Come era ampiamente prevedibile, la prevista diminuzione degli incentivi alle rinnovabili solleva la protesta delle aziende del settore. Anie Rinnovabili lancia l’allarme sulla credibilità del paese verso gli investitori. Alla luce delle prime bozze del decreto «spalma incentivi» l’organizzazione «esprime forte preoccupazione per un intervento retroattivo con effetto sui contratti già stipulati tra investitori, consumatori, produttori di energia e Stato nel settore degli impianti fotovoltaici. Il governo non ha preso in considerazione le proposte del settore di introdurre misure finanziarie alternative (bond) che avrebbero ridotto gli oneri gravanti sulla bolletta elettrica senza andare ad incidere sui contratti in essere», protesta il presidente, Emilio Cremona. «Con questo decreto, se approvato in via definitiva, si rischia di minare la credibilità del Paese verso gli investitori anche esteri». Il decreto, secondo Anie, impatta negativamente anche sulle tante Pmi che hanno deciso di investire, seppur in un momento di crisi finanziaria, nella produzione di energia pulita come volano di rilancio della competitività e rischia di far proliferare i contenziosi. «Chiediamo quindi al Governo di rivedere il decreto, introducendo i necessari correttivi senza toccare i contratti in essere. Occorre approfondire ulteriormente le altre possibilità che si hanno per ridurre il costo della bolletta. Siamo convinti che si possa trovare insieme a Confindustria una soluzione condivisa che non generi incertezza ma sviluppo economico per il bene del Sistema Paese», aggiunge Cremona.