prima della crisi e dove si configura una deriva pericolosa verso situazioni di sostanziale irrilevanza della pianificazione urbanistica”. Veniamo allora alla nota dolente del Sud, dove purtroppo si può e deve parlare di boom di abusivismo. Alleva riporta come “in Molise, Campania e Calabira, nel corso del 2015, il numero degli edifici costruiti illegalmente è stimato in proporzioni variabili fra il 60 e il 70% di quelli autorizzati”.
A tal proposito, non ci sarà alcun condono per le case vista mare in Sicilia. Niente sanatori degli immobili abusivi lungo le coste dell’isola: Giovanni Ardizzone, presidente dell’Assemblea regionale siciliana, ha dichiarato inammissibile la pratica, che non verrà dunque portata all’attenzione dell’aula.
