Giemme Group, aderente a Gruppo Made, ha programmato il ricambio generazionale tra i tre soci fondatori e quattro dipendenti. Isolamento, bioedilizia e finiture sono tra i principali plus.
In Giemme Group è premiato l’impegno e il lavoro: il ricambio generazionale dell’azienda di Povegliano Veronese non coinvolgerà, come spesso succede, figli e parenti, ma i dipendenti, che dopo gavetta e formazione, sono pronti per essere investiti del ruolo di soci e prendere il timone della società.
Marco Schiavo, Giulio Quarati e Giorgio Bonuzzi, i fondatori della rivendita, sono quasi pronti per godersi il meritato riposo della pensione, dopo aver costruito la loro solida realtà, oggi marchio di qualità della distribuzione edile nel veronese.
Quando è nata Giemme Group?
È nata dall’unione di due aziende: una che si occupava dei lavori di posa e l’altra che si occupava della vendita di materiali edili specialistici, non laterizi e cemento, ma isolanti, prodotti per l’acustica, l’antincendio, cartongesso e impermeabilizzazione.
Essendoci sempre stata una stretta collaborazione abbiamo sentito la necessità di unirci e fondare nel 1993 Giemme Group.
Abbiamo proseguito con entrambe le attività: all’inizio è stato difficile, ma siamo cresciuti con costanza, improntando sin da allora scelte ben precise, stabilendo chi seguire e scegliendo la nostra clientela con cura. Non abbiamo voluto espanderci territorialmente, bensì consolidarci nel veronese.
Costruendo molto, sia materialmente sia personalmente, siamo passati dal cercare i clienti ad accoglierli. Dopo 40 anni, siamo conosciuti per impegno, qualità e professionalità. È una soddisfazione.
Di che cosa vi occupate principalmente?
Siamo specializzati nell’isolamento: termico, acustico, antincendio e impermeabilizzazione, con tutti i materiali a disposizione.
Siete professionisti dell’isolamento a 360 gradi: dopo la droga del superbonus, come sta andando il settore e, di conseguenza, il vostro business?
C’è stata molta richiesta, ma abbiamo cercato di gestire il superbonus 110% con cautela per quanto riguarda gli acquisti, per timore di non trovare il materiale.
Per quanto riguarda i lavori, eravamo coscienti che le agevolazioni erano a scadenza e abbiamo deciso di concentrarci solo sui clienti affidabili, senza farci travolgere dall’eccessiva richiesta. È andata comunque molto bene.
Ora abbiamo registrato un calo nella richiesta dei sistemi a cappotto, ma si tratta di un ritorno alla normalità.
Che territorio servite?
Principalmente Verona e provincia. Ma ci spingiamo anche fuori: a Biella abbiamo realizzato la sala per sfilate della Fila quando c’era Alberto Tomba, la sala mostra dell’Aprilia con Valentino Rossi. Lavori di prestigio ottenuti grazie al duro lavoro e alla reputazione che abbiamo costruito.
Com’è strutturato il vostro punto vendita?
Abbiamo una piccola sala mostra con i prodotti tecnici e le finestre in esposizione, per far vedere anche al privato come viene fatto realmente il lavoro.
Per il resto non abbiamo grandi esigenze, perché i nostri sono materiali tecnici. Il nostro magazzino è grande, ben rifornito e ottimamente strutturato.
Come si compone la vostra clientela?
Per quanto riguarda la parte commerciale pesa di più l’impresa, che rappresenta l’80% della nostra clientela, mentre il privato conta per il 20%.
Operiamo maggiormente con piccole e medie imprese: la selezione si basa sulla commessa da svolgere, ci concentriamo sulla qualità, anche delle persone.
Quali servizi di consulenza offrite e come sono strutturati?
Nei lavori è fondamentale il sopralluogo. Non si fa mai un preventivo senza prima andare a vedere di cosa si tratta. I nostri interventi non si classificano solo con la tipologia, ma teniamo conto di tutto l’insieme.
Per alcuni lavori particolari, per esempio per l’antincendio, abbiamo anche il supporto di tecnici esterni per calcoli tecnici e specifiche progettuali.
Tante volte tecnico e progettista non sanno a chi rivolgersi, noi offriamo un pacchetto completo: seguiamo il lavoro dall’inizio, durante, alla fine e dopo. Siamo una presenza costante, in continuo contatto con il cliente.
Offrite anche altri servizi per impermeabilizzazione, antincendio, risanamento, bioedilizia e avete anche il tintometro: quale sta andando per la maggiore?
Il cartongesso tiene ed è in crescita. Dopo il mattone e il cemento, ora si inizia ad apprezzarlo: è diventato d’uso, si è evoluto, ha prestazioni acustiche e di isolamento migliori, una resistenza meccanica di pregio, ma soprattutto è cresciuta la sensibilità di privati, impresari e progettisti che valutano più frequentemente l’utilizzo di questo materiale.
Ora la richiesta è tanta: forse siamo stati bravi nel seminare, forse è cambiata la mentalità, ma è una fruttuosa eredità che lasciamo a chi arriva dopo di noi. In calo è invece il cappotto, sono le normali oscillazioni del mercato.
Dopo 35 anni la vostra azienda sta vedendo un importante cambio generazionale. Come state affrontando il momento?
Gli anni sono passati velocemente e ci siamo ritrovati a dover prendere una decisione. Sin dal principio abbiamo deciso di lasciare figli e mogli fuori dagli affari e in questi anni, data la crescita costante dell’azienda, ne abbiamo escluso la chiusura.
È difficile essere inglobati da altre aziende, così abbiamo osservato attentamente il nostro personale e abbiamo individuato, fra i 18 dipendenti, quattro successori: due del settore amministrativo-commerciale e due tecnici.
Hanno accettato la proposta, sono recentemente subentrati come soci e ora siamo in pieno lavoro per la sostituzione. Il tutto dovrebbe durare un paio d’anni, poi l’azienda sarà condotta da loro.
Li conosciamo da tempo, li abbiamo assunti e formati e sappiamo che sono perfettamente in grado di assolvere il compito, sono persone molto capaci.
Il personale per noi è sempre stato importantissimo, fondamentale: teniamo a tenere uniti tutti i dipendenti, la coesione fra le persone per noi è molto importante.
La vostra è un’azienda giovane?
L’età media dei dipendenti è di 40-50 anni. È difficile trovare un ricambio generazionale sufficientemente giovane.
Abbiamo anche un corpo esterno di posa, un gruppo di artigiani che lavora per noi da molti anni, che più facilmente vede un turnover di persone giovani.
L’evoluzione tecnologica corre, come state al passo?
Abbiamo un gestionale progettato su misura per noi, smart e veloce, assieme a una strumentazione al passo dei tempi. Anche per il cantiere la tecnologia è fondamentale: grazie agli strumenti tecnologici riusciamo a monitorare in real time costi e materiale da utilizzare.
La formazione è importante: quali azioni state svolgendo in tal senso?
Corsi per la sicurezza, di formazione per i prodotti e per il lavoro in cantiere. Nella nostra sede abbiamo anche una sala attrezzata, utilizzata da noi e messa a disposizione anche degli artigiani esterni. Un plus che ci premia, facendoci diventare un punto di riferimento sul territorio.
Fate parte del Gruppo Made: come vi siete avvicinati al network e quali sono i benefici?
Attorno a noi stanno crescendo grandi realtà, abbiamo sentito l’esigenza di trovare un appoggio per non sentirci soli nel mare magnum del mercato. Con Made abbiamo ricevuto entusiasmo e accettazione.
I benefici sono molteplici: più contatti, più fornitori e supporto nell’attività e sui prodotti. Made organizza continuamente corsi di aggiornamento, il che ci permette di rimanere al passo.
Come si è aperto il 2024 e quali le previsioni per il 2025?
Il 2024 è iniziato bene e si è chiuso altrettanto bene, seppur con qualche lieve calo. Speriamo nella stabilità per il 2025, anche se i problemi internazionali si ripercuoteranno sul mercato. Rimane accesa la speranza per il Pnrr.
di Alice Fugazza