XXV Convegno Angaisa: per gli impianti soffia il vento del cambiamento

Direttiva EPBD

Il convegno nazionale 2024 di Angaisa ha messo in luce le difficoltà del settore idrotermosanitario nel dopo superbonus, ma anche le sfide da affrontare per le imprese. Accanto a promettenti novità.

Oltre 250 aziende, un migliaio di punti vendita, il sostegno di 150 industrie e un fatturato di oltre 7 miliardi di euro. Sono i dati che Angaisa ha presentato in apertura del 25esimo convegno nazionale: un bilancio di numeri e di fatti raccontati dal presidente Maurizio Lo Re, giunto all’ultimo anno del suo mandato.

L’occasione è servita anche a delineare il futuro dell’associazione, ma soprattutto quello della filiera.

È stato dipinto un quadro incerto, in cui non c’è più la locomotiva del 110%: eppure, c’è ancora un parco immobiliare da trasformare. Per questo, come è emerso durante l’evento, è necessario considerare la direttiva Epbd europea, più nota come Case Green, ma anche chiedere una mano alla tecnologia, tra intelligenza artificiale e digitalizzazione, oltre che puntare su formazione e investimento sul personale.

Convegno ANGAISA 2024 Platea
Convegno ANGAISA 2024 Platea

Maurizio Lo Re

Maurizio Lo Re ha aperto i lavori ed è stato chiaro con i professionisti del settore idrotermosanitario presenti all’interno della sala congressi di Rho Fiera, a Milano. 

«Il 2024 è stato l’anno della pazienza, delle promesse, alcune troppo ambiziose, per l’efficientamento energetico.

La distribuzione è pronta a soddisfare le esigenze, certo, ma alcune aziende devono aspettare anche perché stiamo per entrare in un periodo di instabilità che potrebbe protrarsi per tutto il 2025. Siamo noi che abbiamo il dovere di costruire un settore più solido.

Angaisa rappresenta la distribuzione specializzata dell’idrotermosanitario, sorretta da dieci gruppi soci, con un peso finanziario di 18 miliardi e l’obiettivo di diffondere la cultura impresa», ha esordito Lo Re. 

«Durante gli anni del mio mandato, 2022-2025, abbiamo identificato quattro importanti cardini di priorità: la digitalizzazione, la formazione, il ricambio generazionale e la sinergia fra gli attori della filiera, sviluppando diversi progetti a sostegno di ognuno di questi settori e creando opportunità. Il percorso è tracciato non resta che perseverare».

Secondo il presidente di Angaisa, il mercato sta attraversando un momento di calma piatta ed è necessario capire la direzione da prendere. 

«Nel 2023 abbiamo visto crescere i nostri bilanci complessivamente dello 0,20% rispetto all’anno precedente. Adesso è il momento di riflettere su che cosa possiamo fare per crescere.

Secondo le analisi, nel nostro settore, le regioni che trainano l’Italia sono quelle del Sud, come Calabria e Campania, anche se si sta registrando un calo generale anche nella produzione.

In crescita il mercato della Vmc, mentre caldaie, pannelli solari, pompe di calore e refrigerazione sono in leggero calo. E si è registrata una pesante diminuzione (- 63%) dei sistemi ibridi.

Insomma, l’andamento del mercato è chiaro, ed è altrettanto cristallino che dobbiamo metterci del nostro. Noi distributori siamo pronti a supportare e sopportare con preparazione e specializzazione.

Ovviamente abbiamo bisogno anche della produzione. Vogliamo consolidare con i fornitori un rapporto sempre più costruttivo, caratterizzato dal rispetto reciproco dei nostri ruoli all’interno della filiera».

Maurizio Lo Re
Maurizio Lo Re

Mariano Bella

Le analisi economiche del nostro Paese, del commercio, dei consumi, del disagio sociale, della direttiva Case Green: sono state tante e autorevoli le voci che hanno parlato al convegno. A partire da quella di Mariano Bella, direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, che ha fotografato il momento.

«Il Governo amministra il presente, il Parlamento progetta il futuro e deve avere una visione. Imprese, lavoratori e istituzioni, secondo i numeri, si sono comportate bene, con +34% nella crescita, ma da settembre 2022 al 2024 ci siamo fermati.

La crescita del debito, inoltre, continua. Dobbiamo rimanere moderatamente positivi, ma non sicuri. Questo ci conduce a pensare che dobbiamo iniziare a progettare nuove strategie per il futuro e sperare che venga tolto il freno a mano sul tasso d’interesse».

Mariano Bella
Mariano Bella

Carlo Cottarelli

Un altro intervento di rilievo è stato quello di Carlo Cottarelli, economista e saggista. Cottarelli è stato direttore del dipartimento Affari Fiscali del Fondo Monetario Internazionale fra il 2008 e il 2013 ed è attualmente professore di Macroeconomia e Politica Fiscale all’Università Cattolica di Milano.

Secondo Cottarelli, keynote speaker del Convegno nazionale Angaisa, abbiamo visto periodi peggiori. «La crescita di quest’anno si aggira attorno allo 0,8%, un tasso non altissimo, ma nemmeno basso. Con questo Governo si cresce? Nel 2022 è successo rapidamente, come la Francia, meglio della Germania.

Nel terzo trimestre di quest’anno, però, abbiamo subito una battuta d’arresto, zero crescita. È da vedere se è un caso isolato, se si è esaurito l’effetto di spinta della Banca centrale europea che ha abbassato i tassi, se stanno arrivando i soldi del Pnrr.

Per i lavori del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per esempio, siamo indietro ed è difficile recuperare.

Per quanto riguarda le riforme, invece, abbiamo rispettato tutte le scadenze con dei miglioramenti in alcuni settori, fra questi la giustizia civile».

Per le aziende, invece, c’è molto lavoro da fare. «Gestire il personale, che deve essere qualificato, misurare i risultati, premiare chi se lo merita. La formazione di base non basta più, è necessario passare alla specializzazione».

Sulla legge di Bilancio Cottarelli ha una visione tra luci e ombre: «Il rapporto tra spesa pubblica e Pil rimane uguale, al 50,4%.

Sul lato delle entrate, invece, c’è un miglioramento. Positiva la stabilizzazione sul cuneo fiscale. Nel quadro europeo siamo stati promossi, la nostra posizione è migliorativa».

Carlo Cottarelli
Carlo Cottarelli

Vittorio Chiesa

Vittorio Chiesa, professore di Gestione Strategica di imprese e direttore Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, ha parlato dell’efficienza energetica in Italia.

Quali le prospettive? E quali le barriere? «Lo scenario è complesso, il piano Energia e Clima del nostro Governo riporta obiettivi che si concentrano sulla decarbonizzazione, riduzione delle emissioni, risparmio, esigendo risultati importanti.

Forse anche per questo ci aspettiamo un contributo maggiore. Lo sforzo più oneroso è nel residenziale, seguito dal mondo industriale. Il comparto dell’Its ha un grande potenziale di sviluppo, ma ci sono degli ostacoli.

Il primo è la filiera, che si compone diversamente in base al mercato di destinazione finale. Spesso il soggetto che installa, quindi colui che va nelle case, a stretto contatto con il cliente finale, non è sufficientemente specializzato e tende a riproporre lo stesso tipo di progetto base.

Anche i progettisti possono essere una barriera, poiché sposano soluzioni tradizionali, poco coniugate con la novità. Un altro ostacolo è il sistema di incentivazione: pochi incentivi e troppo complessi burocraticamente parlando».

Quali le prospettive, quindi? «Il grande sforzo è ascrivibile al settore residenziale, dove abbiamo un parco di immobili vetusto, collocato in basse classi energetiche, che sposerà sicuramente un processo di elettrificazione per abbracciare il miglioramento energetico e un’evoluzione tecnologica di livello», ha aggiunto Chiesa. 

«Con gli obiettivi stringenti di Energia e Clima, l’impatto per migliorare in tempi brevi intervenendo almeno sugli edifici in classe F e G è di 170/190 milioni di euro, un intervento che ha un peso non indifferente.

Insomma, alla filiera è richiesto un importante sforzo di formazione e specializzazione, è necessario che si evolva il più possibile e il prima possibile».

Vittorio Chiesa
Vittorio Chiesa

Marco Nocivelli

Che cosa pensa Confindustria del taglio bonus edilizia e delle potenzialità di Case Green? Ha risposto Marco Nocivelli, vicepresidente Confidustria con delega alle Politiche Industriali e al Made In Italy, per la difesa della neutralità tecnologica.

«Dobbiamo pensare a dove investire meglio e dove collocare in maniera adeguata le risorse. Siamo ovviamente tutti a favore della decarbonizzazione, ma è necessario tenere conto di differenze e specificità, senza rimanere inerti.

Confindustria spinge per i progetti di riqualificazione, per il rinnovo del parco edilizio, per la difesa della neutralità, per la formazione, per leggi chiare e pragmatiche in merito alla direttiva delle Case Green, per la semplificazione delle direttive per permettere agli imprenditori di lavorare con serenità.

La produttività italiana deve muoversi mettendo mano alla digitalizzazione, noi abbiamo messo a disposizione il Digital Innovation Hub, dove le piccole e le medie imprese possono chiedere assistenza, ma anche diversi corsi di formazione e specializzazione, per non fermare la crescita».

Marco Nocivelli
Marco Nocivelli

Cristina Scocchia

Il coraggio di provarci è il motto di Cristina Scocchia, una delle poche donne ad aver ricoperto la carica di amministratore delegato per tre volte, in tre aziende diverse in Italia: L’Oréal, Kiko e, ora, IllyCaffè.

La manager ha spiegato come la leadership non è potere, bensì responsabilità. Ha raccontato la sua strada in salita, partendo da un piccolo paese della Liguria fino a fare il giro del mondo, e soprattutto, quanto di fondamentale ha appreso per essere un vero capo: «Chi ha un ruolo di guida, a qualsiasi livello, non può ignorare queste dinamiche ed è tempo di sostituire le ottiche di potere con un mindset basato sui valori e sulle persone.

Occorre dare a tutti, senza distinzione, senza esclusioni e divari, l’opportunità di dimostrare il proprio talento, perché il punto di partenza non deve più determinare chi puoi diventare. E questo sarà possibile solo quando capiremo che la leadership non è potere, è responsabilità».

Cristina Scocchia
Cristina Scocchia

Alberto Bubbio

Alberto Bubbio, senior professor di Economia aziendale Liuc Università Cattaneo, ha spiegato il teorema di come resistere, come impresa, in un mondo di cambiamenti così repentini. 

«Bisogna crescere in termini di sviluppo e professionalità. Abbiamo la generazione Alpha, che punterà sul virtuale, quindi è necessario evolversi. Anche perché il cliente è cambiato, non è più quello degli anni Ottanta, vuole l’emozione, gli allestimenti virtuali.

Il personale è fondamentale, è inutile sottolinearlo, anche perché la crescita infinita è finita. Fare riunioni con il team, essere attenti al benessere, istruire, formare, ed essere ambidestri (ovvero efficienti e innovativi), sono le qualità che possono fare la differenza. Vale la pena provarci».

Alberto Bubbio
Alberto Bubbio

Massimiliano Pierini

Massimiliano Pierini, managing director di Rx Italy, ha anticipato i temi di Mce 2026 e l’evoluzione del settore Hvac+R e spiegato la nuova iniziativa dedicata alle pompe di calore, Heat Pump Technologies, nuovo evento fieristico indipendente.

«L’edizione 2026 di Mce si presenta come un punto di riferimento per il settore, con un focus rinnovato sull’innovazione, la sostenibilità e l’efficienza energetica e sulle soluzioni industriali, sempre più richieste in questa cornice.

Ma abbiamo pensato anche di ampliarci con un altro evento, indipendente, in programma il prossimo aprile: Heat Pump Technologies, iniziativa dedicata alle pompe di calore (indubbiamente nuovi driver del mercato), che si propone come un evento di riferimento per gli operatori del settore.

In un mondo che corre veloce, questi devono essere momenti che facilitano il networking e la creazione di nuove opportunità di business, che promuovono l’innovazione tecnologica e le soluzioni più avanzate del settore, che sostengono la crescita del mercato e che favoriscono formazione e aggiornamento professionale.

Una due giorni che si svolgerà all’inizio di aprile, a Milano, in un ambiente contenuto, ma dalle soluzioni importanti».

Direttiva EPBD
Massimiliano Pierini

Giuliano Noci

Un altro tema affrontato è quello dell’innovazione tecnologica: l’incognita è l’intelligenza artificiale: come impatterà sulle imprese? Lo ha spiegato Giuliano Noci, professore di Economia e Marketing al Politecnico di Milano.

Secondo il docente, il ruolo del distributore tradizionale dovrebbe cambiare: da semplice venditore di prodotti, è chiamato a diventare un vero e proprio orchestratore dell’ecosistema, mettendo al centro le esigenze del cliente, utilizzando tutti gli strumenti tecnologici a disposizione, in primis l’intelligenza artificiale.

L’Ai, secondo gli studi di Noci, consente di «personalizzare l’offerta, anticipando i bisogni del cliente, creando un’esperienza per lui soddisfacente. Incamera, intreccia e fornisce dati, quindi ottimizza i processi, dall’inizio, la previsione della domanda, fino alla fine, alla logistica, e quindi, redditività comprese».

Ma non solo: è così che si possono aprire nuovi modelli di business«Nuove opportunità basate su servizi nuovi, diversi, forse anche migliorati, e più personalizzati. Si deve essere sì più competitivi, ma anche più competenti, per gestire e sfruttare al meglio i nuovi strumenti.

In sintesi, il mondo sta cambiando, anche quello dell’Its: le imprese che sapranno cogliere questo tipo di opportunità, adattarsi a questi modelli di business, riusciranno a uscire vincenti. Ma questo significa investire, collaborare e formarsi».

Direttiva EPBD
Giuliano Noci

Massimo Minguzzi

Massimo Minguzzi (Idrolab) ha parlato di dati e digitalizzazione. E ha sollevato nuovamente una serie di questioni cruciali per il settore della distribuzione, in particolare riguardo all’importanza della digitalizzazione e all’utilizzo dei dati, argomenti che potrebbero essere ancora un po’ acerbi nel mondo delle rivendite.

Per questo ha dato qualche consiglio ai presenti: «I dati sono vitali, senza non c’è conoscenza, né del cliente, né dei prodotti.

La digitalizzazione avanzata come la stiamo affrontando permette infatti di farlo, di conoscere tutti i dati: un processo che è una solida realtà, non più uno slogan. È una necessità concreta per rimanere competitivi in un mercato sempre più dinamico e globalizzato.

È fondamentale testare nuove soluzioni e tecnologie, come l’acquisto senza attriti, per adattarsi ai cambiamenti e alle esigenze dei consumatori, per questo bisogna sperimentare e anche iniziare a usare l’intelligenza artificiale».

Secondo Minguzzi, in uno scenario così mutevole, è necessario trovare il proprio posto. «Le acquisizioni e le fusioni stanno creando attori sempre più grandi e potenti sul mercato.

I distributori più piccoli devono trovare strategie efficaci per competere, e dunque è necessario un continuo aggiornamento e un’apertura al cambiamento per rimanere al passo».

Quindi, secondo Minguzzi, i distributori devono darsi da fare. «Dovete sviluppare infrastrutture tecnologiche adeguate, implementare software e formare il personale.

Utilizzare dati in modo strategico, analizzandoli per identificare opportunità e personalizzare l’offerta.

Adottare standard internazionali, come Etim, per garantire l’interoperabilità dei dati e facilitare lo scambio di informazioni con altri attori della filiera, non avere paura di nuove soluzioni e di collaborare.

Tutto questo richiede un impegno costante e un’ampia visione strategica. Dovete correre».

Direttiva EPBD
Massimo Minguzzi

Lorenzo Bellicini

Lorenzo Bellicini, direttore del Cresme, ha analizzato gli scenari degli ultimi anni, l’andamento dei singoli settori e tutte le oscillazioni del mercato, chiudendo il convegno con un discreto ottimismo. 

«Abbiamo passato la crisi del 2007-2008, ci siamo ripresi. Nel 2020 l’abitare è stato messo sotto ai riflettori, l’edilizia ha avuto anni di boom, tra superbonus e risorse. Il vero cambiamento è iniziato lo scorso anno, lo raccontano i bilanci delle aziende, e ci troviamo di nuovo con un mercato che sta cambiando sul serio.

Un mercato che sarà trainato dalle opere pubbliche sino al 2028, dove ci sarà tanta impiantistica e tanta edilizia. I soldi ci sono, sono tanti, dobbiamo valutare le capacità.

Il 74% delle opere pubbliche e dei bandi di gara ha a che fare con gli impianti, torneranno loro a essere i protagonisti. Questa è un’altra onda del cambiamento industriale.

Il mondo dell’elettricità reclama il mercato, ma si gioca una partita più complessa, dove ci sono molti altri attori».

Direttiva EPBD
Lorenzo Bellicini

di Alice Fugazza

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il commento
Inserisci il tuo nome qui