Si chiama Computational Seeding of Bio-Receptive Materials ed è una ricerca interdisciplinare che riunisce un team di progettazione con elevate competenze in architettura, biologia e ingegneria. L’obiettivo? Sviluppare un sistema di pannelli a muro in grado di far crescere dei microrganismi direttamente sulla sua superficie per superare molte delle limitazioni delle pareti verdi esistenti, in particolare la necessità di installare dei sistemi di irrigazione dalla costosa manutenzione. La ricerca condotta da due architetti Richard Beckett e Marcos Cruz, professori alla Bartlett School of Architecture dell’ University College London, si basa nuovi strumenti di progettazione ingegneristica e punta a migliorare le prestazioni delle facciate attraverso la realizzazione di un nuovo tipo di calcestruzzo biologicamente ricettivo.
La sperimentazione, affermano i due professori nasce dall’urgenza di evolvere la qualità ambientale delle città. Il cambiamento climatico, l’aumento dei livelli di inquinamento, e la perdita di superfici permeabili all’interno del tessuto urbano, ha portato ad un continuo sforzo di rendere le aree metropolitane più verdi e più sostenibili, soprattutto nei paesi occidentali. Così gli involucri edilizi, in particolare tetti e facciate, sono stati oggetto di una corsa al rinnovamento in chiave green, che con il tempo si sono dimostrati costosi da implementare e da gestire. E tra l’altro non è che queste coperture siano riuscite a compensare la perdita di alghe, muschi, licheni organismi comunque indispensabili. Quindi i ricercatori stanno sviluppando dei materiali cementizi chimicamente modificati e biologicamente ricettivi per fornire livelli di pH, valori di porosità e proprietà di ritenzione idrica per realizzare delle superfici favorevoli alla crescita dei microrganismi. Insomma, l’uso del calcestruzzo biologicamente recettivo come substrato per la crescita delle piante potrebbe essere un’alternativa green al green.