La notizia non è positiva e riguarda la capacità di spesa dell’Italia rispetto ai fondi europei assegnati al nostro paese per la stagione di programmazione 2007-2013. Il 2013 è dietro l’angolo e, anche se la rendicontazione effettiva dei fondi si chiuderà nel 2015, entro il prossimo anno dovrebbero essere avviati tutti i progetti e programmi in grado di portare al 100% la spesa prevista.
Ma siamo indietro, molto indietro. La spesa certificata al 30 settembre 2012 si ferma al 26,3% del totale dei fondi europei a disposizione (54,3 miliardi di euro). In sostanza siamo stati capaci di spendere poco più di 14 miliardi di euro dal 2007 ad oggi. E ne mancano ben 40 all’appello. Saremo in grado di farlo entro i tempi dettati da Bruxelles? Il ministro Barca non è soddisfatto, e non potrebbe essere altrimenti. Le Regioni del Nord presentano un target pari al 35,5% di spesa sul totale dei fondi assegnati, mentre quelle del Sud sono al 22,6%. Ma va ricordato che i fondi europei per le Regioni del Nord sono molto limitati rispetto a quelli assegnati alle Regioni del Sud. Preoccupante poi la spesa per comparti: tra i programmi operativi nazionali confermano una buona posizione quelli per l’Istruzione (45,5%) e la Ricerca (36,2%), mentre molto problematico è l’andamento del programma Trasporti (Reti e Mobilità), pericolosamente stabile al 12,4%. Complessivamente, sul totale di 52 Programmi nazionali e regionali (FESR e FSE) solo 17 hanno già raggiunto il target assegnato per i mese di ottobre 2012. Insomma, in tempi di crisi, forse l’attivazione da parte delle Regioni, in particolare quelle del Sud, dei programmi non ancora avviati potrebbe dare una spinta alla spesa, evitando che Bruxelles si riprenda i finanziamenti, e dare un supporto anche alle economie locali.