Nei primi sei mesi del 2013 le richieste di esecuzione di sfratto, in Italia, sono state circa 38.869 di cui 34.756, circa il 90%, sono dovute all’impossibilità, da parte degli inquilini, di pagare l’affitto. Lo indicano i dati provvisori pubblicati dalla Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno, Ufficio Centrale di Statistica del ministero dell’Interno. Dall’analisi è emerso che per un proprietario che vuole dare in locazione il proprio immobile, trovarsi di fronte a tale eventualità è più che possibile e, ad oggi, la sua posizione non viene tutelata dalla legge italiana.
Nel caso in cui la morosità perduri, infatti, l’unica soluzione, per poter salvaguardare i propri interessi e, riottenere la disponibilità dell’immobile, è rivolgersi a un legale per attivare una procedura di sfratto, che può costare anche fino a 2.500/3.000 euro. A tale importo dovranno, inoltre, essere sommate le imposte, che il locatario è tenuto a pagare, comunque, anche sui canoni non incassati, l’anticipo delle spese condominiali all’amministratore ed i costi per il ripristino di eventuali danni all’immobile causati, per incuria, dal conduttore. Nascono così le società specializzate in informazioni commerciali e investigazione nel mercato immobiliare come Inforent che ha l’obiettivo di scovare potenziali locatari insolventi.