La ricetta per edifici bio? Utilizzo di pannelli di paglia precompressa

Lo studio di progettazione sostiene l’utilizzo degli scarti della lavorazione del cereale, come fibra e lolla, utili per ottenere pannelli di paglia precompressa, oppure un termointonaco naturale. Ecco come.

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Tiziana Monterisi, architetta e co-fondatrice di RiceHouse

Tiziana Monterisi è un’architetta attiva nella diffusione dell’architettura naturale, che si è data la mission di realizzare nuovi modelli abitativi.

Dal 2016 si focalizza sul tema della valorizzazione dei prodotti secondari della coltivazione del riso e a questo scopo è cofondatrice di Ricehouse, studio di progettazione e e oggi si può fare anche con il riso.

Nel suo catalogo prodotti, Ricehouse ha inserito non solo pannelli isolanti prefabbricati, ma anche intonaci di fondo, massetti e sottofondi, tutti made in Italy e realizzati a partire dagli scarti della lavorazione del riso.

Si tratta di prodotti sani, formaldeide free, altamente termici e traspiranti che, a fine vita, non vanno a impattare sull’ambiente perché sono biocompostabili e biodegradabili.

Si tratta di isolanti 100% naturali, derivanti da materia prima rigenerativa e conformi ai requisiti Cam. Ce ne sono di diverso tipo: dal pannello in fibra di paglia precompressa alla lolla di riso per insufflaggio fino al termointonaco in calce e lolla.

Questi materiali, applicati nello spessore idoneo a seconda dell’edificio esistente, portano l’immobile alla massima classe di efficienza energetica (classe A4 o nZeb) e rappresentano un vantaggio per l’ambiente, in quanto evitano che si immetta Co2 nell’atmosfera.

Riprendendo il concetto introdotto dal biologo tedesco Karl Ernst nel 1975, la casa deve diventare una terza pelle, dev’essere capace di respirare, di avere cioè continui interscambi con l’ambiente esterno al fine di fornire un ambiente interno salubre.

E l’unico modo di fare ciò è adottare soluzioni capaci di ridurre al minimo l’impatto ambientale. In questo modo potremo dare vita a una casa attiva in grado di produrre una quantità di energia superiore a quella utilizzata».

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Utilizzando materiali presenti in natura non è necessario estrarre altra materia prima

La casa passiva

Le case di riso ben progettate rientrano a pieno titolo negli edifici nZeb (Near Zero Energy Building), cioè gli edifici a energia quasi zero. Questo è possibile perché i materiali naturali che vengono utilizzati sono in grado di assicurare il benessere termico con una minima fonte di energia, prodotta con fonti rinnovabili, senza necessità di introdurre alcun impianto di riscaldamento convenzionale.

Le case di riso rispettano i canoni della bioedilizia, sfruttando il calore generato dall’utilizzo generale dell’edificio, compensando in tal modo le minime perdite invernali e massimizzando l’efficienza energetica dell’involucro.

L’isolamento termico è l’intervento principale da fare, se si vuole migliorare la classe energetica di un edificio, e oggi si può fare anche con il riso. Nel suo catalogo prodotti, Ricehouse ha inserito non solo pannelli isolanti prefabbricati, ma anche intonaci di fondo, massetti e sottofondi, tutti made in Italy e realizzati a partire dagli scarti della lavorazione del riso.

Si tratta di prodotti sani, formaldeide free, altamente termici e traspiranti che, a fine vita, non vanno a impattare sull’ambiente perché sono biocompostabili e biodegradabili.

Si tratta di isolanti 100% naturali, derivanti da materia prima rigenerativa e conformi ai requisiti Cam. Ce ne sono di diverso tipo: dal pannello in fibra di paglia precompressa alla lolla di riso per insufflaggio fino al termointonaco in calce e lolla.

Questi materiali, applicati nello spessore idoneo a seconda dell’edificio esistente, portano l’immobile alla massima classe di efficienza energetica (classe A4 o nZeb) e rappresentano un vantaggio per l’ambiente, in quanto evitano che si immetta Co2 nell’atmosfera.

Che cosa si può fare con gli scarti?

È possibile creare un’opportunità da uno scarto? Sì: da 1 ettaro di risaia si ricavano 7 tonnellate di riso, ma anche 5 tonnellate di paglia, 2 tonnellate di lolla, 1.400 tonnellate di argilla e 1 tonnellata di pula.

L’uso di questi sottoprodotti promuove lo sviluppo di un’economia circolare in cui i materiali di scarto sono riutilizzati per la costruzione di case durevoli ed economiche. La lolla, per esempio, è la buccia del riso ricavata dal processo di sbramatura del riso grezzo. La sua percentuale in peso rispetto al risone è del 30%.

Leggera e voluminosa, ha una densità che varia tra i 120 e i 140 chilogrammi per metro cubo, non marcisce ed è inattaccabile dagli insetti. La sua composizione ha uno scarsissimo contenuto di nutrienti (4%) mentre il resto è costituito da lignina, cellulosa e per il 21% da silice. La paglia, invece, è ciò che risulta dalla pianta del cereale dopo la fase di essiccazione, che avviene alla fine della maturazione.

Possiede elevate prestazioni energetiche, con un valore di conducibilità termica pari a circa 0,04 W/mK, è un ottimo isolante acustico e ha un eccellente calore specifico (1900 J/KgK) che si traduce in 23 ore di sfasamento.

Per sua natura ha buone qualità di controllo dell’umidità, è anallergica, biodegradabile e annualmente rinnovabile. Il suo riutilizzo ha un’impronta ecologica nettamente inferiore rispetto al suo smaltimento (è quindi un materiale Co2 riduttore). Ma come possono essere
impiegati questi materiali, in concreto, nella bioedilizia e nella bioarchitettura?

Coibentazioni termiche

Le caratteristiche e le proprietà della paglia di riso e della lolla rendono questi prodotti particolarmente adatti per la coibentazione degli edifici, sia interna che esterna. La normativa italiana non consente di utilizzare la paglia come struttura portante, ma è possibile ovviare a questo divieto utilizzando un telaio in legno (questo sì, materiale portante) e riempiendolo con le balle di paglia.

In questo modo è possibile costruire case ecologiche o trasformare un edificio esistente in un immobile in classe energetica più elevata, ottenendo ottimi risultati in termini di isolamento e con prestazioni energetiche eccellenti, arrivando fino a veri e propri edifici passivi, con fabbisogno energetico inferiore ai 15 kWh/m2/a.

Le eccezionali performance acustiche, termiche e abitative di queste materie prime seconde garantiscono agli edifici un elevato comfort abitativo e rendono la casa il luogo ideale per il benessere psicofisico e per la salute di tutta la famiglia.

Le certificazioni del riso

Una delle validazioni principali, per i materiali isolanti, riguarda le certificazioni. In primis c’è il rispetto dei requisiti Cam (Criteri ambientali minimi) che hanno introdotto delle limitazioni nell’uso di materiali particolarmente inquinanti allo scopo di ridurre l’impatto ambientale sulle risorse naturali e promuovere il recupero dei rifiuti, con particolare riguardo per i rifiuti di demolizione e costruzione.

A tal proposito i prodotti Ricehouse realizzati a partire dagli scarti del riso rispondono ai criteri di disassemblabilità, assenza di sostanze pericolose, materiali isolanti e utilizzo di materie prime rinnovabili.

A questa si aggiungono altre certificazioni che, se presenti, contribuiscono ad assicurare la qualità dei prodotti, come la certificazione Solar Impulse, un marchio assegnato a prodotti, servizi e/o processi che combinano prestazioni ambientali ed economiche credibili, superando al contempo le opzioni tradizionali del mercato di riferimento e che rappresentano quindi le soluzioni ideali per favorire la transizione ecologica.

Naturale vuol dire…

Vantaggi tecnologici. Isolamento termico altamente performante, inerzia alla combustione, alta durabilità, ottimo isolante acustico. Resistenza ad aggressione di agenti biologici e muffe.

Vantaggi estetici. miscele in un perfetto connubio estetico tra attraente organicità ed elegante tenacia, naturale esaltazione dei dettagli materici degli intonaci e delle finiture.

Vantaggi ambientali. Riduzione delle emissioni della combustione degli scarti, riduzione del consumo energetico, basso impatto ambientale e riduzione dell’energia grigia.

Vantaggi sociali. Creazione di un’economia a km 0 in aree sensibili, aumento di consapevolezza sociale armonizzando il sistema territoriale di filiera produttiva.

Salubre e sano. Miglioramento del comfort degli ambienti interni, regolazione dell’umidità,  traspirabilità delle pareti, riduzione dell’impatto di Co2 nell’ambiente.

Rapido e semplice. Prodotti semplici e di facile applicazione, utilizzando le tecniche tradizionali di posa, senza uso di macchinari particolari.

Cinque cose da fare per una casa salubre

Migliorare la qualità dell’aria: utilizzando piante da interno per purificare l’aria e assicurarsi di avere una buona ventilazione. Utilizzare materiali naturali: scegliere materiali naturali e non tossici per mobili, pavimenti e vernici ma anche per l’isolamento termico delle pareti.

Massimizzare la luce naturale: progettare gli Spazi interni per massimizzare l’esposizione alla luce naturale. La luce solare può migliorare l’umore e il benessere generale, oltre a ridurre la necessità di illuminazione artificiale e riscaldamento. Usare prodotti eco-sostenibili: scegliere prodotti per la pulizia ecologici e sostenibili, privi di sostanze chimiche nocive per la salute.

Ridurre gli sprechi, a partire già dal cantiere. Quando si costruisce una casa ex novo o si ristruttura, assicurarsi di privilegiare materiali riciclati o riciclabili. La paglia di riso, ad esempio, a fine vita può essere smaltita con il compostaggio in quanto biodegradabile, oppure essere tritata per realizzare nuovo prodotto, perché riciclabile.

di Livia Randaccio

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