C’è un business che può coinvolgere il mondo dell’edilizia per i prossimi 30 anni. E non si tratta di un ennesimo incentivo. È, invece, quello che riguarda le proprietà dello Stato, gli immobili pubblici che vanno riqualificati.
Qualcosa è stato fatto, ma c’è ancora tanto da sistemare. Basti pensare che l’Agenzia del demanio gestisce qualcosa come 44 mila immobili, per un valore stimato di 62,8 miliardi di euro.
E, per dare un’idea del business legato al real estate pubblico, nel 2023 l’Agenzia ha avviato interventi per 1,08 miliardi, tra risorse proprie e di altre amministrazioni. Tra l’altro, non si tratta di investimenti a fondo perduto.
Tra i risultati delle riqualificazioni portate a termine, per esempio, c’è il risparmio di circa 70 milioni di euro in locazioni passive (quanto cioè la pubblica amministrazione versa ai privati per l’affitto di sedi non di proprietà dello Stato).
Perché ci sono enti e società pubbliche che affittano immobili di proprietà privata per svolgere la propria attività. E, allo stesso tempo, ci sono immobili pubblici vuoti perché inagibili o non adatti a ospitare uffici.
La riqualificazione di caserme o magazzini in disuso consente quindi anche un risparmio, che anno dopo anno, significa un sicuro beneficio per le casse dello Stato.
Lo testimonia il fatto che le operazioni di intervento programmate consentiranno tagli di costi che dal 2027 raggiungeranno 147 milioni di euro annui, contribuendo all’abbattimento strutturale della spesa pubblica: è il «profitto» del piano di ripristino di immobili per circa 2,5 miliardi di euro avviato nel 2021.
Non c’è solo il Pnrr, insomma. Per i prossimi due anni in vista c’è un Piano di investimenti immobiliari, che prevede nuove operazioni per 1 miliardo di euro (di cui 490 milioni spesi nel 2024), a cui si aggiungono 1,2 miliardi da fondi di altre amministrazioni, per un totale di 4,7 miliardi.
Insomma, gli immobili pubblici sono diventati un po’ meno immobili per quanto riguarda la gestione.
Secondo quanto reso noto dall’Agenzia, tra giugno 2021 e gennaio 2024 gli interventi complessivi (anche quelli di altre amministrazioni per cui il Demanio opera come stazione appaltante) sono aumentati del 62% da 399 a 648, mentre gli investimenti sono cresciuti del 166%. A giugno 2021 erano 1,7 miliardi, a gennaio scorso 4,7 miliardi circa.
Ogni tanto una buona notizia ci vuole.
di Federico Mombarone